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In Sala

‘I am Martin Parr’, cronista del contemporaneo

Dal 17 febbraio in sala con Wanted Cinema, il documentario celebrativo sul fotografo “alieno”, reporter ironico del consumismo occidentale

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Per cinquant’anni ha fotografato la scomparsa della classe operaia inglese, la deriva del consumismo occidentale, il tempo libero nell’epoca del tardo capitalismo. Adesso il documentario I Am Martin Parr ci accompagna nell’eredità di un fotoreporter rivoluzionario, membro controverso della Magnum Photos, che ha contribuito a modificare l’immaginario foto-artistico del nostro tempo.

Nelle sale italiane dal 17 febbraio con Wanted Cinema, nel film di Lee Shulman figura tra i suoi protagonisti lo stesso Martin Parr, oltre a Mark Bedford e Grayson Perry.

Cosa si fotografa, ma soprattutto perché?

In un allegro viaggio in Gran Bretagna, attraverso i suoi luoghi del cuore, un socievole vecchietto dal sorriso orizzontale cammina tranquillo, fotografa il suo sguardo, sempre con il rischio di perdere il  deambulatore lungo la via.

Collezionista di orologi con il volto di Saddam Hussein e di statuette votive a Nikolaj Lenin, Martin Parr, fotografo e “cronista della nostra epoca”, ripercorre fisicamente in I Am Martin Parr i passaggi decisivi di una carriera che ha modificato i rapporti formali e di significato che oggi ancora reggono e connettono la fotografia d’arte con il reportage del reale.

Lee Shulman usa le stesse foto di Parr per ricostruire una monografia in movimento. Sostenuto dalle interviste ad amici, colleghi, curatori e parenti, fa camminare Parr e lo spettatore stesso per un Inghilterra in bianco e nero: immagini che hanno raccontato il declino della classe operaia negli anni ’70 con una vena politica pura.

Sempre a braccetto con il settantenne fotografo, Shulman ci fa attraversare l’avvento di un nuovo mondo a colori, mai utilizzato prima di Parr nella fotografia d’artista. Uno spaccato visivo che usa il flash e la vicinanza estrema al soggetto per disvelare il tema principe che ha reso Martin Parr emblema dell’immaginario visivo contemporaneo: “le attività ricreative nel mondo occidentale all’interno di tutte le classi”.

Un luna park vivido, ironico e assurdo che ci mostra il nostro consumismo fuori controllo e le bugie lampanti delle nostre scelte e dei nostri stili di vita.

Passiamo così da una raccolta sul fenomeno del turismo globale a close-up di cibo spazzatura: sempre più vicini, sempre più nauseati, sempre più divertiti. Un umorismo intrinseco al nostro mondo immaginato e vissuto.

GB. England. New Brighton. From ‘The Last Resort’. 1983-85.

Precursore di un nuovo modo di guardare

Grottesco, umoristico, alieno – come lo definiva Henri Cartier-Bresson – volontariamente politico ma mai giudicante, Martin Parr unisce tragedia e commedia insieme, avvicinandosi a una visione veritiera della catastrofe del tempo libero occidentale, che guarda però con fascinazione infantile e affettuosa.

I Am Martin Parr gioca nel proporla attraverso una mostra fotografica con un tempo pre-impostato dalla regia, un uso di interviste mirate e un buffo Virgilio-Parr che fotografa e riflette su di sé e sulla sua carriera, a metà tra onnisciente narratore e regista del suo stesso documentario.

Seguendo i mutamenti sociali dell’Inghilterra di Margaret Thatcher fino all’avvento del turbo-capitalismo, il documentario di Shulman diventa esso stesso fotografia di Martin Parr: un’architettura concentrica e complessa, nel suo classicismo, per movimento, colori e soggetti, con un messaggio sociale e politico nella sua interlinea.

La storia di un uomo che ha creato un nuovo modo di vedere il presente, un documentario celebrativo che disvela una figura degna di onori autentici e meritati.

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  • Anno: 2025
  • Durata: 70'
  • Genere: documentario
  • Nazionalita: UK
  • Regia: Lee Shulman

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