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In Sala

‘Companion’ : la rivincita delle macchine

Nella tragicommedia a tinte pulp con Sophie Thatcher, la fantascienza risveglia il desiderio d’indipendenza della macchina. Mescolando l’amore tossico con l’umanità dei robot

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Companion

Esce nelle sale Companion, il dramedy horror scritto e diretto da Drew Hancock (Suburgatory), prodotto da New Line Cinema e distribuito da Warner Bros. Assoluta protagonista del film è l’astro nascente del cinema horror, Sophie Thatcher ( The Boogeyman, Heretic)0, supportata dalla star della serie The Boys  Jack Quaid e da Rupert Friend ( Homeland, Orgoglio e Pregiudizio).

IL TRAILER – Companion

Sinossi – Companion

I fidanzati, Iris (Sophie Thatcher) e Josh (Jack Quaid), si recano in una casa isolata al lago per incontrare gli amici del ragazzo. Durante la breve vacanza, Iris subisce un tentativo di stupro da parte di uno di questi, ribellandosi e uccidendolo involontariamente. Si risveglia legata alla sedia da Josh, scoprendo che in realtà ciò che credeva vero è una totale finzione: lei è un robot, oggetto sessuale del ragazzo.

Amore tossico – Companion

Il nuovo film horror, Companion, riflette l’esigenza del genere di creare un prodotto divertente, secco, crudo, che deve far riflettere su una tematica frequente nel cinema contemporaneo: tossicità relazionale e abuso sulle donne. Il film con Sophie Thatcher, ormai in fortissima ascesa, parte subito col vestito di una rom-com, un incontro in un supermercato che fa scoccare l’amore all’improvviso. Come si vedrà, il film  usa molto spesso l’alterazione della memoria, ricostruendo e riprogrammando il ricordo in virtù della tossicità patriarcale. Companion, velocissimo nel primo atto, arriva subito al dunque, e dopo aver emesso alcuni brevi lampi sull’inadeguatezza della protagonista, comincia da una violenza per delineare la struttura del film.

Dopo essere scampata a un tentativo di stupro da parte del misogino russo, interpretato da Rupert Friend, coperta interamente di sangue, Iris ritorna in casa, sconvolta e sicura di poter avere supporto dal suo ragazzo. Da qui invece inizia il vero Companion, una caccia alla donna robot dall’uomo manovratore, pieno di tossicità e materialismo patriarcale. Il film di Drew Hancock mescola un po’ di generi, dalla rom-com, all’horror comedy, al pulp grottesco. Avendo come punti di riferimento Ex Machina e M3gan, per lunghi tratti potremmo essere anche di fronte a un episodio autoconclusivo di Black Mirror, per come cerca in parte di riflettere sulle conseguenze dell’accelerazione della tecnologia; alla fine Iris è un robot difettoso che va semplicemente riprogrammato.

Tra femminismo e intrattenimento

Ma Companion usa le proprie debolezze come fragilità e viceversa, curandosi di distribuire il tema della violenza di genere con un linguaggio fin tropo leggero. Infatti, uno dei meriti e demeriti del film è scambiare continuamente i generi, riuscendo a passare brevemente dal revenge movie a un atteggiamento quasi da sitcom mantenuto dalla coppia gay di Eli e Patrick. Non si può dire che il tema del film Warner non sia stato rispettato come dimostra, nel corso del film, la crescente contrapposizione tra la donna-robot-oggetto e il maschio-che la possiede. E alla fine Companion appare ciò che è : uno scanzonato dramedy che mescola tossicità relazionale, splatter e tanta ironia.

Il thriller comedy femminista e l’intelligenza artificiale

L’unica certezza del film, che non delude mai, è l’interpretazione di Sophie Thatcher ormai un’assoluta conferma nel genere horror almeno alla pari di un’altra sua collega, Mia Goth. Iris grazie alla meravigliosa Thatcher rappresenta due livelli: la ribellione della macchina alla sua stessa natura e l’opposizione al contenimento maschile. In Companion è abbastanza chiara questa struttura; se Iris deve mostrarci come le intelligenze artificiali possano avere vita propria, non può nel contempo non identificarsi come eroina di una viaggio dentro la tossicità relazionale e verso l’emancipazione femminile. È questo il discorso che il regista/autore Hancock fa, diversamente rispetto ai film sulle “macchine”. Iris non è solo un robot in cerca di umanità ma anche e soprattutto una donna che ha deciso finalmente di non amare più l’uomo che la umilia, decidendo di vivere la sua vita in completa autonomia.

Sophie Thatcher è fantastica in un intelligente horror comedy

Drew Hancock quindi compone attraverso gli oggetti costrittivi, come il tablet che guida i robot, l’esigenza, non della macchina come divertimento materiale che si scopre umana, ma l’interiorità femminile che deve andare oltre il classico schema del robot con un’anima. Perché in Iris l’anima è semplicemente bloccata dalla tecnologia, e paradossalmente il personaggio della Thatcher per tutto il film cerca un modo di liberarsi dall’artificio tecnologico diventando ciò che in parte è già: un’intelligenza non artificiale ma umana. In ciò Companion si distacca dal villain di M3gan per avvicinarsi all’istinto di sopravvivenza e di libertà del robot di Alicia Vikander in Ex Machina: entrambe sognano e ottengono un mondo libero in cui esprimersi e finalmente essere completamente donne.

Non è una storia d’amore

In Companion il regista si basa continuamente sull’archetipo dei fratelli Coen. Una questione di soldi e di coazione a ripetere che nascono da un ottimo cattivo e contraltare per Iris interpretato da un bravo Jack Quaid. Il suo ruolo è ben definito, radicato nel maschilismo imperante e Iris è un’ex innamorata pronta a sconfiggerlo. Un meccanismo di ribellione a cui le macchine attingono e che non riguarda solo la protagonista ma anche l’altro robot, Patrick; il film distorce la meccanicità della macchina attraverso il ricordo manipolato per generare un autonomia che sia in Iris che in Patrik dimostra un dispositivo simile a quello della serie Westworld,  dove i robot vanno oltre la tecnica per manifestare la propria intelligenza umana.

Il film Warner Bros. non è una storia d’amore ma una miscela di ironia e riflessione, usando come fa The Substance l’intrattenimento b movie come atmosfera d’azione alla relazione tossica tra mondo maschile e femminile. D’altronde, è la stessa Sophie Thatcher a porre fin da subito il contrasto tra femminismo e patriarcato nel suo voice over che funge da prologo ed epilogo del film :

“Nella mia vita ho vissuto due momenti di felicità: il primo quando ho conosciuto Josh, il secondo quando l’ho ucciso.”

Companion , nei suoi toni leggeri e pulp, è un inno al viaggio dell’eroina e una critica al maschio alfa che tutto possiede e tutto controlla. Un film pieno di ironia, originale specchio dei tempi del cinema attuale : la donna agisce per rivendicare il proprio controllo sulla vita.

  • Anno: 2025
  • Durata: 97'
  • Distribuzione: Warner Bros.
  • Genere: dramedy
  • Nazionalita: Usa
  • Regia: Drew Hancock.
  • Data di uscita: 30-January-2025

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