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Sudestival

‘Musicanti con la pianola’ di Matteo Malatesta

Il regista Matteo Malatesta ci accompagna in un viaggio musicale attraverso gli ultimi 25 anni del cinema italiano dal punto di vista dei compositori Pivio e Aldo De Scalzi. La loro lunga avventura nel mondo delle colonne sonore tra racconti, studi di registrazione e Genova.

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Musicanti con la pianola è il documentario di Matteo Malatesta, presentato alla diciannovesima edizione della Festa del Cinema di Roma – nella sezione Freestyle – e adesso al Sudestival di Monopoli. Protagonisti dell’opera: Pivio e Aldo De Scalzi, musicisti e compositori di colonne sonore indimenticabili come quella de Il bagno turco di Ferzan Özpetek e de L’odore della notte di Claudio Caligari.

Matteo Malatesta si immerge completamente in questo progetto. Sua è la regia, il montaggio, soggetto e la sceneggiatura scritta insieme a Giulia Iannello. Ma non solo, Malatesta si posiziona anche davanti alla telecamera come intervistatore e Caronte di questo viaggio alla scoperta di due artisti “scanzonati”.

I Fratelli De Scalzi, Pivio Oliscalchi, Pivio e Aldo De Scalzi

A differenza di quello che molti pensano, il duo non è legato da alcun tipo di parentela, come sottolineato più volte da loro stessi con ironia nel corso del documentario. Pivio è il nome d’arte di Roberto Pischiutta, già membro del gruppo new wave Scortilla, mentre Aldo De Scalzi, membro dal 1976 del gruppo progressive Picchio dal Pozzo, è il fratello di Vittorio De Scalzi, fondatore dei New Trolls. Il sodalizio tra Pivio e Aldo nasce ormai una trentina d’anni fa, ad unirli: il background punk, i locali genovesi e lo studio di registrazione G, fondato da Gianni De Scalzi con i figli Aldo e Vittorio.

Musicanti con la pianola ricorrendo alle preziose testimonianze di personalità come Özpetek, Alessandro Gassmann, Enzo Monteleone, Giuliano Taviani, Cecilia Zanuso e i Manetti Bros., a stralci di esibizioni dal vivo e di film sui quali hanno lavorato, accende i riflettori su due personalità contrapposte ma complementari.

“Quando si tratta di lavorare su musica legata all’immagine, scatta la magia. Non è che abbiamo le stesse idee, però ognuno sa dove l’altro interverrà. È difficile da credere, ma è così”

E tra studi di registrazione, set e piazze, c’è anche spazio per un tributo a quattro artisti scomparsi che hanno segnato la parabola dei due: Claudio Caligari, Ezio Bosso, Vittorio De Scalzi e Alessandro D’Alatri.

Matteo Malatesta e Genova

Nel 2021, Matteo Malatesta con Nothin’ at all racconta l’evento del 3 maggio 2019. Pivio torna a calcare un palco in qualità di cantante – nello specifico quello del Claque di Genova – dopo ben 35 anni. Il regista, quindi, con Musicanti con la pianola allarga la narrazione ma contemporaneamente crea un focus sugli aspetti più intimi e personali. Ha dichiarato durante un’intervista a HotCorn:

“Voglio passare del tempo con loro. Non voglio capire come lavorano, voglio stare con loro e capire come nasce la magia”

Con un montaggio frenetico e uno stile accogliente e familiare, quello che davvero traspare dallo schermo è la storia di una grande amicizia, incorniciata da una Genova uggiosa. La città è il terzo protagonista del documentario, dai racconti giovanili di Pivio e Aldo De Scalzi alle inquadrature ampie di Malatesta. Tra le sequenze più poetiche ed emozionanti, quella in auto in cui Aldo accosta e descrive la vista di Genova dalla terrazza nelle giornate terse: il Monte di Portofino, le navi all’orizzonte, la lanterna, il famoso tramonto…

“Noi siamo fortemente legati al nostro territorio. La mia vita l’ho passata più a Roma che a Genova, eppure tutto quello che è la mia vita artistica mi riporta continuamente a Genova”

“Così ci percepiscono”

L’opera di Matteo Malatesta è un itinerario visivo e sonoro che celebra il talento e la creatività, ma è soprattutto un’opportunità per riflettere sul potere evocativo della musica e sul legame tra registi e autori/compositori nel mondo del cinema. Da quando nel 1997 furono scovati per caso da un produttore e poi scelti per la colonna sonora de Il bagno turco di Ferzan Ozpetek sono passati quasi trent’anni. Il meccanismo produttivo è cambiato, spingendo su collaborazioni più macchinose e impersonali. Deprimente constatare che tutte le maestranze coinvolte nel documentario concordano sulla difficoltà di lavorare seguendo l’attuale metodologia e sulla perdita di poeticità che da sempre ha caratterizzato tali mestieri. Si legge una sorta di svuotamento di questi fondamentali ruoli, solo “per incompetenza totale e potere” secondo la montatrice Cecilia Zanuso.

“Siamo solo musicanti con la pianola. Questo siamo, o almeno, è così che ci percepiscono. Per me è dolorosissimo. Il fatto di non poter lavorare con le persone con cui lavoriamo di solito io e Aldo è deleterio.”

Dice così Pivio riferendosi ai suoi “Infungibili”. Infungibile – nel linguaggio giuridico – indica un bene che è stato considerato nella sua identità e non è sostituibile con nessun altro bene. Luca Cresta e Claudio Pacini, collaboratori storici del duo genovese, sono gli infungibili. Accade che una casa di produzione voglia conferme e prove pratiche di questa unione e insostituibilità, mettendo in dubbio un gruppo solido, collaudato, legato innanzitutto da un profondo affetto.

Creare colonne sonore significa essere liberi dalle logiche di mercato, liberi dagli ascolti sulle piattaforme e dalla moda del momento. Significa, o dovrebbe significare, seguire una visione comune per dare vita a un mondo indimenticabile per lo spettatore, proprio come è accaduto nelle grandi collaborazioni di Aldo De Scalzi e Pivio. Forse, sarebbe opportuno tenere sempre a mente che nel campo artistico la poesia e le relazioni umane sono davvero infungibili.

Musicanti con la pianola

  • Anno: 2024
  • Durata: 113 minuti
  • Distribuzione: Creuza Srl e Rai Cinema
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Matteo Malatesta

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