In The Garbage Man di Alfonso Bergamo, film indipendente prodotto da Gian Gabriele Foschini e Riccardo Di Pasquale, l’immagine è la vera protagonista: una storia di vendetta e giustizia privata che dal particolare assume valore universale, fatta di musica e di silenzi prima ancora che di parole.
Al cinema dal 28 novembre. Distribuito da Brandos Film.
Bergamo si avvale della fotografia di Daniele Poli e delle musiche di Fabrizio Marchetti per raccontare la storia attraverso immagini accattivanti e raffinate, pause ben costruite, silenzi necessari e una colonna sonora strepitosa; una storia senza tempo, descritta in un universo decontestualizzato, con elementi scelti dal regista tra quelli reputati più interessanti, dal camion della spazzatura e la musica in stile anni Novanta al fumo dei tombini tipico di New York.
“Il cinema è una lingua: gli attori, la fotografia, la musica sono parti della sintassi.” (Alfonso Bergamo)
The Garbage Man: la storia e i suoi protagonisti
Notte. Luce e buio, buio e luce. Una storia che si svolge principalmente di notte, quando gli spazzini Man (Paolo Briguglia) e Christopher (Randall Paul) girano per le strade della cittadina con il camion dei rifiuti, raccogliendo spazzatura e piccoli tesori gettati via, oggetti non più voluti dai proprietari ma ancora pieni di intrinseca bellezza, dalla racchetta da tennis alla tastiera imperfetta. Colleghi, amici. Tanto silenzioso, introverso, il primo, quanto ciarliero nella sua parlata italoamericana il secondo, i due formano una strana coppia che si incastra alla perfezione, uomini buoni con un passato non facile. Di questo passato, Man ha raccolto un’eredità pesante: il debito del padre violento, morto in un incidente d’auto, con il malavitoso (ed usuraio) Rosario (Tony Sperandeo).
Protagonisti, accanto a Briguglia, i volti noti di Roberta Giarrusso e di Tony Sperandeo, che insieme agli interpreti dei ruoli minori vanno a formare un cast misto ed eterogeneo di grande spessore. Curioso che il film, girato in Puglia e ambientato in un imprecisato paesino del Sud Italia, abbia tre parlermitani tra i suoi interpreti principali, Briguglia, Giarrusso e Sperandeo, mentre un afflato internazionale viene dai volti statunitensi di Randall Paul e Craig Peritz.
La banalità del male e l’antieroe
La banalità del male, scriveva Hannah Arendt; è quella che affligge il piccolo paesino di The Garbage Man, ma che al contempo è così attuale, reale, nella nostra bella Italia, soprattutto in alcune cittadine del nostro Sud: Rosario ha in mano il paese, e nessuno osa ribellarsi, dal parroco alle forze dell’ordine. Anche Man subisce in silenzio, finchè qualcosa si spezza e deciderà di ripulire la sua cittadina da ogni genere di rifiuto.
Man, l’eroe che non ti aspetti: lo spazzino silenzioso che si trasforma nel vendicatore solitario, ex militare del Genio Guastatori che agisce in silenzio e con precisione, rinunciando alla sola cosa bella che la vita gli ha donato per la necessità intrinseca di “fare pulizia dei rifiuti sociali”. Il messaggio di The Garbage Man è crudo, senza speranza: l’unico modo per reagire alla violenza è con la violenza. Allo stesso tempo, è profondamente attuale: Man incarna infatti lo stato d’animo di molti che, oggi, hanno perso la fiducia nelle persone e nelle forze dell’ordine e vorrebbero farsi giustizia da soli. Forse, per non arrivare a tanto, occorrerebbe, come affermato da Sperandeo in conferenza stampa, “fare meno immondizia”.