The Last Act si apre con quella che sembra la disperazione di una madre. O, quella che, forse, è la messa in scena della famosa star del cinema, Farzaneh, nel film di Paymon Shahbod presentato in concorso al Torino Film Festival.
Dopo aver trascorso del tempo con la figlia malata a casa, Farzaneh torna al cinema per interpretare un’inserviente alla ricerca della figlia perduta, la cui famiglia affidataria, però, riesce a dissuadere dal visitarla. Fatto che la porta a tentare il suicidio, da cui viene salvata, proprio nel momento, improvviso, in cui sentiamo il “Cut” del regista.
Il film di Paymon Shahbod è uno splendido racconto di cinema nel cinema attraverso le terre impervie di un Iran che racconta la sensibilità e la forza della condizione femminile.
Il viaggio del coraggio ha inizio
Un’intera troupe cinematografica affronta una giornata di riprese in un autobus/set per raggiungere il luogo in cui Farzaneh dovrà incontrare la figlia perduta, per cui lei e il marito sono preoccupati da quando è uscita di casa, quella mattina. Il marito la spinge a tornare a casa, ma lei è determinata a continuare a lavorare.
The Last Act Cast
Questo continuo cambio di registro tra realtà e messa in scena mettono costantemente in discussione il ruolo tra uomo e donna e tra madre e figlia. In un viaggio fatto di sguardi, fragilità e complessità di donne e generazioni che mutano all’approssimarsi del fine giornata e l’arrivo a Teheran.
Il ruolo del maschio iraniano è davvero messo in crisi, in questo film?
The Last Act
In un Paese dove sembrano dominare il modello militare dei Pasdaran, l’autoritarismo patriarcale o la legge dei mullah sulle coscienze, il femminile è davvero possibile? La risposta è sì. In The Last Act il regista ha volutamente scelto di parlare non di “femminismo”, ma di “femminismi” islamici grazie alla protagonista Farzaneh, e a tutte le donne presenti nel film. Mettendo a nudo l’insicurezza del maschio iraniano che, in questo caso, ammette la sua incapacità di dirigere il viaggio, e portare una conclusione del film.
Con una parità che arriva verso l’epilogo, grazie ad un confronto di fragilità che si misurano nell’animo femminile lasciando lo spazio alla gentilezza.
Una perla rara in concorso al Torino Film Festival che farà andare al cinema e, contemporaneamente, riflettere.
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