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Rome Independent Film Festival

‘Underground Orange’: a genre fluid film

Michael Taylor Jackson dirige e recita nel suo primo lungometraggio, in concorso al Riff 2024

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Underground Orange

Underground Orange (titolo originale Bajo Naranja) è un tragicomico e colorato film scritto, diretto e interpretato da Michael Taylor Jackson. Pur avendo già esperienza nella regia, con questo progetto Jackson si cimenta per la prima volta nella direzione di un lungometraggio, ottenendo un prodotto godibile e dalle tematiche fortemente impegnate. Un “genre fluid film”, come recita la locandina, che gioca con la parola inglese genre e l’espressione gender fluid, indicando un’identità di genere mutevole.

Underground Orange  verrà proiettato al Rome Independent Film Festival mercoledì 20 novembre.

San Salvador de Jujuy, Argentina. Dopo essere stato derubato di tutti i soldi e documenti, un viaggiatore californiano viene accolto da una banda di giovani attori che gli propone il ruolo di protagonista nel loro prossimo spettacolo. Il giovane yankee imparerà a conoscere e a entrare nella mentalità dei suoi nuovi amici, a partire dal loro amore poligamo fino alle ideologie politiche.

Underground Orange

 

Underground Orange: una commedia punk

Musica, colore, sesso e ribellione. Basterebbero queste quattro parole per riassumere tutto ciò che Underground Orange rappresenta. Lo si intuisce già dai titoli di testa, dove i graffiti sembrano prendere vita e la musica travolge lo spettatore. O soffermandosi sulla fotografia del film, capace di essere vibrante e colorata persino nelle scene ambientate in un cimitero, nel cuore della notte.

Non fraintendiamo: non ci sono brani punk nella colonna sonora, né personaggi con vistose creste colorate. È l’anima stessa del film a trasmettere questa sensazione. Underground Orange, oltre a essere il titolo del film, è il luogo in cui ognuno può scegliere chi diventare, dove il sesso non è un tabù e dove si lotta per una società migliore. L’insolito gruppo di attori non canta a squarciagola God Save the Queen, ma si ritrova comunque su un palco “artigianale” per lanciare un forte messaggio politico.

Il sesso, altro tema centrale del film, assume un valore di messaggio sociale. L’amore poligamo non è, perciò, solo una tematica di sfondo, ma un elemento che permea la vita dei personaggi, diventando il punto di partenza del significativo cambiamento del protagonista. Nulla è lasciato al caso o inserito per semplice provocazione: Underground Orange è ciò che la società non è ancora pronta ad accettare. Ed è proprio questo il vero punk.

Underground Orange

Il processo a Henry Kissinger

Quale miglior scenario per una commedia colorata e rumorosa, se non il Sud America? Tuttavia, il film non si limita all’estetica ribelle, ma veicola anche un potente messaggio politico. Lo spettacolo su cui il gruppo di attori sta lavorando è un immaginario processo a Henry Kissinger.

Kissinger, politico e diplomatico statunitense, raggiunse l’apice della sua carriera sotto le presidenze di Nixon e Ford, ricoprendo un ruolo chiave nel sostegno agli autoritarismi latinoamericani in favore della repressione del comunismo. Celebre e ambigua è la sua risposta all’allora Ministro degli Esteri argentino, César Guzzetti: “Se ci sono cose da fare, dovete farle rapidamente.” Questa frase fu interpretata come un via libera implicito alla giunta militare per intensificare la repressione.

Nel processo immaginario in Underground Orange, Kissinger rappresenta l’intero apparato politico degli Stati Uniti. Non è un caso che a interpretarlo sia proprio il protagonista, uno “yankee” scelto inizialmente per la sua conoscenza dell’inglese. È qui che affronta un momento di rivelazione, comprendendo chi vuole davvero essere.

Non è difficile intuire quale sarà la sua scelta, grazie anche a intuizioni registiche che la suggeriscono quasi inconsciamente. Quando la scena si sposta dalle strade argentine all’ambasciata statunitense, la fotografia si fa più cupa. Tuttavia, l’ironia mantiene vivo lo spirito del film, diventando l’arma principale con cui Michael Taylor Jackson denuncia l’ipocrisia americana. Tanto da ricordarci, con una nota pungente, che Henry Kissinger ha persino vinto il Premio Nobel per la Pace.

Underground Orange

Trovare la propria identità

La scelta compiuta dal protagonista durante il processo rappresenta il primo, grande passo verso la definizione della sua identità, ma non è l’unico. Partito con l’idea di voler essere come il pirata Hipólito Bouchard, alla fine del film la sua crescita lo conduce a diventare qualcuno di completamente diverso. Questo traguardo è il risultato di un percorso in cui, gradualmente, accetta diversi aspetti di sé.

In fondo, Underground Orange parla soprattutto di questo. Dopo aver affrontato temi politico-sociali, il film si rivolge allo spettatore nella sua dimensione più intima. È una storia universale: chiunque può identificarsi nel protagonista, che, nonostante l’età, non ha ancora compreso pienamente chi è. Il percorso di crescita descritto dal film non è esclusivo dell’adolescenza, ma può essere raggiunto nella sua complessità anche molto più avanti nella vita.

Il regista invita lo spettatore a esplorare, fisicamente e interiormente, luoghi che non avrebbe mai pensato di poter visitare. È in quell’esplorazione che si scoprono parti di sé ancora sconosciute, fino a uscirne profondamente trasformati, come persone nuove.

 

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Underground Orange

  • Anno: 2024
  • Durata: 85'
  • Genere: commedia, drammatico
  • Nazionalita: Argentina, USA
  • Regia: Michael Taylor Jackson
  • Data di uscita: 20-November-2024