«Non riesco più a pensare la mia vita senza Beau. Non potevo immaginare che questa palla di pelo col nasone mi avrebbe spostata da baricentro del mio universo». Con le parole di Claudia, la regista, si apre Mr Beau, un documentario intimo e personale sul legame speciale che lei ha con il suo golden retriever, ma anche un percorso dentro il mondo animale, alla scoperta di bisogni, desideri e specificità caratteriali dell’altro da sé, con lo scopo di creare una relazione più bilanciata. Un viaggo nel quale anche lo spettatore si lascia trasportare, fatto di silenzi, tenerezze e di un linguaggio unico che spesso risulta misterioso anche i due che lo parlano. Beau è realmente felice? Sono in grado di soddisfare davvero le sue necessità? Conosco la sua vera essenza? Queste sono, di certo, alcune delle peculiari domande a cui tenta di rispondere il documentario, tuttavia espandendo il perimetro di ricerca al mondo canino tutto e ad una riflessione filosofica sul posizionamento dell’uomo nel nostro pianeta. Siamo viventi tra tanti e, forse, Mr Beau aiuta chi guarda a riflettere sulla possibilità di un cambiamento attivo, che abbia come motore la cura, la delicatezza e l’assenza della volontà di dominio.
Scritto, diretto e intepretato da Claudia Tosi. Menzione speciale per la colonna sonora originale di Simonluca LAITEMPERGHER. Il documentario è realizzato con il supporto di Film Commission Emilia Romagna. In sala dal 13 novembre distribuito da Stefilm International.
La sinossi ufficiale del film
Mr. Beau è un documentario raccontato un po’ come una una favola. La storia d’amore e di amicizia tra un Golden Retriever di nome Beau e la sua amica umana, Claudia. Quando un problema di salute minaccia la vita di Beau, lei comincia a farsi domande sulla loro vita insieme. E’ felice come me? A cosa ha dovuto rinunciare del suo essere cane per stare con me? Nel tentativo di offrirgli la vita più felice possibile, iniziano un viaggio divertente, pieno di nuove avventure. Li vediamo partecipare ad esperimenti etologici all’Università di Pisa, avventurarsi nelle montagne in compagnia delle marmotte, ascoltare i consigli di un coach della relazione uomo-cane come in una “terapia di coppia” e lanciarsi alla scoperta di adrenalinici sport acquatici. Beau non è semplicemente “un cane”, o meglio, non lo è più di quanto Claudia non sia semplicemente “un essere umano”. Nel corso del film, scena dopo scena, si rivela la personalità di Beau, lo spettatore scopre i suoi bisogni e i suoi desideri. Quel suo tratto burbero non è altro che l’espressione della sua lotta per il diritto di essere riconosciuto come individuo. Il percorso di Claudia e Beau innesca questioni etiche più ampie, trasformando il viaggio in una riflessione sulla relazione tra animali umani e non umani. L’amore profondo, manifesto e sincero di Beau permette a Claudia di riscoprire il vero significato delle cose.
L’intimità di un rapporto senza eguali
Beau è un golden retriever dalla forte personalità. Vive in simbiosi con Claudia, la sua caregiver. Gli piace abbaiare, lanciarsi nei fiumi, giocare. Si accoccolare dove sta Claudia. Il documentario racconta la quotidianità di una relazione unica, esclusiva e totalizzante. I due si amano, si tengono compagnia, hanno i battiti sintonizzati. Sembra esserci un prima e dopo Beau. Il lungometraggio svela poco a poco la natura di questo sodalizio, la routine, l’affetto di Claudia che divampa ad ogni scena. Poi un evento fa vacillare gli equilibri e quella che era una certezza diventa un corollario di domande, a cui Mr Beau cerca di fornire le risposte.
Questa generosità di tempo, sguardo ed emozioni da parte di Claudia si trasforma nel tentativo di spostare l’attenzione e, soprattutto, la narrazione sul disvelamento dell’indole di Beau. Questo amico canino ha dieci anni, ma Claudia mette in discussione se stessa e l’intero universo nel quale – forse – ha relegato il loro rapporto per focalizzarsi su quello che conta per Beau, a partire da una conoscenza più profonda del suo temperamento. Tentativi, errori, successi, tutto pur di essere dall’altra parte e generare il terzo di una nuova relazione di mutuo scambio, imperniata di inedite consapevolezze. Mr Beau ne cattura il processo, mantenendo intatta l’intimità di un rapporto senza eguali ed acciuffando la trasformazione dell’uno e dell’altro. Ci sono pellicole che sanno combinare un realismo quasi magico, narrativamente potente, con uno stile asciutto e raffinato, capace di svelare i protagonisti nella loro autenticità senza che se ne accorgano.
Guarda Beau, ci hanno scoperti.
Il film di Claudia Tosiè uno di questi. Sincero ed emotivamente coinvolgente, esplica bene, soprattutto a chi vive una simbiosi simile, a che tipo di esposizione va incontro un essere umano. Fragile e poderoso, accresciuto nello spirito, nell’affettività e nell’acquisizione di senso, eppure perdurante nel mistero di appartenere ad un universo altro, spesso dominante. L’amore è nello sforzo di intendersi e di “gettarsi” nel dissimile per tornare a sé migliori.
Mr Beau ha una struttura circolare, comincia e finisce con un focolare. Con Beau, Claudia diventa un po’ Beau e Beau diventa un un po’ Claudia.
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