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Linea d'Ombra Festival

‘Thunders’ – Intervista a Ioane Bobeica

Un film sulla storia d'un territorio semi abbandonato, sulla natura che, in qualsiasi luogo essa sia, definisce l'essere umano

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Tra i 5 film provenienti da 5 diverse nazioni, in concorso nella sezione Passaggi d’Europa del Linea d’Ombra Festival , dedicata ai lungometraggi in formato digitale, vince Thunders di Ioane Bobeica (Moldavia).

Siamo in un piccolo villaggio, semi abbandonato, della Moldavia, in un’area che era stata teatro di una guerra nel 1992. E da allora una zona di quel territorio è interdetta alle persone e agli animali perché minata. Lì finiranno per caso una ragazzina, Zinca, e un ragazzino, Victor. La prima, figlia di un contadino povero, il secondo, figlio di un uomo benestante, con un’evidente crisi interna alla propria famiglia e ostile all’amicizia dei due ragazzi.

Tunete, l’intervista al regista

Abbiamo fatto alcune domande al regista riguardo al film e alla sua realizzazione.

La nascita di quest’opera

Cosa ti ha spinto ad avvicinarti a questo tipo di storia e perché il campo minato?

Ioane: Il conflitto geopolitico territoriale della Transnistria è un tema presente da molto tempo nel nostro contesto nazionale. Tuttavia, personalmente non ho mai avuto alcun legame diretto con questo problema. La storia è stata concepita quando sono stato obbligato a seguire un corso di addestramento per evitare il servizio militare. A quei tempi frequentavo ancora la scuola di cinema di Chisinau e, durante una lezione di addestramento militare, un colonnello raccontò di quei territori rimasti minati per alcuni anni dopo la guerra. Ci disse che erano delimitati solo da una recinzione di filo spinato, spesso danneggiata. E questi campi si trovavano proprio ai margini dei villaggi popolati. Quando il colonnello ci chiese retoricamente: “Immaginate: cosa sarebbe successo se un bambino che portava al pascolo le mucche fosse finito in quei territori minati?”, quella domanda mi suonò molto affascinante. In quel periodo studiavo sceneggiatura e, per curiosità, provai a mettere su carta una situazione del genere. Scrissi e poi dimenticai l’esercizio, finché non diedi il copione ad alcuni amici per leggerlo. Con mia sorpresa, tutti rimasero colpiti. Fu allora che trovai il coraggio di sviluppare ulteriormente la sceneggiatura e di approfondire la storia del mio paese.

La regia

Come è stato condurre una regia su una tematica così delicata gestendo protagonisti bambini sul set?

Ioane: Tunete è stato il mio primo film in cui ho avuto l’opportunità di sentirmi un regista. E, dato che lo facevo per la prima volta, senza sapere come si realizza una vera produzione, ero molto ingenuo nel comprendere la portata della sfida che mi ero prefissato. Ho fatto il film guidato solo dall’istinto. Ho imparato durante il processo. Credo che il cast e il team tecnico abbiano assorbito, in qualche modo, il mio approccio intuitivo, creando una sinergia sorprendente. La consapevolezza di ciò che avevamo fatto è arrivata solo quando il film era terminato. Né io né la squadra potevamo credere ai nostri occhi quando abbiamo visto la prima bozza.

Quale vuole essere l’obiettivo principale nella realizzazione di questo lungometraggio?

Ioane: Ora sono convinto che una storia valga la pena di essere raccontata solo se hai qualcosa da dire. Nel caso di Tunete la tesi dell’autore si è concretizzata in questo processo. E forse questo è uno degli obiettivi chiari del motivo per cui ho realizzato questo film, ma penso che sia un obiettivo utopico. La morale della storia è sottotestuale: se il cielo è sereno, non andrà avanti per sempre. Tempeste e tuoni ci sono stati, ci sono e ci saranno, inevitabilmente. E nulla cambierà, perché questa è la natura che ci definisce come esseri umani.

Ora che ti porti a casa questo riconoscimento, hai nuovi progetti da realizzare di cui puoi anticipare qualcosa?

Ioane: Sì, il mio lavoro mi piace sempre di più. L’incoraggiamento non fa mai male. E tante volte arrivo al bivio che mi chiede di scegliere una direzione, di fare un film, o di fare qualcosa di più utile per la mia famiglia e la società. Ma ogni volta mi viene in mente qualcosa da raccontare e non riesco a tacere.

Biografia

Iona Bobeica è nato il 20 gennaio 1993 nel villaggio di Scoreni, in Moldavia. Dal 2011 frequenta corsi di Cinema, Televisione e Film presso l’Accademia delle Belle Arti di Chișinău. Ha debuttato come regista nel 2014 presso lo studio “YOUBESC” con il cortometraggio “Zidul” / “Il Muro”, adattamento cinematografico del racconto omonimo di Jean-Paul Sartre. Successivamente ha lavorato come direttore della fotografia e regista in vari film studenteschi, videoclip e spot pubblicitari. Nel 2017 ha scritto la sceneggiatura del suo primo lungometraggio “Tunete” / “Tuoni”, che ha girato nell’estate del 2018. Attualmente, Ion sta sviluppando il suo secondo lungometraggio.

Il regista Ioane Bobeica

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Thunders

  • Anno: 2023
  • Genere: Drama
  • Nazionalita: Moldavia
  • Regia: Ioane Bobeica