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Interviews

‘The day of the jackal’ Incontro con Eddie Redmayne e Lashana Lynch

Si è concluso a Roma il tour promozionale di The day of the jackal - dall'8 novembre su Sky - alla presenza dei protagonisti

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Nella sempre suggestiva cornice dell’Hotel S.Regis di Roma, si è tenuto l’incontro stampa di The day of the jackal, alla presenza dei magnifici protagonisti, Eddie Redmayne Lashana Lynch. La serie Sky Original è disponibile su Sky e NOW dall’8 novembre ed è l’adattamento dell’omonimo romanzo di Frederick Forsyth (a sua volta già fonte di ispirazione di una pellicola del 1973).

I due interpreti britannici, visibilmente entusiasti e felici di trovarsi nella Capitale, che li ha accolti con calore e curiosità, si sono concessi alle domande della stampa, rivelando aneddoti e dettagli sulla lavorazione e sui rispettivi personaggi. In The day of the jackal, Redmayne interpreta appunto lo “sciacallo”, spietato e infallibile killer di professione, mentre la Lynch è Bianca Pullman, un’agente dell’MI6 specializzata nell’uso delle armi.

The day of the jackal | L’incontro stampa con Eddie Redmayne e Lashana Lynch

Quali sono stati i primi pensieri dopo essere stati coinvolti nel progetto?

LASHANA LYNCH: «Mi sono entusiasmata subito leggendo la sceneggiatura di Ronan Bennett, tenendo come riferimento ovviamente l’originale, una pietra miliare, ma l’operazione di modernizzare la vicenda e soprattutto ritagliare questa figura di donna estremamente moderna, un’agente dell’MI6, che deve affrontare tutta una serie di difficoltà che riguardano le donne di oggi. È un personaggio complesso, pieno di difetti, che tenta di bilanciare la vita privata con quella professionale e non riesce sempre a farlo bene, ma per me era estremamente fondamentale che una figura femminile venisse tracciata in questo modo. È un personaggio che raramente si è visto in televisione, ma anche al cinema. Sono orgogliosa di averlo interpretato. Abbiamo superato tantissime barriere rispetto ad altre produzioni e siamo curiosi di vedere la reazione del pubblico.»

EDDIE REDMAYNE: «Ho amato il film originale, ci sono cresciuto insieme, quando ho ricevuto lo script l’ho letto con grande trepidazione perché l’ultima cosa che avrei voluto fare era distruggere quel capolavoro. Mi sono subito reso conto che l’ambientazione e la sua resa creano un approccio assolutamente fresco, pur mantenendo il DNA di quello che ho tanto amato nella versione cinematografica originale. Il mio personaggio ha una raffinatezza dietro la sua spietatezza, ed è di fatto un attore, che fa da contraltare al personaggio di Lashana, mostrando molte zone grigie

the day of the jackal incontro

Eddie Redmayne in The day of the jackal. Ph. credit: per gentile concessione di Sky Italia

La costruzione dei personaggi

Evidentemente è una storia di caccia del gatto col topo e si crea un rapporto molto stretto tra i due personaggi, sebbene compaiano raramente insieme sullo schermo. Come ci avete lavorato?

ER: «In effetti è una storia un po’ strana, perché io e Lashana ci siamo visti in palestra due mesi prima di iniziare, ma poi non ci siamo quasi più incrociati. Siamo riusciti a costruire questo rapporto di amicizia e complicità attraverso la produzione. C’era un desiderio di essere il più possibile meticolosi, attenti al dettaglio per riuscire a impersonare i nostri personaggi, che abbiamo abbracciato in pieno.»

LL: «Abbiamo spesso girato in parallelo, trovandoci in location diverse. Man mano che scoprivo Bianca e il suo percorso, avevo anche gli aggiornamenti su ciò che faceva Eddie. Ogni sera guardavo il girato e la prostetica, e mi rendevo conto dell’importanza del progetto così innovativo nel suo insieme. Abbiamo lavorato in modo analogo, costruendo in grande collaborazione il rapporto e condividendo la visione di intenti. Già dai titoli di testa si intuisce il taglio particolare che lo caratterizza.»

Come spiazzare il pubblico

Che importanza ha avuto costruire anche l’aspetto privato di questi personaggi?

ER: «Quello che mi è piaciuto, leggendo la sceneggiatura, è stato la diversa caratterizzazione rispetto a quello del film, di cui non si sapeva praticamente nulla. Qui il thriller si fonde con storie familiari. Vediamo un contesto di vita a due e una problematica che rende difficile catalogare la serie appartenente a un unico genere. Credo sia un aspetto particolarmente importante.»

LL: «Ci sono personaggi autentici, che appaiono in un modo ma poi si rivelano tutt’altro. Io mi sono ritrovata a difendere Bianca, per cercare di renderla un personaggio con cui poter empatizzare, nonostante a volte non sia del tutto sincera e la sua moralità sia dubbia. Ma è bellissimo che uno stesso personaggio racchiuda questi antipodi, perché nel corso degli anni non mi è capitato spesso di interpretarne. Sono curiosa di capire quanto ne sarà spiazzato il pubblico.»

Le sfida di Redmayne raccontata durante l’incontro di The day of the jackal

Eddie, qual è la sfida emotiva, oltre che fisica, che hai affrontato in questo progetto? Volevi smarcarti dall’immagine buonista dei tuoi precedenti personaggi?

«Non c’è una strategia, quando leggo una sceneggiatura vedo che tipo di reazione mi provoca e mi affido all’istinto. Questo personaggio mi ha attratto immediatamente perché è un attore, interpreta vari personaggi, cambia fisionomia, parla diverse lingue. Ed è finalmente un personaggio contemporaneo, io che ho recitato veramente in tutta una serie di film d’epoca, non vedevo l’ora di non indossare un colletto inamidato! (ride, ndr.)».

Nuove skills all’orizzonte

Che tipo di abilità pratiche avete imparato dal progetto?

LL: «Ci sono delle arti particolari che abbiamo imparato dai nostri personaggi, ma che poi nella vita pratica non si praticano esattamente. Mi era già capitato con No Time To Die, dove sono stata addestrata nell’uso delle armi, anche se era un tipo di ruolo e di personaggio diverso. Ho sperato che Bianca mi offrisse l’opportunità di manifestare questo aspetto un po’ mascolino attraverso una morbidezza intrinseca. Ed è stato particolarmente bello andare in giro per Londra, accompagnata da consulenti che ci hanno raccontato una serie di trucchetti, come per esempio l’uso di un tampone molto utile nel caso in cui si venga colpiti da un proiettile. Ovviamente nella vita di tutti i giorni non è così comune usarlo, mi auguro… (ride, ndr.) Oppure come, durante un inseguimento in auto, si possa controllare non dallo specchietto retrovisore ma dal riflesso delle vetrine. Insomma tutta una serie di abilità che i nostri personaggi dovevano avere, ma che possono magari risultare utili nei prossimi progetti lavorativi».

ER: «Quello che ho imparato, frequentando il poligono di tiro fuori Londra, è che si tratta di una questione di matematica, di fisica, che ha molto a che vedere con lo studio della traiettoria del vento, con due bandierine che segnalano alcuni elementi. Dopo la preparazione scientifica però, quando l’occhio è sul mirino e il contatto con l’obiettivo viene stabilito, si crea una sorta di corto circuito, tra la freddezza del cecchino e l’umanità che si ha davanti. Questa cosa mi ha molto colpito».

‘The day of the jackal’ L’insegnamento dei grandi classici

*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.

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