La musica di 007 è un film documentario diretto da Mat Whitecross per celebrare i sessant’anni del franchise cinematografico di James Bond. Il titolo è disponibile per gli abbonati sulla piattaforma streaming Prime Video.
Il mio nome è Bond, James Bond
La saga di James Bond permea il mondo del cinema fin dal suo esordio. Nel corso del tempo la figura dell’agente segreto più famoso del mondo è diventata iconica, grazie agli elementi caratteristici che rendono i film di Bond tali. Stile, glamour, azione, macchine, donne e…..la musica. Capace di influenzare intere generazioni, la figura dell’agente segreto britannico si è evoluta e adattata nel corso della sua storia, anticipando i tempi e le mode e risultando per questo sempre attuale.
La musica di 007: i volti dell’agente segreto
Durante le sei decadi diversi attori si sono susseguiti nell’interpretare la spia britannica: Sean Connery, George Lazenby, Roger Moore, Timothy Dalton, Pierce Brosnan e Daniel Craig. Ogni attore ha naturalmente dato la sua interpretazione del personaggio, sebbene le più apprezzate e iconiche rimangano quelle di Connery e Moore. Anche i temi dei film si sono adatti ai tempi correnti, con l’iniziale minaccia della guerra atomica degli anni Sessanta, alla guerra fredda degli anni settanta fino ai gruppi criminali isolati o a megalomani impazziti dei giorni nostri. Nel reboot della saga con Daniel Craig ritorna anche la Spectre, la malvagia organizzazione criminale guidata dal perfido Blofeld, la nemesi di 007.
L’importanza della musica
Ad un primo impatto la musica pare abbia un aspetto secondario rispetto all’azione o alla rappresentazione scenica, tuttavia in questo documentario si ribadisce l’importanza del tema musicale di Bond, uno dei più riconoscibili della storia del cinema. Scritto da Monty Norman e arrangiato da John Barry, questa melodia accompagna l’agente segreto nei momenti più rappresentativi dei film, come in particolari sequenze d’azione o in momenti “da James Bond”. In La musica di 007 inoltre viene lasciato largo spazio alle testimonianza delle persone che hanno lavorato dietro le quinte dei vari film, come Hans Zimmer, Marvin Hamlisch, George Martin e David Harnold.
La musica di 007: John Barry
Parlando di Bond è inevitabile rendere omaggio alla figura del compositore John Barry, che ha prodotto ben undici delle venticinque partiture della serie. Il documentario lascia largo spazio a questo leggendario compositore, che ha saputo inventare e reinventare dal punto di vista musicale il personaggio di James Bond. Accanto al tema del personaggio vengono anche narrate le difficoltà e le complessità nel creare le varie colonne sonore per ciascun film. Accanto alle testimonianze di alcuni compositori si intervallano anche gli interventi dei vari cantanti, come Billie Eilish per “No Time to Die”, Shirley Bassey per “Goldfinger” e “Diamonds are foverer” o i Duran Duran per “A view to a kill”.
L’immortalità
Essere ingaggiati per la colonna sonora di un film di James Bond è una vera e propria consacrazione per l’eternità. Ancora oggi le musiche che hanno introdotto con gli iconici video di presentazione le opere cinematografiche sono riconoscibili e scandiscono con accuratezza il periodo dell’uscita del titolo. Per molti artisti è un vero e proprio sogno che si realizza e il documentario si sofferma sia sulle testimonianze di chi è stato ingaggiato, sia su coloro che non sono riusciti a legare il loro nome a questo franchise.
La musica di 007 è un interessante documentario che approfondisce nei dettagli i dietro le quinte sia della storia del franchise sia dei singoli film, con particolare attenzione al ruolo chiave della figura di John Barry. Come sostiene Hans Zimmer la musica parla al nostro inconscio, trasmettendo in pochi minuti un messaggio che non sarebbe possibile a parole. Una lettera d’amore per la spia britannica più famosa del mondo in occasione del suo sessantesimo anniversario.