Disponibile dal 30 ottobre su Netflix, Time Cut è il nuovo film horror fantascientifico diretto da Hannah Macpherson e approdato sulla piattaforma proprio in occasione di Halloween. Il film, catalogato sotto la voce “horror”, era atteso dai più anche grazie al cast ben noto agli appassionati di serie tv Netflix: Madison Bailey (Outer Banks), Antonia Gentry (Ginny & Georgia) e Griffin Gluck (Locke & Key).
La trama di Time Cut: un viaggio nel tempo fra suspence e fantascienza
Nel 2003, nella cittadina di Sweetly, un serial killer non identificato uccide in tre giorni quattro adolescenti. L’ultima vittima dell’assassino, che indossa sempre la stessa maschera, è Summer, una ragazza popolare fra i suoi coetanei e ben voluta dalla gente della piccola città ormai destinata a portare il segno della tragedia.
Vent’anni più tardi, nel 2023, Lucy, nata poco dopo la morte della ragazza, conduce la sua esistenza all’ombra della sorella Summer che ha lasciato un vuoto incolmabile nella vita dei suoi genitori.
Come ogni anno, il 18 aprile si recano tutti insieme a farle visita attraverso un piccolo altare commemorativo situato nei pressi del luogo del delitto. Proprio quel giorno, allontanatasi dall’altare e dai genitori, Lucy entra in un capannone nelle vicinanze e scopre al suo interno due strani macchinari che improvvisamente si attivano emanando un lampo di luce.
Sotto lo sguardo sgomento di Lucy, la realtà attorno a lei cambia e presto capisce di essere ritornata nel 2003 a pochi giorni dalla morte della sorella, proprio quando l’ignoto assassino programmava le sue prossime mosse fatali. A questo punto, la ragazza è combattuta: farà di tutto per impedire i piani del serial killer ed evitare così la morte di Summer, o lascerà che gli eventi si compiano senza intervenire sul passato?
Un horror che non spaventa ma fa riflettere
Time Cut è un film che si propone come un horror fantascientifico, ma che di horror ha ben poco. Per un tocco di fantascienza, invece, si fa bastare l’espediente classico del viaggio nel tempo che funge da filo conduttore della vicenda. Dopo la breve scena d’apertura in cui il killer uccide la vittima, la componente thriller sembra passare rapidamente in secondo piano per lasciar spazio, piuttosto, alla storia dei personaggi. Più che avvertire una certa tensione, lo spettatore è curioso di sapere come evolverà il rapporto fra le due sorelle o di conoscere quale sarà la scelta finale di Lucy.
Più che spaventare si può dire, invece, che il film faccia riflettere. La tematica del tempo e dell’intersecarsi di passato, presente e futuro lascia facilmente interrogarsi sul dilemma della protagonista che si chiede se sia il caso, avendone la possibilità, di modificare il passato o se non sia più giusto, invece, lasciare che le cose facciano il loro corso perché alla fine dei conti tutto accade per una ragione.
Tra passato, presente e futuro: qual è la morale?
Molto più esplicita, quasi gonfiata, invece, la morale finale sull’importanza di vivere il momento presente che risulta leggermente fuori contesto. Combattuta fino all’ultimo tra futuro e passato, infatti, e considerato poi il finale, l’ultima cosa che la protagonista sembra aver imparato a fare è proprio stare nella dimensione del presente.
Nonostante ciò, il film si lascia piacevolmente guardare e, in un modo o nell’altro, mantiene viva l’attenzione dello spettatore che vuol sapere come evolverà la storia e che verrà sorpreso, sul finale, da un colpo di scena che non tutti potevano aspettarsi.