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Vision2030

‘Leggerezza’, la legge del contrappasso

Carlo Chinca firma il cortometraggio Leggerezza, presentato al Festival Vision 2030 - Winter Edition, che ha poco a che fare con la delicatezza e l'oculatezza del balletto classico: utilizza l'enviroment legato a quel mondo come il deus ex machina per parlare di rapporti familiari, eredità dei traumi e della scelta di crearne di nuovi.

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Leggerezza, Carlo Chicca (2024)

Carlo Chinca presenta il suo cortometraggio durante il Festival Vision 2030 – Winter Vision (di cui Taxidrivers è media partners,  ndr): il festival del cinema sostenibile in cui trentuno autori legati al territorio siciliano presentano le loro opere ispirate ai diciassette goals dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Tutti gli obiettivi si diramano su tre prospettive di sviluppo sostenibile: economica, sociale ed ecologica; tra questi la salute e il benessere.

Per questo, forse Chinca decide di parlare della profonda crisi sociale legata ai disturbi alimentari. Che le eccessive aspettative della società, della famiglia, della carriera, del futuro possono (e riescono) a causare negli adulti di domani.

Quando si pensa al balletto classico si rimanda sempre a un immaginario di tulle, ballerine filiformi, tecnica e precisione. Eppure sappiamo tutti che nel suo sottosuolo si aggirano leggende e strumenti che chiamano ansia e distruzione. Leggerezza di Carlo Chinca pone, fin dalle prime battute, una netta distanza tra la purezza delle ballerine (in) provette e i loro insegnanti: gli adulti.

Le ballerine, soprattutto quelle più grandi, portano con sé un senso di disgregazione che si dirama dall’interno. Alle bambine che erano state, sono stati promessi i baluginii delle luci del palcoscenico. Il perfetto riflesso del colore della seta delle punte da ballo, il trucco di chi si deve preparare a una serata di successi. Quello che imparano (poi) è che la distruzione è il contrappasso antecedente alla leggerezza promessa dall’immaginario: le ballerine distruggono le proprie scarpe nuove prima di usarle per ammorbidirle, utilizzano orrendi scarponi imbottiti per far fronte ai dolori acuti dei muscoli che sfrigolano, piedi sanguinanti e tantissimi sacrifici.

Leggerezza, sensibilizzare e rendersi consapevoli

Il contrappasso nel cortometraggio non si presenta solamente nell’aspettativa di raggiungere un obiettivo, ma anche – forse soprattutto – nel finale che seppur meritato, iconico e inaspettato, risulta struggente nel suo significato finale. Il prezzo degli sbagli di una madre si pagano, amaramente o meno. Lo paga Nova che è costretta a prendere le misure del proprio corpo per monitorare il suo aspetto fisico. Lo paga sua madre che, nel tripudio di sentirsi realizzata tramite sua figlia, è destinata a perderla. Ed è in questo senso che Leggerezza, a un certo punto, smette di parlare di balletto e inizia a rivelare altro da sé. I traumi di una generazione e la sua eredità storica, un meccanismo destinato a resistere alle intemperie dell’evoluzione civile. Il figlio destinato a diventare adulto si farà, in qualche modo, carnefice di un lui bambino che punisce, essendo stato punito; ognuno destinato a portarsi con sé i propri traumi.

Leggerezza non ha niente di leggero, al contrario racconta come quell’immaginario è dogmaticamente legato a una candida lettura della violenza. “Ciò che ti fa male, ti fortifica” e, quindi, spingi più in alto l’asticella del dolore, della sopportazione perché vuoi migliorare, diventare la migliore parte di te o, per lo meno, quello che accontenterà meglio gli altri e causerà meno problemi. Poi però ti spezzi, lo facciamo tutti. E Carlo Chinca ce lo racconta.

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Leggerezza

  • Anno: 2024
  • Durata: 14 minuti
  • Genere: dramma
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Carlo Chinca
  • Data di uscita: 26-October-2024