La super attesa serie tv Monsters, diretta da Ryan Murphy e Ian Brennan, è finalmente sbarcata su Netflix lo scorso 19 settembre e sta facendo parlare di sé.
Definita da molti utenti una serie “sensazionalistica”, Monsters é stata criticata dal vero Erik Menendez che l’ha definita incoerente con la realtà dei fatti.
Menendez si è scagliato contro i creatori in particolare per aver indotto gli spettatori a supporre che tra lui e il fratello Lyle ci fosse un rapporto incestuoso ( in realtà, sembrerebbe , frutto di fantasia).
Critiche a parte, comprensibili e scontate per una serie tv tratta da fatti realmente accaduti, pare che Monsters sia già stata rinnovata per una terza stagione e, parola del produttore Ryan Murphy, sappiamo già che tratterà del famoso serial killer Ed Gein, il macellaio di Pleinfield.
Monsters: chi è la vittima e chi il carnefice
O quei ragazzi hanno subito l’abuso più disumano che la nostra mente possa concepire e i genitori hanno avuto esattamente quello che meritavano, oppure hai estorto una performance molto convincente da un assassino bugiardo e psicopatico”.
Famiglia all’apparenza perfetta, madre adorata e padre ricco e in carriera. Due figli, Lyle ed Erik, belli e con tutta la vita davanti. È una calda sera d’agosto del 1989 e i fratelli decidono di porre fine alle vite dei genitori, uccidendoli a colpi di arma da fuoco. La serie tv, prodotta da Ryan Murphy, propone una chiave di lettura tutt’altro che innocentista e parziale.
La difesa giustifica l’omicidio come risposta a ripetuti e violenti abusi, sessuali e psicologici, subiti dai due fratelli da parte del padre. Di contro l’accusa stravolge questa ipotesi, accusando i fratelli di aver agito per incassare l’immenso patrimonio del padre.
La serie tv in questione non è parziale. Scordatevi le scene scabrose e psicologicamente intense di Dahmer, qui Ryan Murphy si concentra molto sulla difesa dei due giovani, avvicinando il serial TV alla struttura del legal drama.
Il ritmo della serie è deliberatamente più pacato, quasi lento, riflettendo forse l’incertezza e l’ambiguità del caso stesso. Gli episodi sfidano continuamente lo spettatore a chiedersi chi siano davvero i veri carnefici e chi le vittime, ma non forniscono mai una risposta netta. Questo stile narrativo, meno incentrato sull’immediatezza dell’azione e più sul gioco mentale, potrebbe risultare ridondante per chi si aspetta la tensione adrenalinica dei precedenti lavori di Murphy (si pensi a Dahmer o ad American Horror Story).
La serie non assume una posizione definitiva, lasciando lo spettatore in un costante stato di dubbio morale. Una visione diversa rispetto a quella data dagli altri prodotti del regista, con un tocco molto più introspettivo e riflessivo anche se, per alcuni, meno coinvolgente.
Lyle: il rabbioso
Lyle Menendez (Nicholas Alexander Chavez), bello e affascinante con qualche problema di gestione della rabbia: questo almeno è quello che Murphy vuole farci credere. Nel corso dei 9 episodi di Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez, il giovane Lyle è quello che vediamo più spesso coinvolto in situazioni conflittuali con i membri della sua famiglia, fatta eccezione del fratello Erik.
La caratterizzazione psicologica che Murphy e i tanti suoi collaboratori fanno di Lyle è a tratti banalizzata. Egli pare il classico ragazzo spocchioso, ricco e viziato che litiga con i genitori perché non si comportano come desidera. In realtà, il suo animo potrebbe ( ancora oggi non si conosce la verità) nascondere un lato fragile e difficile. Se è vero che i giovani sono stati violentati ripetutamente dal padre, i suoi comportamenti così aggressivi potrebbero essere stati segno di disagio e sofferenza.
Chi è il vero mostro?
La serie porta inevitabilmente lo spettatore a porsi delle domande. Tutti potrebbero essere i Mostri di questa storia: i figli, i genitori, gli avvocati difensori ( che spingono per l’omicidio non premeditato), i parenti e così via.
Erik la ‘femminuccia’
Erik Menendez (Cooper Koch) ė ufficialmente il ‘sex symbol’ dell’intera stagione di Monsters. Garbato, timido e più remissivo del fratello, ma definito dal padre e dalla madre un debole, una ‘femminuccia’. In base al racconto che ne fa Ryan Murphy, Erik sembra essere quello che più ha sofferto, anche dopo l’omicidio dei genitori. Il suo ‘stato di colpevolezza’ sarà quello che li tradirà.
Il personaggio di Erik porta con sé una grande complessità ed ambiguità ed è molto difficile capire da che parte stare. Ha ucciso i genitori per crudeltà e cupidigia o l’ha fatto perché stremato dalla situazione in cui sosteneva (e sostiene tutt’ora) di essersi trovato?
Per cercare di far luce una volta per tutte sul caso, Netflix distribuirà The Menendez Brothers, documentario in uscita il 7 ottobre. Per la prima volta in 30 anni i due protagonisti della vicenda parleranno del caso, attraverso interviste inedite rilasciate dal carcere in cui stanno scontando la pena.
Kitty e José – Don’t Dreams it’s over
José Enrique Menéndez, cubano immigrato negli Stati Uniti e Marie Louise “Kitty” Andersen, conosciuta da Joe alla Southern Illinois University, sono una giovane coppia e, innamorati più che mai, decidono di mettere su famiglia. Da questa unione nasceranno Erik e Lyle. Dalla nascita dei figli nella coppia si rompe qualcosa; Kitty lamenta a Joe di metterla al secondo posto, di tradirla e di non avere più la vita perfetta che avevano agli albori della loro relazione. Kitty odia i suoi figli, almeno questa è l’immagine che scaturisce dalla visione del serial.
Josè (Joe) Menendez, interpretato da un fantastico Javier Bardem, è un uomo molto autoritario e severo con i propri figli: redarguisce Lyle ed Erik durante le partite di tennis, insinua una presunta omosessualità del figlio Erik e pare non avere mai fiducia in loro. Il ritratto che abbiamo di quest’uomo è tutt’altro che roseo. Ma si è davvero spinto così tanto oltre da violentare ripetutamente i figli? La moglie Kitty sapeva tutto e per amore del marito ha lasciato che loro soffrissero, pur di affrontare la verità dei fatti?
A queste domande nessuno potrà dare una risposta chiara e definitiva. Una cosa è però certa: Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez, fa parlare di sé.
I prodotti di Murphy riescono sempre a suscitare attenzione in un modo senza precedenti. Dalla colonna sonora (qui Girl I’m Gonna Miss you) al fermento per i suoi protagonisti, fino ad arrivare alla scelta del “caso”, sempre azzeccata e in linea con il senso della serie.
Monsters: tra finto vittimismo e vera pazzia
Anno: 2024
Durata: 36 - 65 min (episodio)
Distribuzione: Netflix
Genere: Thriller, Drammatico, Biografico
Regia: Paris Berkeley, Jennifer Lynch, Clement Virgo, Gregg Aroki, Carl Franklin