‘Heroico’: l’altra faccia delle accademie militari

Proposto al Festival “Entre dos mundos” del cinema Iberoamericano di Firenze, Heroico, del regista messicano David Zonana è basato sui resoconti personali degli ex cadetti dell’accademia militare messicana. La pellicola si distingue dai molti film ambientati nelle accademie militari (penso ad un Top Gun o Full Metal Jacket) perché si muove su due piani ambientativi diversi. La ferocia a cui il protagonista e soprattutto le altre reclute sono sottoposte è nettamente in contrasto con l’apparente calma e linearità dell’ambiente circostante. Come si suol dire: l’apparenza inganna.

Un fattore che sicuramente contribuisce a creare un ambiente così schematico e pulito è il richiamo all’architettura precolombiana caratterizzata da piramidi, grandi scalinate e enormi giardini ben curati (ad un certo punto si fa chiaro riferimento alla popolazione azteca).

La storia di Heroico è storia universale

Il protagonista di Heroico, Luis (Santiago Sandoval Carbajal)

Luis (interpretato da Santiago Sandoval Carbajal) è un coscritto di 18 anni, arruolato nell’esercito soprattuto per fornire assicurazione sanitaria alla madre, Yanín. Egli assiste, soprattuto in vece di testimone oculare ma non diretto interessato, ai soprusi ripetuti e violenti nei confronti dei suoi compagni cadetti da parte dei militari di rango superiore. Luis diventa un testimone privilegiato perché assodato dal suo superiore, il sergente Sierra, ad ottenere un rango militare superiore.

Zonana utilizza l’elemento filmico per denunciare le forze armate del paese, di quanto questo siano corrotte e violente. La storia di Luis, che inevitabilmente assiste ai soprusi e ad atti di favoritismo senza precedenti, è una risposta chiara e definitiva delle reali condizioni malsane del paese.

Tutto concorre per creare nella mente dello spettatore uno stato di perfezione apparente: l’area in cui i militari svolgono gli addestramenti è pari ad un anfiteatro, simbolo del potere e della gloria degli avi.

Se dovessimo fare un passo dietro nella storia monumentale e artistica messicana ci accorgeremmo di quanto gli artisti, penso ad un Diego Rivera o ad un Siqueiros, fossero studiosi attenti nel realizzare progetti monumentali che rispecchiassero il canone della perfezione.

La crudeltà all’ordine del giorno

Quando si affronta Heroico di Zonana si ha sempre il timore che succeda qualcosa, quel senso di ansia e disumanizzazione permea la pellicola dall’inizio alla fine. La sceneggiatura di Zonana porta proprio a questo, cadendo talvolta nella banalità, soprattuto nel raccontare la violenza. Violenza che, a tratti, appare ridondante. La psicologia dei personaggi non viene sempre rappresentata a pieno, in favore di un racconto volto a rappresentare l’ostentazione dei caratteri virili maschili, molto probabilmente segno di una società volta a innalzare quelle qualità negative.

Quello che rimane alla fine è un senso di amarezza  I giovani messicani che cercano di fuggire dalla povertà devono inserirsi in organizzazioni ove vige la violenza, che siano quelle militari o quelle illegali.
Il risultato finale è quello di creare dei veri e propri soldatini, chiamati ironicamente dai superiori Potros che in messicano significa puledri. Questi giovani affrontano un percorso volto alla spersonalizzazione dell’individuo, dove l’unica via di fuga è quella di adattarsi a quelle condizioni o tornare alla vita di povertà di prima.

Di seguito il trailer ufficiale del film, presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival del 2023.