C'è tristezza, buio, sofferenza. Rita Basulto non cerca via di mezzo, va dritta al punto. Lascia un solco profondo. Un messaggio di riflessione sugli orrori commessi dagli esseri umani.
Colori freddi, toni cupi. Ambientazione che quasi non si nota, vuole restare nascosta. Spazio chiuso, opprimente. In questo contesto prende vita Humo, presentato all’ Entre dos Mundos, il Festival del Cinema Iberoamericano di Firenze.
Il cortometraggio di Rita Basulto ha partecipato a festival come il Festival Internazionale dell’Animazione di Annecy e il Festival Internazionale del Cinema di Morelia. Humo è l’adattamento in stop motion di una storia scritta da Antón Fortes, con illustrazioni di Joanna Concejo.
Humo, il trailer e la trama del cortometraggio
Humo dà vita a una narrazione struggente. Attraverso gli occhi del piccolo Daniel ci vengono mostrate le atrocità dell’Olocausto. C’è un senso di impotenza di fronte alle immagini che scorrono davanti ai nostri occhi. L’ambientazione è come se non volesse disturbare la storia, è presente, funzionale, ha la qualità di apparire senza prendersi la scena. Non ci sono sorrisi, non ci sono speranze. C’è solo un destino, segnato, quello di un bambino intrappolato in un incubo.
Esplorare la condizione umana
Rita Basulto grazie all’utilizzo dello stop motion crea subito una connessione con il suo pubblico. “L’imperfezione di questa tecnica ti avvicina a ciò che sei, un essere imperfetto. La maggior parte delle persone che si dedicano alla stop motion apprezzano l’errore, l’imperfezione e i miei personaggi sono così”, ha detto la regista in un’intervista rilasciata all’Istituto Messicano di Cinematografia.
Il luogo è quello di un paesaggio terribile, desolato, arido, privo di felicità. L’animazione viene usata non per generare magia ma per smuovere il pubblico. C’è l’obiettivo di raccontare una storia potente, forte. Si vuole portare lo spettatore a riflettere, a interrogarsi.
E’ un cortometraggio di grande impatto. Ogni sequenza ti rimane impressa. Così come la voce di Smoke – data dal figlio di Rita Basulto, Dante – che mostra sussurri di una straziante fragilità. La disperazione vissuta dal punto di vista di un bambino. I ricordi un passato che non esiste più e la rassegnazione per un finale che sembrava già tristemente tracciato.
“Spero che la mia mamma non pianga troppo. Se non dovessi tornare”
Chi è Rita Basulto?
Ha studiato pittura presso la Scuola di Arti Plastiche e, anni più tardi, ha conseguito la laurea in Arti Audiovisive all’Università di Guadalajara. Ha co-diretto il film “L’ottavo giorno della creazione” (2000) e ha firmato la regia del cortometraggio “Eclosión”. Inoltre, ha contribuito all’animazione di “Desierto Inside” (2008), diretto da Rodrigo Pla. Tra i suoi lavori, ha prodotto e curato la direzione artistica del cortometraggio “Mutatio”, di León Fernández. Come regista, ha realizzato “Lluvia de ojos”, vincitore dell’XI Concorso Nazionale di Cortometraggi dell’Istituto Messicano di Cinematografia (IMCINE), oltre a essere premiato come Miglior Cortometraggio al Festival del Cinema di Durango nel 2013.
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