Forte di numerosi riconoscimenti all’interno dei festival cinematografici, John McDonald arriva a Visioni Dal Mondo con Call Me Mule, un film all’insegna della ribellione e della libertà attraverso l’incredibile viaggio di John Sears.

John McDonald ha debuttato nel 1971 con il cortometraggio Cotton Eyed Joe. Si è fatto strada sin da giovane nell’ambiente cinematografico ottenendo anche una nomination agli Oscar per un suo documentario. Dopo essersi ritirato dalle scene per qualche anno dedicandosi alla produzione, torna sul grande schermo presentando altrettanti capolavori. John McDonald, assieme alla figlia Nina Schwanse, porta sul grande schermo un individuo fuori dall’ordinario ma con la capacità di affascinare.

Forse la lezione più importante che possiamo imparare è quella dell’empatia, della comprensione di coloro che scelgono di vivere in modo diverso

Call Me Mule: l’epico viaggio di John Sears

John Sears, o come preferisce chiamarsi Mule, è un uomo di 65 anni che ormai da più di trent’anni viaggia nell’ovest degli Stati Uniti assieme ai suoi tre muli. Con un percorso di ben 500 miglia per lasciare un messaggio al Governatore della California, Mule difende il diritto alla libera circolazione. Nonostante gli arresti,  continua deciso sul suo cammino mettendo in discussione i valori e le convenzioni della società contemporanea.

Il pellegrinaggio alla ricerca della libertà

Con inquadrature ravvicinate e tempistiche lente, Call Me Mule riesce alla perfezione a raccontare l’epico viaggio di Mule e il messaggio che l’ uomo porta con sé. Il documentario vuole mettere in luce i numerosi problemi riguardo l’accesso alle zone pubbliche e la libertà individuale. Tutti possono vivere come più lo desiderano. La fotografia e il montaggio, in perfetta comunione all’interno del documentario, riescono a risaltare il forte legame tra la natura e il protagonista.

L’attenzione che John McDonald pone all’interno di Call Me Mule è senza dubbio rivolta alle persone e al loro modo di interfacciarsi con il viaggiatore. Attraverso i racconti stessi di Mule e gli incontri fortuiti con gli abitanti delle città che attraversa, il regista divide la nostra società esaltando l’umanità delle persone e criticandone i comportamenti più aggressivi. Le forze dell’ordine, sempre presenti in quasi tutta la durata del documentario, ne sono un chiaro esempio. Comprendere le ragioni per cui Mule ha intrapreso questo viaggio può essere difficile. Nonostante questo, negli anni, ha lasciato un segno indelebile nelle vite delle persone che ha incontrato durante il suo pellegrinaggio.