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Biennale del Cinema di Venezia

‘Campo di battaglia’ di Gianni Amelio, il conflitto più sanguinario

Arriva al cinema il film di Gianni Amelio presentato in concorso a Venezia 81

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campo di battaglia

Il cinema di Gianni Amelio, sin dai suoi primi film, è stato contraddistinto da una forte dualità: da una parte l’aspetto formale, piano, senza (troppi) simbolismi o inutili estetismi e dall’altra i temi e le storie che descrive e racconta. In alcuni casi come ne Il ladro di bambini o il più recente La tenerezza questi due aspetti vanno a braccetto in altri casi, e sto pensando a pellicole come Lamerica o L’intrepido, una delle due prende il sopravvento. Ma non vogliamo analizzare qui il cinema dell’autore calabrese.

Gianni Amelio è un autore, nel vero senso della parola, estremamente riconoscibile, che nonostante uno, due, tre passi falsi è arrivato in concorso in questa Venezia 81 con un film come Campo di battaglia sicuramente ambizioso e pieno di sfumature. Più del solito.

Campo di battaglia è tratto liberamente dal libro, tra il saggio e il romanzo, di Carlo Patriarca, dal titolo La sfida. Il film è ora al cinema con 01 Distribution. 

Con Alessandro Borghi e Gabriel Montesi.

Cosa racconta Campo di battaglia

Siamo sul finire della Prima guerra mondiale, due ufficiali medici amici d’infanzia lavorano nello stesso ospedale militare, dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi. Molti di loro però sono impostori che si sono procurati da soli le ferite e che farebbero di tutto per non tornare a combattere. Ma quando alcuni pazienti si aggravano senza spiegazioni plausibili allora è possibile che qualcuno stia provocando di proposito complicazioni alle loro ferite, perché i soldati vengano mandati a casa. I due medici la pensano molto diversamente l’uno dall’altro. Uno dei due, ne è ossessionato e li combatte a sua volta, quotidianamente, invitandoli a fare il loro dovere, nel nome di qualcosa di più grande. Chi non obbedisce è destinato al Tribunale miliare. L’altro cerca di portarli lontano dalle macerie in tutti i modi possibili.

Campo di Battaglia conversazione con Gianni Amelio

La recensione

In Campo di battaglia il dualismo ameliano si sposta ai due suoi protagonisti: uno quasi “pacifista”, diremmo oggi, interpretato da Alessandro Borghi, senza se e senza ma e l’altro, Gabriele Montesi, ligio, dedito al lavoro e al giuramento di Ippocrate. Due poli intorno ai quali si dipana la grande guerra, terribile e sanguinaria.
Il regista non vuole fare ne un film di guerra ne un film spettacolare anche se la sequenza d’apertura, magnifica, avvolge lo spettatore portandolo in un  un non-luogo, astratto, dominato dalla morte, con i corpi dei soldati assurdamente avvinghiati gli uni sugli altri creando delle immagini decomposte fatte di sangue e ossa. Basterebbe questa per celebrare questa fatica di Gianni Amelio.

Le cose precipitano quando arriva una pandemia d’influenza spagnola e un’ infermiera comincia a sospettare il peggio. Si crea cosi un triangolo (anche amoroso) pieno di sfumature, in un conflitto capace di mettere alla prova affetti e amore. Amelio non è un regista “decadente” come Visconti, ma nel caso del Campo di battaglia alcuni momenti fanno venire in mente Senso del regista milanese.

Campo di battaglia ha una compostezza formale che ci propone delle aperture cosi come “si perde” dietro le tante microstorie che segue. Ma rimanendo ancorato ai suoi personaggi segue la corsa di Anna, l’infermiera, verso il volto attonito di Giulio/Borghi alla disperata voglia di una speranza. Speranza per un futuro che (forse) non ci sarà. Per nessuno.

Editing Sandra Orlando.

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Campo di battaglia

  • Anno: 2024
  • Durata: 104'
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Genere: drammatico
  • Data di uscita: 05-September-2024