In arrivo su AppleTV+ dal 4 settembre, la quarta stagione di Slow Horses sembra promettere grandi emozioni e colpi di scena. E bastano i pochi minuti del trailer per averne un assaggio. In fondo, lo show creato da Morwenna Banks, Will Smith, Jonny Stockwood e Mark Denton, e vincitore di un premio BAFTA, sin dalla sua primissima apparizione sul piccolo schermo, nel 2022, ha saputo conquistarsi la sua (ampia) fetta di pubblico.
Se di motivi ce ne sono vari, sicuramente aiutano la presenza di star del calibro di Gary Oldman e Kristin Scott Thomas, a cui si affiancano giovani e sorprendenti promesse della cinematografia britannica, quali Jack Lowden, Olivia Cooke e Sope Dirisu (già apprezzato in Gangs of London). In questa quarta attesa stagione, nuovi volti entreranno in scena, mentre proseguono le vicende dei “ronzini”.
Slow Horses | La trama della quarta stagione
Dopo il cambio ai vertici dell’MI5, alla cui guida si piazza Diana Taverner (Scott Thomas), e il recupero di Catherine Standish (Saskia Reeves), il Pantano si trova nuovamente in una situazione precaria. Jackson Lamb (Oldman) latita come al suo solito, bivaccando sul divano e minacciando di licenziare i suoi. Nel frattempo, River Cartwright (Lowden) è alle prese con la malattia degenerativa del nonno David (Jonathan Pryce), che rischia di non riconoscerlo più e di compiere gesti inconsulti.
Fonte foto: ufficio stampa APPLETV+
Una notte, infatti, mentre è intento ad accendere il caminetto, l’uomo viene spaventato dall’arrivo improvviso del nipote, che lo saluta frettolosamente prima di salire le scale. Raggiuntolo al piano superiore della casa, David punta un fucile contro River e fa fuoco. Lamb viene chiamato a riconoscere il corpo, quindi informa i suoi “ronzini” dell’accaduto, creando scompiglio all’interno del già poco strutturato team. Il passato dei Cartwright si rivelerà cruciale in modi inaspettati…
Il meglio dell’intrattenimento televisivo
Adattamento del romanzo Spook Street, della serie di spionaggio Slough House di Mick Herron, vincitrice del CWA Gold Dagger Award, la quarta stagione di Slow Horses parte con un incipit che più incisivo, avvincente e coinvolgente non si potrebbe. Il livello registico si conferma sempre altissimo, con la cura dei dettagli e le inquadrature così ricercate da rimandare al cinema d’autore. Pioggia battente, schizzi di sangue, lacrime nascoste: l’intensità della storia deriva anche dagli elementi che la caratterizzano e le danno forma.
Tra le migliori proposte televisive degli ultimi anni, la serie conta sul prestigio e sulle competenze di tutti i reparti, che lavorano all’unisono con lo scopo di realizzare una spy story di tutto rispetto. Il risultato è intrattenimento, ma non di quelli frivoli e passeggeri. Le emozioni aumentano di minuto in minuto, coronando il finale di ogni episodio con cliffhangers d’effetto.
Fonte foto: ufficio stampa APPLETV+
Tra empatia e fallimenti
Nel corso delle stagioni, la narrazione ha permesso non solo di costruire un contesto solido e coerente entro cui far agire i protagonisti, ma anche di creare un legame fatto di empatia e di affinità. Ogni personaggio possiede una sua identità e ha un suo spazio d’azione, cosicché appaia semplice e fondamentalmente divertente l’interazione tra l’uno e l’altro. A ciò si aggiunge il mood dello spionaggio, immersivo e accattivante, e debitore a tutti gli stilemi del genere classico.
Così la quarta stagione di Slow Horses mantiene ancorati i suoi spettatori allo schermo, in attesa di conoscere i prissimi colpi di scena e le imprese di questi uomini e donne messi ai margini, ma in grado di farsi valere e di dimostrare che anche i fallimenti hanno un senso e un’importanza. Soprattutto quando spingono al cambiamento e a una maggiore consapevolezza di se stessi.
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