IF – Gli amici immaginari sbarca su Sky. Distribuito da Eagle Pictures, il film segna il ritorno dietro (e davanti) la macchina da presa di John Krasinski e ci ricorda quanto quest’ultimo sia bravo nel suo lavoro, che arricchisce di tanta passione e sensibilità, donando al pubblico emozioni che restano. L’ultimo lavoro di Krasinski è un’opera per famiglie, ma sono gli adulti coloro che ne resteranno maggiormente impressi.
Per l’occasione, il cineasta si rivolge alle persone che ha a cuore e di cui si fida, a partire dalla moglie Emily Blunt sino ad arrivare all’amico e collega Steve Carell – che ritrova a distanza di molti anni dal cult The Office – passando per Ryan Reynolds, Bradley Cooper e Matt Damon.
IF – Gli amici immaginari | La trama
Bea (Cailey Fleming, la sorprendente Judith di The Walking Dead) è ormai una teenager: a 12 anni ne ha passate più di quante avrebbe dovuto. La perdita della mamma ha lasciato in lei una ferita profonda, che nemmeno il papà (Krasinski), sempre giocherellone e affettuoso, riesce a rimarginare. Schive e solitaria, si è allontanata anche da ciò che le piaceva tanto da piccola, ovvero le pratiche artistiche come per esempio i disegni e i collage.
Costretta a trascorrere qualche giorno con la nonna (Fiona Shaw), mentre il padre aspetta un intervento in ospedale, B si imbatte in una misteriosa bambina. Dopo averla seguita al piano di sopra, scopre che in realtà si tratta di una creatura invisibile alla maggior parte delle persone, con tanto di occhi giganteschi, antenne e tutù. Insieme a lei e al simpatico Blu, conosce Calvin (Reynolds), che la prende a lavorare con lui nell’agenzia di ricollocamento di amici immaginari.
Una semplicità piena di magia
IF – Gli amici immaginari parte da una storia molto semplice, a cui tutti possono avvicinarsi, per poi raccontare qualcosa di magico, intimo, speciale. La scelta di Krasinski, che scrive e dirige il film, di affrontare temi come il lutto e la memoria, attraverso il filtro della commedia e del fantasy, è tutt’altro che banale. Se l’impresa è stata tentata varie volte, anche con discreti successi, qui avviene un vero e proprio incantesimo, che invita il pubblico a tornare indietro nel tempo e a lasciarsi attraversare da ciò che ne consegue.
La giovane protagonista ha uno sguardo puro ma malinconico; il bisogno di essere ascoltata si abbina con la ricerca di uno scopo. Cresciuta troppo in fretta, B non si sente più una bambina, sebbene lo sia. Nel rapporto con il genitore, si intuisce il motivo del suo atteggiamento, volto a difendersi da altro dolore e a isolarsi in una sorta di bolla. I ricordi fanno male, ma sono anche ciò che, paradossalmente, rende felici e vivi.
I veri punti di forza di IF – Gli amici immaginari sono racchiusi in una sceneggiatura che sa valorizzare la bellezza delle piccole cose, di gesti all’apparenza superflui, ma pregni di significato. E Krasinski è eccezionale nel riconoscerli e nel restituirne l’idea, con naturalezza e poesia. L’importanza del ridere e del ricordare sono un fulcro attorno a cui tanto ruota, nella finzione come nella vita.
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