Arriva su Sky Cinema la nuova pellicola di John Slattery, affermato attore americano. Fra i suoi ruoli di maggior successo ricordiamo Roger Sterling in Mad Men (2007-2015) e Howard Stark, il padre dell’iconico playboy miliardario filantropo, l’eccelso Tony Stark.
L’esordio alla regia avviene nel 2014, con God’s Pocket. Nove anni dopo, ritorna sulla scena cinematografica statunitense con una nuova pellicola dai toni tragicomici, Maggie Moore(s) (2023), in parte, capace di mescolare temi fra di loro dissonanti: quali il lutto, il dolore, l’amore e la morte.
Da sinistra verso destra: Tina Fey, Jon Hamm e Nick Mohammed.
Maggie Moore(s) due “casuali” e bizzarri omicidi
Il film è ambientato in una quieta cittadina dell’Arizona, dove la vita sembra scorrere pacificamente. Questa calma apparente viene fortemente scossa da due omicidi che colpiscono inaspettatamente due donne che all’apparenza non hanno nulla in comune, tranne che entrambe si chiamano Maggie Moore.
Spetta dunque alla polizia locale, capitanata da Jordan Sanders –interpretato da Jon Hamm – intraprendere un’indagine che, a colpi di battute, inganni ed agghiaccianti atmosfere, cerca in ogni modo di venire a capo di una rete di sotterfugi ed intrighi, ben mascherata da complici e finti innocenti.
Che cosa ci possiamo aspettare?
Maggie Moore(s) è un perfetto esempio di intrattenimento casalingo: una pellicola che rispetta i cliché del genere mantenendo un ritmo sostenuto, intrattiene e succede nell’intento di ritagliarsi un posto all’interno della nostra routine quotidiana.
Il film è capeggiato, in gran parte, dalla buona chimica fra Jon Hamm e Tina Fey, rispettivamente Jordan Sanders e Rita Grace (raffigurati nella foto soprastante): molto spesso sono proprio le loro scene a rendere accattivante lo sviluppo della trama, invitando lo spettatore a tifare per loro. Dopotutto, due anime sole e sconsolate, non possono fare altro che frasi forza, l’una assieme all’altra.
I personaggi hanno un fare caricaturale: agiscono secondo istinti e cercano, seppur fallendo, di non dare corda all’emozioni; le stesse che smuovono i nostri animi e portano a compiere scelte sorprendenti, talvolta irrazionali. In questa storia, alcune hanno un lieto fine, altre, amaramente, spiacevoli rivelazioni.
Infine, nonostante le spiacevoli vicissitudini, vi è la presenza di una certa leggerezza e spontaneità, che permette al prodotto di essere accessibile ai più. Sia chiaro, le tematiche trattate non vengono mai sminuite ma l’uso alternato del genere comico fa sì che la ricetta finale regali svariati sorrisi.
Certamente, non è un cinema che può piacere ed arrivare a tutti allo stesso modo. Noi di Taxi Drivers lo consigliamo a coloro che sono in cerca di un simpatico giallo, da abbinare ad una serata uggiosa. Senza ombra di dubbio, da vedere raggomitolati sotto le coperte di casa propria, lontani e al sicuro da occhi indiscreti.
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