È disponibile su Sky Cinema e in streaming su Now TvNovember – I cinque giorni dopo il Bataclan.
La pellicola, diretta da Cédric Jimenez (L’uomo dal cuore di ferro), è prodotta da Blonde Audiovisual Productions, Chi-Fou-Mi Productions, Récifilms e Umedia e distribuita da Adler Entertainment.
È stato inoltre presentato al 75° Festival di Cannes, fuori concorso.
La trama di November – I cinque giorni dopo il Bataclan
Novemberricostruisce i giorni di terrore vissuti nel 2015 in Francia, dopo che il 13 novembre una serie di attentati terroristici sconvolge la capitale Parigi e l’intero Paese.
È il gennaio del 2015 quando il terrorista belga di origini marocchine Abdelhamid Abaaou riesce a sfuggire a un’operazione internazionale ad Atene, alla quale ha preso parte anche Fred (Jean Dujardin), agente della squadra antiterrorismo francese. Dieci mesi dopo accade la tragedia: un attacco colpisce Ile-de-France, uccidendo circa 130 persone. Parte sin da subito la caccia all’uomo, guidata dalla squadra antiterrorismo, nella disperata ricerca di arrestare la fuga dei colpevoli.
La missione, a cui prende parte anche Fred, durerà ben 5 giorni, durante i quali gli agenti seguiranno le intercettazioni, ascolteranno i testimoni e indagheranno senza sosta, perlustrando tutta Parigi, Bruxelles e il Marocco. L’operazione si concluderà il 18 novembre 2015 (Fonte: Cinema Cristallo Odenzo).
La recensione di November
Novembermiscela realtà e finzione narrativa per raccontare una delle tragedie più sconvolgenti di quest’ultimo decennio.
Tema centrale della narrazione non è l’attentato in sé, bensì le indagini dei successivi cinque giorni praticate dalla squadra dell’antiterrorismo francese capitanata da Fred, protagonista della storia. Quest’ultimo si dedicherà anima e corpo per combattere in nome della giustizia e per salvare un paese sull’orlo del baratro, trascurando totalmente la sua vita privata e la sua famiglia per proteggere i valori di una comunità devastata.
I protagonisti di questa pellicola sono persone comuni, persone spaventate e addolorate che cercano di mettere da parte ogni emozione, quasi spegnendole, per formare una squadra coesa e stabile che possa proteggersi e spalleggiarsi in una ricerca difficile e lunga che comprende ore e ore di meditazione e spostamenti per un inseguimento all’ultimo respiro.
Una narrazione lenta e una varietà di luoghi
Il regista scandisce la narrazione in cinque giornate, dal 14 al 18 novembre, e lo fa con un ritmo che protende per l’incalzante, ma che in realtà si blocca forse proprio per analizzare, fin nei minimi dettagli, le ipotesi e le teorie che posso aiutare nella ricerca. A lungo andare, però, si rischia di cadere in una monotonia e in una confusione generata dall’arricchimento di dettagli superflui che tendono a far confondere lo spettatore già abbastanza impegnato a non perdersi tra i colori bui e asfissianti della città.
Parigi però non sarà l’unico sfondo protagonista; infatti la squadra si destreggerà tra Bruxelles e il Marocco seguendo e scovando prove con l’aiuto di un personaggio chiave per la narrazione che innescherà timori e sfiducie generati dal pregiudizio.
Luogo chiave da notare nei primi minuti del film è Atene, sfondo di una ricerca pressante dello stesso terrorista che in seguito si ricollegherà alla strage del Bataclan, che avverrà solamente dieci mesi dopo.
Un finale dolceamaro caratterizzato dalla volontà di mantenere le promesse
Come anticipato in precedenza, importante sarà l’aiuto di una testimone, una giovane donna musulmana, che stravolgerà lo stallo delle indagini chiamando all’improvviso proprio per aiutare le ricerche.
Verrà infatti ascoltata e aiutata da un’agente che le darà fiducia promettendole protezione e salvezza. La collaborazione non sarà facile proprio per l’origine culturale della ragazza che verrà per l’appunto considerata complice di depistaggio e tratta alla fine come una detenuta.
Proprio per questo uno dei temi centrali della narrazione risulta essere l’abbattimento di un pregiudizio difficile da scalfire. Infatti possiamo notare come il proprio contesto d’appartenenza influisca, indipendentemente dalla persona che si ha di fronte proprio perché non si riesce a scindere tra una collettività e un’individualità.
Gli ultimi cinque minuti del film risultano emblematici in contrapposizione con la vittoria della missione, si assiste al logoramento della testimone Samia che si ritrova sola, ferita e senza la possibilità di ricominciare. Questo suo sentimento genera angoscia proprio a quell’agente decisa a mantenere le sue promesse e che farà di tutto per poterle garantire un futuro in totale sicurezza.
Mentre tutto sembra ritornare a una normalità quasi sparita, le immagini di quella notte continuano a scorrere nella mente di tutti coloro che hanno perso un amico, un figlio, un parente all’interno di quel teatro francese. Milioni di fiori e biglietti lasciati nel memoriale delle vittime e un sentimento di terrore incessante all’interno di ogni cuore per ricordare una pagina nera di una storia che distrugge, muta, ma si ripete.
I due registi Fabio e Damiano D’Innocenzo raccontano della loro nuova miniserie ‘Dostoevskij’