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Far out isn’t far enough. The story of Tomi Ungerer – Festival Internazionale del Film di Roma – Alice nella città

Far Out Isn’t Far Enough: The Tomi Ungerer Story descrive la lunga e selvaggia avventura di un uomo che ha sperimentato i confini sociali attraverso il suo uso dell’arte sovversiva. Questo film di 90 minuti unisce la narrazione tradizionale del documentario con il meglio di oltre 70 anni di animazione originale di questo ribelle autore e illustratore di libri per bambini.

Pubblicato

il

 

Anno: 2012

Durata: 99’

Nazionalità: Usa

Genere: Documentario

Regia: Brad Bernstein


“Ho un profondo rispetto per un foglio bianco”, così dietro il fumo di una sigaretta accesa, un uomo inizia il suo racconto, quello che vede alternarsi al suo viso selvaggio, ingenuo e profondamente ironico, centinaia di schizzi che lo hanno reso uno tra i disegnatori più versatili e pungenti della società americana da oltre cinquant’anni, Tomi Ungerer.

Spirali, scene erotiche e matite lanciate come missili pronti a scagliarsi su pezzi di carta ancora bianca, diventano il documento di un’arte sovversiva, selvaggia, prova di una coscienza che non può tirarsi indietro di fronte agli avvenimenti controversi e discussi della seconda metà del ‘900.

Così come gli schizzi che ritraggono uomini pronti a sparare ed infierire su altri disarmati e inermi, si alterna alla sua violenta ed epica messa in discussione, un’ingenuità poetica del disegnatore ed autore di favole per bambini che ancora oggi, dopo la censura negli Stati Uniti che anni prima lo ha acclamato, continua a raccontare raccogliendo successi.

Tra Strasburgo, New York, l’Irlanda e il Canada, Ungerer si fa contenitore di diverse culture, stili, ideali, tanto da respirare e riflettere le sfumature dei paesi che lo hanno ospitato nei graffianti disegni che hanno raccontato e nutrito una versatilità tale da riportare con una piena coscienza le zone d’ombra di un’America alla quale prima è andato incontro come una terra ideale e poi si è mostrata nella sua ambiguità, divisa tra il puritanesimo, il perbenismo bigotto ed il sogno di ribellione attraverso le contestazioni che dagli anni Sessanta hanno visto le lotte civili per i diritti negati.

Di questi anni la voce di Ungerer racconta attraverso manifesti pungenti ed ironici graffianti mise en scene mostrando la guerra in Vietnam,le cause razziali, la rivoluzione sessuale, il femminismo e il disarmo nucleare.

Fil rouge della sua vita e carriera è il melting pot, la stratificazione delle diverse culture che lo hanno nutrito, stesso tema al quale Brad Bernstein sembra affidare la sua regia, sapientemente architettata tra l’alternanza di stili e registri con i quali si costruisce il film, Far out isn’t far enough, in concorso al Toronto Film Festival e presente nella sezione “Alice nella città”, del settimo Festival Internazionale del Film di Roma.

Ad arricchirne la narratività poetica, Bernstein lascia che il suo narratore mostri i segni di una matita irreale che sembra ballare sul primo piano del suo viso, intenta a descrivere uno schizzo, immagini accennate del suo personalissimo, caustico ed audace modo di raccontare la vita. Ed è tra lo stile documentario, la lunga intervista al suo protagonista e centinaia di disegni di Ungerer che il film racconta una vita pazza,selvaggia, anarchica, resa esplicita attraverso una grafica simbolica carica di una violenza incredibile che narra il racconto epico graffiante che i suoi occhi hanno restituito in oltre ottanta anni.

Martina Bonichi

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