Il film rappresenta un avvincente adattamento live action dell’omonimo manga giapponese creato da Masami Kurumada, noto per essere la fonte ispiratrice dell’anime prodotto tra il 1986 e il 1989. Le musiche coinvolgenti sono state curate dal talentuoso compositore YoshihiroIke, già noto per il suo contributo al film d’animazione I Cavalieri dello Zodiaco – La leggenda del Grande Tempio del 2014.
L’atteso live action è stato presentato al pubblico italiano il 26 giugno 2023, offrendo un’esperienza cinematografica straordinaria che è durata solamente tre giorni come evento speciale. Con una breve finestra temporale di proiezione, l distribuzione ha pensato di far diventare il lancio come evento unico per gli appassionati. Disponibile su Prime Video.
La storia comune all’anime originale
L’adattamento live action di I Cavalieri dello Zodiaco si rivela un’esperienza cinematografica deludente, incapace di raggiungere le aspettative generose che l’opera originale aveva alimentato nel pubblico. Il film segue la storia di Seiya, un giovane emarginato segnato dal rapimento della sorella e coinvolto in incontri di lotta clandestini. La scoperta della sua energia cosmica, collegata al cavaliere Pegasus, lo catapulta in un addestramento che lo condurrà a diventare uno dei Cavalieri dello Zodiaco e a salvare la dea Atena.
Scelte di produzione non indovinate
Sebbene la produzione del film possa vantare un certo impegno, il risultato finale si perde in una trama noiosa e inconcludente, incapace di cogliere l’essenza dell’opera originale. Il trio di sceneggiatori, composto da Josh Campbell, Matt Stuecken e Kiel Murray, fallisce nel creare una narrazione avvincente, producendo una storia piatta e priva di momenti significativi. La speranza di un adattamento equiparabile a produzioni del calibro Marvel o DC Comics si dissolve rapidamente, lasciando spazio a una pellicola che non riesce a decollare. La scelta della produzione di avvalersi di giovani talentuosi non ha prodotto il risultato atteso, mettendo in evidenza le ingenuità legate all’inesperienza.
I Cavalieri dello Zodiaco – Il protagonista Mackenyu
Anche la preferenza verso Tomasz Baginski come regista si dimostra altrettanto discutibile. Mancando di esperienza dietro la macchina da presa, Baginski non riesce a conferire all’opera una direzione visiva distintiva, lasciando il film in balia di una banalità melliflua. Anche in scene di combattimento, l’uso eccessivo dello slow motion diventa fastidioso, mancando di quel tocco di maestria che avrebbe potuto elevare l’azione. Per fortuna, la scenografia di Janka Erdely rende la rappresentazione godibile, almeno, dal punto di vista estetico.
Pegasus e Phoenix per risollevare le sorti
Per quanto riguarda l’aspetto attoriale, il cast non riesce a compensare le deficienze della sceneggiatura, anche a causa della poca maturità degli elementi coinvolti. Famke Janssen, nel ruolo della madre cattiva, sembra riproporre il suo personaggio della Fenice Nera dalla saga X-Men, mentre Madison Iseman interpreta la dea Atena in modo confusionario e poco convincente. Anche attori come Mark Dacascos, Nick Stahl e Sean Bean non riescono a lasciare una impronta significativa.
In questa cornice, spiccano solo Diego Tinoco, nel ruolo del villain Phoenix, e Mackenyu nel ruolo di Seiya. Tinoco riesce a dare profondità al suo personaggio, mantenendo una credibilità che manca altrove nel cast. Mackenyu, sebbene visivamente attraente, riesce a conferire una profondità inaspettata al suo personaggio, purtroppo sprecato in un contesto cinematografico poco ispirato.
Dal punto di vista tecnico, i costumi e il trucco meritano candidature ai Razzie Awards, mentre fotografia e montaggio svolgono un compito discreto, senza particolari meriti. Gli effetti speciali e le musiche, sebbene eccessivi, cercano di compensare la debolezza della sceneggiatura.
Non per gli appassionati ma godibile distrattamente
In conclusione, I Cavalieri dello Zodiaco si rivela incapace di catturare l’essenza e l’energia dell’opera originale. Prova ne sono i giudizi riscontrabili su Metacritic e Rotten Tomatoes. I più audaci potrebbero ricondurre il film a una operazione postmoderna e, in futuro, potrà essere rivalutato come succede spesso per i B-Movie. L’opzione migliore potrebbe essere considerarlo come un film da vedere distrattamente, senza aspettative e come un’opzione di intrattenimento leggero per serate in compagnia.