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‘Il gioco della morte’. Appassionante serie tv sudcoreana che va oltre la definizione di genere

Ottimo kdrama che racchiude azione, fantasy, horror e dramma sentimentale. Disponibile su Prime Video

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Il gioco della morte è un nuovo kdrama tratto dal webtoon omonimo di Lee Won-sik e Ggulchan. Death’s Game – il titolo in inglese – è una coproduzione di SLL, Saram Entertainment e Studio N, consociata della Webtoon Entertainment. In patria, il prodotto è trasmesso dal canale streaming sudcoreano TVING, mentre in Italia è presente sulla piattaforma Prime Video.

La serie è suddivisa in due parti, ciascuna composta da quattro episodi. La prima è stata distribuita a partire dal 15 dicembre 2023 mentre la seconda è stata resa disponibile dal 5 gennaio 2024.

Se la prima parte era come un festival di buone esibizioni, la seconda è meglio descriverla come una competizione. (il regista Ha Byung-Hoon in una intervista)

Il gioco della morte di Yee-Jae in dodici vite

Il film esplora la vita di Choi Yee-Jae, un giovane che affronta con tenacia le avversità della sua vita, dalla difficile infanzia alle difficoltà di giovane adulto. Lo spettatore viene coinvolto nel viaggio emotivo del protagonista, attraverso la sua disperazione che culminerà nella decisione tragica del suicidio.

Tuttavia, la narrazione prende una svolta sorprendente quando Yee-Jae, dopo il decesso, si imbatte nella Morte che lo obbligherà a intraprendere un percorso di altre dodici vite. Solo se riuscirà a sopravvivere a una di queste, il protagonista eviterà la condanna all’inferno. La serie passa attraverso le vite di:

  • un uomo d’affari invidiato
  • un atleta di sport estremi venale
  • uno studente adolescente bullizzato
  • un killer innamorato
  • un aspirante lottatore imbrogliato
  • un infante indifeso
  • un modello romantico
  • un pittore fuori dalle regole
  • un poliziotto arguto
  • un senzatetto rassegnato
  • un impiegato licenziato e disperato e …
  • evito lo spoiler

Il film, diretto in maniera avvincente da Ha Byung-Hoon e ben recitato da un cast di alto livello, affronta temi profondi di redenzione e resilienza, offrendo una prospettiva unica sulle sfide umane.

Le buone esibizioni della prima parte

Come affermato dallo stesso regista, le prime quattro puntate sono dedicate a una rappresentazione legata a una esibizione spettacolare. Ha, fin da subito, mette in chiaro la commistione di più generi, che metterebbe in difficoltà la classificazione di Casetti e dei suoi seguaci. È difficile inserire Il gioco della morte in un genere specifico: la narrazione passa da una rappresentazione classica sentimentale a una d’azione degna del cinema mainstream, passando per i generi horror, drammatico e poliziesco.

Il gioco della morte - Seo In-guk e Park So-dam nel confronto fra protagonista e Morte

Il gioco della morte – Seo In-guk e Park So-dam nel confronto fra protagonista e Morte

L’interesse, in questa parte, è quella di giocare con le vite che ha a disposizione il giovane protagonista. Personaggi che si andranno a incrociare, in uno schema che la Morte potrebbe avere predefinito, non necessariamente per rendere più agevole il compito dello sfacciato Yee-Jae, che ha osato sfidarla.

A interpretare questo personaggio punitivo, inevitabilmente noir, è la giovane Park So-dam che in molti ricorderanno come protagonista nel celebre Parasite (2019), nel ruolo della giovane Ki Jung. Park riesce a mantenere l’alone di mistero aiutata da effetti, trucco e dalle pistole altamente scenografiche che vengono usate per riportare il giovane protagonista a nuova vita.

Le reincarnazioni a tensione emotiva e sociale

Il dolore e la rassegnazione di Yee-Jae, interpretato da un ottimo Seo In-guk, lasciano spazio, nella prima parte della serie, alle storie più complesse degli altri personaggi.

È un personaggio sfaccettato che lotta tra morti e vite, esprimendo emozioni immediate per istinto. (Seo In-guk, parlando del suo personaggio in una intervista a Panorama)

Choi Si-won interpreta la prima reincarnazione, figlio maggiore del capostipite dell’impero di una grossa società sudcoreana. Choi non ha una parte molto lunga, ma ha il giusto physique du rôle.

Anche Sung Hoon ha un ruolo che non viene sviluppato ma che è decisamente spettacolare, nella rappresentazione di questo volo senza paracadute da ottomila metri di altezza. Kim Kang-hoon è il giovane studente, che da resiliente passa ad essere reattivo rispetto al bullismo subito. Una parte non semplice che il giovane attore interpreta in maniera più che dignitosa.

Il gioco della morte - Kim Kang-hoon ovvero la reincarnazione nel giovane studente

Il gioco della morte – Kim Kang-hoon ovvero la reincarnazione nel giovane studente

Jang Seung-jo interpreta un risolutore, colui che lavora per organizzazioni di malaffare, innamorato di una giovane donna che cercherà di salvare e da cui verrà tradito. È la parte più movimentata, dove il regista Ha non lesina su inquadrature ed effetti. Una spettacolarizzazione degna di un lungometraggio e che Jang supporta molto bene.

L’aspirante lottatore è interpretato da Lee Jae-wook, che deve confrontarsi con la parte di un uomo che accetta la detenzione in cambio di denaro. Lee Jae-wook, come altri suoi colleghi, gioca su un duplice aspetto: quello dell’uomo costretto alla sopravvivenza e quello del figlio che cerca di aiutare la madre. A seguire, la reincarnazione nell’infante. Una parentesi che autori e regista si concedono per portare all’evidenza una realtà che pare preoccupante in Corea del Sud: quella degli infanticidi.

Lee Do-hyun ha la parte più toccante emotivamente, ovvero del modello che confessa alla fidanzata di Yee-Jae ciò che gli sta succedendo. Una rappresentazione, ben supportata dal fascinoso attore sudcoreano, che va a riportare la narrazione su un piano più sentimentale e meno d’azione ma che non disturba e il cui finale è un ottimo hook per la seconda parte della serie.

Il gioco della morte - Lee Do-hyun e Go Youn-jung in una scena della quarta puntata

Il gioco della morte – Lee Do-hyun e Go Youn-jung in una scena della quarta puntata

Le chiusure narrative della seconda parte

La seconda parte della narrazione viene acclarata dallo stesso regista come quella della competizione. E, in effetti, le prime due puntate sono incentrate tutte sul rapporto fra Yee-Jae e il villain del racconto, interpretato da Kim Ji-hoon. Il cattivo, in questo caso, è rappresentato dall’altro figlio del tycoon sudcoreano nonché fratello della prima reincarnazione del protagonista.

Il personaggio di Kim Ji-hoon ha una sfumatura che viene scoperta lentamente ed evidenziata nel finale della prima parte della serie. Il ruolo di antagonista è decisamente nelle sue corde e riesce a mettere in luce i molteplici aspetti, anche sadici, mantenendo l’aura di bello e dannato.

Le reincarnazioni di Yee-Jae, a compimento di questo ciclo narrativo, sono tre: un pittore omicida, un pervicace poliziotto e un senzatetto. Kim Jae-wook imprime all’artista maledetto quell’alone misterioso, che diventa significativo e significante nel finale della sua esistenza. Oh Jung-se interpreta l’agente, un personaggio che viene ampiamente sviluppato, quello che ha più spazio rispetto alle altre reincarnazioni. Oh porta la sua interpretazione a ricoprire, in maniera più che degna, sia il ruolo del determinato accusatore che la parte più emotiva, quella legata al giovane Yee-Jae.

Il senzatetto di Kim Won-hae è un ruolo molto caratterizzato, ben presentato, che serve da collante per arrivare alla conclusione della narrazione. In questo passaggio vi è anche la penultima reincarnazione, portata in pellicola da Kim Geon-ho, ovvero quella dell’impiegato che subisce l’incidente e che condizionerà un colloquio di Yee-Jae, in una chiusura del cerchio narrativo.

L’ultima reincarnazione porta la storia verso un mood decisamente più sentimentale, che potrebbe risultare divergente rispetto a tutta l’esposizione precedente. Eppure, per quanto così distante, non può che essere la giusta chiusura, visto che il tema principale è la morte e ciò che essa comporta. Infatti, la punizione del protagonista ha un obiettivo che il regista Ha risalta e persegue fino alla fine.

Personaggi secondari mai di contorno

In questo racconto, principalmente plot driven, ci sono dei personaggi che, apparentemente, sembrano secondari. Una sensazione che viene poi rettificata quando questi vengono sviluppati, come accade per il personaggio di Kim Ji-hoon.

Il gioco della morte - Kim Ji-hoon ovvero l'antieroe

Il gioco della morte – Kim Ji-hoon ovvero l’antieroe

Kim Mi-kyung raffigura la madre del protagonista. La sua interpretazione, nello scorrere degli anni, nella sua sofferenza davanti al colombario del figlio, mostrano un dolore composto, mai innaturale, neanche nei momenti di estrema rappresentazione del patimento.

Go Youn-jung porta in scena, invece, la fidanzata del giovane suicida. Anche in questo caso, la sua vera natura verrà svelata gradualmente, trovando compimento solo nel quarto episodio. L’attrice è capace di esprimere al meglio la dolcezza della giovane donna, senza artefazioni esasperate.

Infine, Nam Kyung-eup ricopre il ruolo dell’affarista, padre dei personaggi di Kim Ji-hoon e di Choi Si-won. Una recitazione paradigmatica rispetto la cultura sudcoreana, dove senso dell’onore e dedizione lavorativa sono imprescindibili.

Il gioco della morte è un “gioco” ben riuscito

Oltre a tutto il cast attoriale, numeroso e tutti di estremo livello, il regista Ha ha potuto fare affidamento su una troupe che è riuscita ad assecondarlo totalmente. Effetti speciali – la rappresentazione dell’inferno è suggestiva – trucco e costumi più che adeguati, uso della macchina da presa non scontato: tutti elementi che sono un valore aggiunto. Il lavoro realizzato non ha davvero nulla da invidiare a un lungometraggio e riporta a produzioni europee di serie televisive come l’inglese Sherlock (2010-2017)., dove il lavoro autorale è pregnante.

Il gioco della morte - Seo In-guk nei panni del giovane Yee-Jae

Il gioco della morte – Seo In-guk nei panni del giovane Yee-Jae

È davvero difficile non essere coinvolti, soprattutto considerato che la trama va a includere diversi aspetti emotivi. Se la prima parte della stagione è decisamente adrenalinica ed emotivamente coinvolgente, la seconda parte non è da meno, andando a toccare nuove corde sensoriali.

Il finale corre il rischio di deludere, dopo le forti emozioni che lo spettatore ha provato in precedenza. Ma quando finalmente si abbandona la frenesia e ci si lascia cullare dalla amara dolcezza sentimentale – ossimoro necessario – allora tutto prende un senso. Il vero significato, che poi sublima la bravura di Ha: correre il rischio di un calo tensivo per arrivare a una quadratura necessaria. Che non farà altro che alimentare la speranza di una nuova stagione.

Guardalo gratis su Prime Video con la prova di 30 giorni.

Il gioco della morte

  • Anno: 2023
  • Durata: 8 episodi di 50’ circa l’uno
  • Distribuzione: Amazon Prime Video
  • Genere: Drammatico, Fantastico
  • Nazionalita: Corea del Sud
  • Regia: Ha Byung-Hoon
  • Data di uscita: 15-December-2023