Dal 27 novembre è disponibile su Disney+ il docufilm Raffa, diretto da Daniele Luchetti e dedicato a Raffaella Carrà. Diviso in tre episodi della durata di circa un’ora l’uno, Raffa è un ritratto della donna, showgirl, cantante, ballerina e di tutto ciò che la Carrà è stata per l’Italia, e non solo.
Episodio 1 – Lella
Accompagnati dalle persone che l’hanno conosciuta e affiancata per tutta la sua carriera, ripercorriamo i passi che hanno portato Raffaella Pelloni, una semplice ragazza della riviera romagnola, a diventare Raffaella Carrà, la showgirl italiana più grande di sempre. Da Bellaria ai palchi e stadi di tutto il mondo. Lella, romagnola di umili origini, ha un’infanzia difficile. Viene abbandonata dal padre e cresciuta da una madre fredda e dura, che le insegna fin da bambina come comportarsi nella vita.
Da subito ha chiare quali sono le sue passioni: ballare e recitare. Inizia quindi, ancora bambina, a prendere lezioni di danza, per poi abbandonare la scuola e iscriversi al Centro Sperimentale di Cinema a Roma. Qui studia recitazione e conosce persone del calibro di Marco Bellocchio. Da Roma a Hollywood il passo per Lella è breve. Già divenuta “Carrà” in seguito agli errori di pronuncia sui set cinematografici, esordisce al fianco di Frank Sinatra ne Il colonnello Von Ryan e il successo del film la porterà a Hollywood, circondata dalle più grandi star del tempo. Ma quella vita a Raffaella non piace, le è stretta: una personalità come la sua ha bisogno di azione, di poter fare e provare ciò che vuole. Decide allora di tornare in Italia, ricominciando la gavetta.
Conosce Gianni Boncompagni, suo partner per molti anni. Poi la Rai le dà una possibilità: nel programma Io, Agata e tu, presentato da Nino Ferrer, le vengono concessi tre minuti in cui può ballare a suo piacimento. Quei tre minuti bastano a conquistare il pubblico di tutta Italia. Da quel momento nasce l’inarrestabile fenomeno Carrà, fatto di danza, gioia, azione e trasgressione, come nel celebre “scandalo” dell’ombelico in mostra a Canzonissima, che la portò al centro del dibattito pubblico per molto tempo. Un episodio controverso che però lancia Raffella alla conquista dell’Italia e del mondo. Infatti di lì a poco arriverà il ballo del Tuca Tuca, la conduzione di Milleluci con Mina e una pietra miliare della disco music italiana, Rumore.
Episodio 2 – Rafaela
La Carrà e la Pelloni, due lati della stessa donna. Come disse la stessa Raffaella, quando la Carrà arriva al limite e si stanca di fare qualcosa, arriva la Pelloni e la porta via. Così fu nel 1975. Raffaella decide di lasciare l’Italia per lanciarsi alla conquista dell’Europa, partendo dalla Spagna.
Debutta nella tv spagnola prima con Señoras y señores, poi con La hora de Julio Iglesias. Rafaela riesce a portare la sua energia e libertà anche in Spagna e lo fa nel momento storico perfetto. Di lì a poco infatti finirà la dittatura di Franco e il paese tornerà ad essere libero. Il successo della Carrà però non si limita all’Italia e alla Spagna, perché la showgirl conquisterà anche il Sudamerica diventando una vera e propria star. Dal ’77 iniziano i suoi tour, dall’Argentina al Venezuela, passando per Uruguay e Cile. A rovinare questo successo internazionale sarà però la lontananza e la separazione da Gianni Boncompagni, incapace di seguirla durante i suoi tour.
Tornata in Italia nel 1978 Raffa presenta Ma che sera, suo primo programma a colori. Ma la gioia e l’allegria di Raffa sono ben presto rovinate dal clamoroso caso del rapimento di Aldo Moro. Il programma, pre-registrato, andrà comunque in onda, con l’obiettivo di distrarre gli italiani dalla triste realtà del momento. La carriera della Carrà prosegue poi con l’incontro con Sergio Iapino, all’epoca ballerino, che diventerà il suo nuovo compagno con il desiderio, giunta ormai a quarant’ anni, di avere un figlio.
Raffa: libertà, energia, rumore.
Ballerina, attrice, presentatrice e cantante: tutto ciò che è riuscita ad essere Raffaella Carrà, ma forse sono solo categorie limitanti. Raffa infatti era più di questo: era energia allo stato puro, emozione, gioia, sregolatezza. Raffa faceva Rumore. Riusciva in ogni ambito a donarsi completamente al pubblico, arrivando stremata alla fine di ogni concerto o programma. Fu la prima a indossare abiti osé per l’epoca, mostrando l’ombelico in televisione, creando dibattiti e contestazioni, ma allo stesso tempo diventando simbolo della libertà femminile. Riuscì a rappresentare desideri e sogni di ogni donna, per poi diventare simbolo anche di ogni comunità LGBT. I suoi inconfondibili passi di danza, le sue canzoni, da Rumore al Tuca Tuca, l’hanno elevata da showgirl a icona mondiale.
Raffa riesce a mostrare tutti questi lati di Raffaella, una donna dalle umili origini, facendo capire a ogni italiano quanto fosse seguita e amata anche all’estero. Dalle folle argentine a quelle messicane, passando per quelle spagnole. Riusciamo a capire l’impatto che una showgirl, una donna, un modo di fare, hanno avuto sull’intero pianeta.
La Pelloni e la Carrà, due lati della stessa donna
Non soltanto televisione e concerti. Il documentario riesce a mostrare anche l’altro lato di Raffaella, la donna più semplice, timida e riservata, Raffaella Pelloni. Una donna cresciuta senza padre, una donna che aveva bisogno di amore e attenzioni, una donna che riusciva ad essere molto diversa da ciò che poi mostrava sul palco. La Pelloni, però, era la donna che aveva il potere, e che controllava la showgirl. Come dice la stessa Raffaella, infatti, quando la Carrà raggiungeva il limite, la Pelloni capiva che era arrivata l’ora di una nuova sfida e di una nuova avventura.
Nel documentario c’è spazio anche per le storie d’amore di Raffaella, dalla breve storia con Gino Stacchini, calciatore della Juventus conosciuto in riviera, al legame sentimentale e artistico con Gianni Boncompagni. Con quest’ultimo trascorrerà molti anni della sua vita e della sua carriera che li porteranno, durante il successo in Sudamerica, ad allontanarsi sempre di più. Al termine del secondo episodio scopriremo un altro legame fondamentale, quello con Sergio Iapino. Da questo legame, più stabile e sincero, nascerà in Raffella, nella Pelloni e anche nella Carrà, il desiderio di mettere da parte per un attimo la carriera e diventare mamma.
Raffa : un ritratto sentito e sincero
Il documentario riesce quindi a mostrare in ogni aspetto ciò che è stata Raffaella, per il nostro paese e non solo. Le testimonianze, le immagini d’archivio e le interviste ci permettono di comprendere appieno la dimensione e la grandezza del personaggio e anche della donna che vi stava dietro.
Per tre ore lo spettatore capirà, rimpiangendola, quanto Raffa sia riuscita a donare a chi la ascoltava e la guardava. Riuscendo a rivivere un po’ di quelle emozioni che soltanto la Carrà è riuscita a far provare a milioni di persone.