Dopo aver riscosso un successo internazionale, arriva su Netflix il film Sisu – L’immortale, scritto e diretto dal regista finlandese Jalmari Helander. In questo film il sessantacinquenne Jorma Tormilla interpreta un veterano di guerra che affronta, a mani nude o quasi, i soldati nazisti in ritirata nella selvaggia Lapponia.
Significato della parola Sisu
Sisu è una parola finlandese intraducibile. Starebbe a significare “una forma di coraggio spaventosa, una determinazione inimmaginabile”. Sisu si manifesta quando tutte le speranze sono andate perse.
La trama di Sisu – L’immortale
1944 – La Seconda guerra mondiale sta giungendo al termine. L’Unione Sovietica e la Finlandia hanno firmato l’armistizio di Mosca, che stabilisce che la Finlandia deve disarmare i nazisti e obbligarli ad abbandonare la Lapponia. Così i soldati tedeschi adottano la tattica di fare terra bruciata, distruggendo tutto ciò che incontrano ritirandosi.
Nel frattempo, in un angolo remoto della Lapponia, un uomo ha deciso di lasciarsi la guerra alle spalle, diventando un cercatore di oro. Avendo successo nella sua impresa, decide di andare in una banca locale per riscattare il bottino, ma deve prima affrontare un plotone di nazisti che stanno percorrendo la strada della ritirata.
Inizia così una battaglia per la sopravvivenza “tutti contro uno”, ma i nazisti non sanno chi stanno per affrontare.
La recensione di Sisu – L’immortale
Sisu: L’immortale è un film di produzione finlandese che vede alla regia un prestante Jalmari Helander. Il regista abbraccia senza vergogna le dinamiche del film di genere, dando vita ad un action spietato, di una violenza estrema, ma non troppo invadente. Infatti, tutto il film è caratterizzato da un umorismo dark che lo rende molto accattivante. Non perde, inoltre, una certa sensibilità nel racconto della storia, che non è fatta solo da una serie di scene splatter; anzi, riesce a parlare di guerra senza sminuire il suo orrore.
Il racconto è diviso in capitoli, in cui ci addentriamo insieme al nostro mitico protagonista.
Capitolo 1: L’oro
Il grandioso Jorma Tommila non interpreta un veterano di guerra qualunque: quello che scopriremo chiamarsi Aatami Korpi si era guadagnato il soprannome di Koschei (L’Immortale) durante la Guerra d’Inverno. All’inizio, però, ci viene presentato come un vecchio eremita, che cerca l’oro nella selvaggia Lapponia, in compagnia del suo fidato cane e del suo cavallo.
La forza di questo personaggio sta proprio nel riuscire a sorprenderci. Innanzitutto, non si vede spesso un protagonista di una certa età nei film action, ma in questo caso la sua anzianità ci racconta una forza ancora più straordinaria. La sua non è solo prestanza fisica, ma anzi tenacia e coraggio. Il suo corpo usurato dal tempo, che vediamo pieno di cicatrici mentre si lava nel fiume, non è simbolo di debolezza, e questo ci verrà confermato nei successivi novanta minuti del film.
Jalmari Helander rivela di essersi ispirato a Rambo per il suo protagonista, in modo da rappresentare al meglio un uomo resistente che affronta, da solo, la natura selvaggia e un nemico temibile.
Korpi con il suo cane
Capitolo 2: I nazisti
In Sisu: L’immortale c’è un vero e proprio antagonista, che sono i nazisti. Abbiamo già imparato da Tarantino che vedere criminali nazisti uccisi teatralmente da dei “bastardi senza gloria” non può che stuzzicare il pubblico. In questo film assistiamo ad una dinamica simile, ma che mantiene la sua originalità. Il nostro Korpi dà sfogo al desiderio recondito dello spettatore di “fare giustizia”.
Capitolo 3: Campo minato
I nazisti hanno riempito la strada di mine durante la loro ritirata. Il nome di questo capitolo rappresenta quello che è il percorso di Korpi per tutto il film. Ogni momento potrebbe essere l’ultimo, ma più andiamo avanti nella storia e più ci sembra che il nostro protagonista si rifiuti di morire.
Capitolo 4: La leggenda
Soldato SS:
“Credi davvero che sia immortale?”
Aino:
“No…lui si rifiuta di morire”
E questa è la leggenda che aleggia intorno alla figura del Koschei, “l’Immortale”, che ci viene descritto da una delle prigioniere finlandesi dei soldati SS, Aino, interpretata da Mimosa Willamo.
In Sisu: L’immortale trovano ampio spazio i personaggi femminili delle prigioniere, che si riveleranno di fondamentale importanza, nonché alleate di Korpi.
Prigioniere finlandesi
Capitolo 5: Terra bruciata
Quello che fanno i soldati nazisti che se ne stanno andando dalla Lapponia è usare la tecnica militare della terra bruciata: distruggere tutte le risorse che non si è in grado di asportare in modo da non lasciare possibilità di approvvigionamento al nemico. In questo caso i nazisti devastano tutto ciò che incontrano, come città, strade e ponti.
Nel capitolo “Terra bruciata”, Korpi giunge in una città che ormai è diventata un cimitero. Per quanto splatter e a volte grottesco, Sisu: L’immortale mantiene una certa delicatezza nella narrazione e soprattutto nella costruzione del protagonista.
Senza che ci dica una parola, capiamo che Korpi porta sulle spalle un dolore immenso, quello della perdita. La borsa piena di pepite d’oro è tutto ciò che gli è rimasto. I nazisti gli hanno tolto tutto.
Il film tocca il tema della futilità della guerra, idea incarnata dal protagonista, che si è ritirato, ma é pur sempre perseguitato dalla violenza.
Capitolo 6: Uccidili tutti
Il filo conduttore di Sisu: L’immortale è sicuramente anche il desiderio di vendetta, che cresce di minuto in minuto anche in noi spettatori.
Se dal film traspare l’inutilità della guerra e la sua violenza è chiaramente ingiustificata, la vendetta di Korpi invece, nella sua atrocità, appare come portatrice di equilibrio, sintomo di un revenge movie ben scritto.
L’ultimo capitolo
Alla fine dei suoi novanta minuti siamo soddisfatti, la sua brevità non è sinonimo di fretta. Sisu: L’immortale è sicuramente un prodotto appetibile, di quelli poco pubblicizzati che una volta scoperti lasciano di stucco, positivamente o negativamente che sia. Di sicuro é difficile staccare gli occhi dallo schermo durante la sua visione.