Jackie The Wolf è in concorso al Rome Documentary Film Festival. Il film è presentato nella sezione World – Doc del festival.
Di cosa parla Jackie The Wolf
La protagonista di Jackie The Wolf, Jacqueline Jencquel, ha 74 anni ed è in buona salute per la sua età. Non si trova in difficoltà economiche e vive nel popolare quartiere parigino di Saint-Germain. Nonostante tutto questo, ritiene di aver vissuto la sua vita. E, rifiutandosi di andare oltre, decide di stabilire una data nel quale morire tramite suicidio assistito.
Nel 2018 la piattaforma mediatica Konbini rilascia un’intervista con Jacqueline. La donna dichiara che la sua morte arriverà prima che l’anzianità si faccia veramente sentire, ritenendo che “la perdita di autonomia è la fine della vita”.
La sua storia, al centro anche di Jackie The Wolf, diventa virale in Francia, dove con questo particolare annuncio nascono dibattiti e interviste. Nel 2020, inoltre, Jacqueline pubblica un libro che esplora la sua filosofia dietro la sua scelta: Terminer en beauté di Favre editore.
Il film, diretto dal figlio Tuki Jencquel, rivive i suoi ultimi anni, e come si trova a rimandare la data scelta per forti motivazioni personali. Inizialmente, il voler vivere un’ultima primavera, e morire prima dell’arrivo dell’estate e dell’ondata di calore. I suoi piani vengono però stravolti. Aspetta un nipote, e, ancora una volta, decide di rimandare il suo ultimo giorno di vita.
“Sono vecchia abbastanza per morire. La mia paura è di invecchiare ulteriormente. La decrepitezza mi spaventa più della morte” – Jacqueline Jencquel nel suo libro “Terminer en beauté”
Il rifiuto della vecchiaia
Jackie The Wolf non è solo un documentario che racconta gli ultimi anni di Jacqueline, ma anche un dibattito tra madre e figlio, che si oppone alla sua decisione di morire. È un viaggio tra momenti di volgarità ed estrema sensibilità, nonché di profonda riflessione sulla morte, sul suicidio assistito, sulla vecchiaia e sulla solitudine.
Al centro di Jackie The Wolf c’è una donna che rifiuta la vecchiaia e si sente pronta a quello che c’è (o che non c’è) dopo. Il film racconta senza censure i suoi desideri, le sue passioni, e il confronto con un’altra donna, affidatasi anch’essa al suicidio assistito. La conclusione con le immagini della casa vuota della protagonista, accompagnato da un toccante messaggio di addio rivolto al figlio, afferma un’ultima volta il forte individualismo e l’amore per la vita che ha vissuto.