‘Prendi il volo’ Un’avventura a portata di anatroccolo
Ancora in sala dal 7 dicembre, Prendi il volo è un'avventura per tutta la famiglia, forte di un'ottima caratterizzazione, di una regia sorprendente e di una colonna sonora d'eccezione.
Distribuito e ancora in sala dal 7 dicembre, Prendi il volo è il nuovo film d’animazione prodotto da colui che è sempre una garanzia, ovvero Chris Meledandri. In cabina di regia, Benjamin Renner – con la co-direzione di Guylo Homsy – confeziona un’opera a portata di bambini, che ha però uno stile, una scrittura e delle suggestioni molto godibili anche per un pubblico adulto.
La versione originale è arricchita dalle voci di Kumail Nanjiani, Elizabeth Banks, Danny DeVito, Awkwafine; mentre in italiano troviamo una coppia d’eccezione a doppiare i due protagonisti, Mack e Pam, formata da Francesco Scianna e Serena Rossi. Il film è preceduto da un simpatico cortometraggio che vede protagonisti i Minions.
Prendi il volo | La trama
I Mallard sono una famiglia di germani reali, anatre selvatiche che vivono nelle zone di acqua dolce. Mack e Pam sono i genitori di Dax e Gwen, due anatroccoli molto curiosi e appassionati di storie d’avventura. Il giorno in cui, nello stagno in cui vivono, incontrano un gruppo di anatre che stanno migrando, il loro desiderio più grande diventa quello di partire tutti insieme.
Mack si oppone fermamente all’idea, consapevole dei rischi e dei pericoli in cui si imbatterebbero. In fondo, il suo essere così prudente e chiuso è ciò che li ha sempre protetti, nonostante le lamentele dei piccoli e i tentativi di convincimento di Pam. Alla fine, però, quest’ultima riesce a convincerlo, dando così inizio a un’avventura che non dimenticheranno mai.
Grazie per avermi aperto gli occhi.
Favole che rispecchiano il mondo
Prendi il volo presenta una serie di personaggi incredibilmente realistici, nonostante abbiano le fattezze di volatili di ogni sorta. Il punto di forza del progetto è, probabilmente, da rintracciarsi proprio in questa sua capacità di antropomorfizzare i protagonisti. E così la favola ha inizio.
La famiglia dei Ballard rispecchia alla perfezione le caratteristiche e le dinamiche di un qualsiasi gruppo di umani. Dal capofamiglia severo ma affettuoso, al figlio maggiore pronto e deciso a emanciparsi, dalla mamma che risolve le situazioni, alla piccola di casa che alla fine ha un ruolo fondamentale. Nel mezzo, numerose figure a rappresentare altrettante tipologie.
Il panico mi rilassa.
I valori esibiti nel corso della narrazione assumono ancora più importanza, grazie al modo in cui si attaccano alla storia. Si parla di coraggio, di libertà, di speranza, di affetto, in maniera semplice ma non superficiale. E sembra trovare spazio addirittura una velata critica allo stile di vita di un certo tipo di uomini.
Un’avventura dallo sguardo cinematografico
La scelta di raccontare la migrazione di queste creature permette di far vivere un’avventura a tutti gli effetti, che contiene anche insegnamenti da tenere sempre presenti. Imprevisti, incontri e pericoli vanno a costituirne la struttura, costringendo ogni personaggio ad adattarsi e a scovare dentro di sè qualcosa che non sapeva di avere. Ed è così che le emozioni crescono, di pari passo con il divertimento.
Affidata a Mike White, la scrittura di Prendi il volo risulta frizzante e godibile, arricchita qui e là da rimandi a un immaginario (non solo e necessariamente filmico) che ci appartiene. La ciliegina sulla torta è, però, la regia: da uno stagno del New England alla Giamaica, passando per Central Park, ogni inquadratura offre uno sguardo profondamente cinematografico. Un ultimo plauso alla colonna sonora, piena di cover d’eccezione.
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