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‘Taxibol’ l’omaggio a Lav Diaz

Il cinema come lotta politica . Su Mubi

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Taxibol

Taxibol, diretto da Tommaso Santambrogio, con la partecipazione straordinaria del regista filippino Lav Diaz, è stato presentato al Linea d’ombra Festival, nella sezione Concorso Linea Doc.

Il film è ora in streaming su Mubi.

Il cinema come lotta politica.

Taxibol è una pellicola profonda e genuina sul potere delle immagini e del cinema. Un manifesto politico, sociale e culturale dove la macchina da presa diventa un’arma per abbattere ogni barriera.

La trama di Taxibol

A bordo di un taxi che percorre le strade dell’Avana, Lav Diaz conversa con il tassista. Il regista filippino parla del suo cinema come una missione, ponendo le basi per un film che possa offrire giustizia al suo popolo, andando alla ricerca di un generale del regime di Marcos, apparentemente rifugiato a Cuba.

Taxibol', Lav Diaz sul taxi a Cuba

Il dialogo come manifesto politico

“Not art for art’s sake, fuck art’s sake”.

È questa una delle tante frasi che il regista filippino Lav Diaz scambia con Gustavo Flecha, un simpatico tassista cubano. I due sono a bordo di un veicolo e percorrono le caratteristiche strade dell’Avana. Dinanzi a loro la macchina da presa di Tommaso Santambrogio, che con un uso molto espressivo del campo e controcampo, registra un dialogo che diventa un vero manifesto politico.

Tommaso Santambrogio decide di ambientare questa sua seconda opera a Cuba, senza allontanarsi troppo dalla location del suo primo film, Los oceanos son los verdaderos continentes. Questa volta, però, il regista sembra realizzare un vero e proprio omaggio a uno dei suoi maestri, Lav Diaz, che ricopre il ruolo da co– protagonista nella prima parte del film.

Taxibol è un film tanto semplice, quanto complesso, per il modo di stratificare la realtà. Un semplice dialogo tra il cineasta filippino e un tassista diventa un intento politico. Parole, scambiate tra due uomini diversi. Diversa nazionalità, diversa lingua, diverso lavoro e diversa estrazione sociale. Lav Diaz e Gustavo, però, riescono a comprendersi, anzi arrivano a fidarsi l’uno dell’altro.

Tra i due c’è un dialogo semplice. Lav e Gustavo si intrattengono nel taxi parlando delle loro esperienze, di ciò che avviene nel mondo, di ciò che li circonda e ci circonda. Non hanno bisogno di interrogarsi sui grandi sistemi, ma riescono a realizzare un ritratto della loro realtà, dove ognuno di noi può trovare una particolare e unica comunanza.

TAXIBOL

Taxibol: un omaggio a Lav Diaz

Un amore finito, la passione per il lavoro e la condivisione di una missione. Sono queste le tappe salienti del breve dialogo che forma la prima parte di Taxibol. Il regista e il tassista riescono ad abbattere ogni barriera linguistica e culturale. Si raccontano, esprimono l’amore per il loro rispettivi lavori, giungendo alla condivisione di una vendetta politica. Quest’ultima collega, esplicitamente, Taxibol al cinema di Lav Diaz.

Il regista filippino ha sempre sentito la necessità di raccontare il suo Paese. Un continuo rimbalzo tra passato e il presente. È ciò che avviene in Elegy to the visitor from the revolution, dove il passato coloniale viene rivisto attraverso gli occhi del presente. Taxibol, però, richiama il contesto di un altro film del maestro. Si tratta di Melancholia, un’opera che si interroga sul numero incalcolabile di sparizione avvenuto nelle Filippine durante la dittatura di Marcos.

Lav Diaz confessa a Gustavo di essere giunto a Cuba per rintracciare un criminale, un generale del regime di Marcos, il dittatore che nel 1972 istituì la legge marziale per sopprimere una rivolta popolare. Il mostro da cercare si chiama Juan Mijares Cruz e pare fuggito a Cuba, dopo aver torturato, ucciso e fatto sparire migliaia di persone.

Il regista vuole ritrovare l’uomo per realizzare un film su di lui e chiede l’aiuto di Gustavo e quest’ultimo accetta di dare il suo contributo. Quella del regista è a tutti gli effetti una volontà di vendetta e Taxibol si pone come un revage movie. L’identificazione con il genere, però, avviene solo in parte, giungendo a un esito dove avviene la vendetta, ma questa non è plateale. Nonostante le parole di Lav Diaz, che dichiara: quando lo troverò mangerò il suo cervello, la concretizzazione dell’atto avviene in un assordante silenzio, senza spargimenti di sangue, almeno apparente.

TAXIBOL

Taxibol: la vendetta cinematografica

La vendetta, però, non è meno potente e utilizza la macchina da presa come una potentissima arma. Questa non spara proiettili, ma crea immagini in movimento, graffiate da una suggestiva fotografia in bianco e nero. Dopo che Gustavo ha accettato di aiutare il regista filippino, si conclude il loro dialogo e inizia la seconda parte di Taxibol. Questa è caratterizzata dalla messa in pratica delle intenzioni. In un luogo imprecisato di Cuba vediamo il generale che trascorre le giornate nella sua nuova vita. Un’esistenza tranquilla, lontana dal suo passato di criminale, ma è davvero così?

Il generale vive nel benessere, con la servitù pronta a servirlo in ogni momento. La sua nuova vita, però, è una gabbia dorata. É in un luogo presente, dove il passato torna perennemente con i suoi fantasmi. Questi vengono rappresentati attraverso vari registri cinematografici. Ed ecco servita la vendetta.

Taxibol è un film con una struttura a specchio molto affascinante, che caratterizza l’opera come un’operazione politica. Attraverso un tragico episodio storico delle Filippine si chiama in causa la situazione politica attuale, in cui dittatori populisti stanno portando l’umanità in un profondo abisso.

Un cortocircuito temporale e geografico, dal particolare all’universale per vivere il cinema come strumento politico. In malora l’arte fine a se stessa, ma in Taxibol, oltre alla volontà politica, c’è anche tanta arte. Il film di Tomasso Santambrogio alterna un linguaggio vicino al cinema della realtà, con un altro mirato alla ricostruzione filmica. E quest’ultima, senza mai rinunciare alla vocazione del reale, rende evidente una grande resa artistica.

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Taxibol

  • Anno: 2023
  • Durata: 47 min
  • Genere: film documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Tommaso Santambrogio