Se mi tagli la testa cosa dirai? Me e la mia testa o me e il mio corpo? Che diritto ha la mia testa di chiamarsi me! Così parla Trelkovski ne L’inquilino del terzo piano, opera che Roman Polański dirige nel 1976. Questa citazione è calzante per descrivere ciò che Patrick Biesemans cerca di esprimere con Creep Box, opera sci-fi in concorso alla 23esima edizione del Trieste Science+Fiction Festival. Ma l’opera di Biesemans non è solo questo, è anche una riflessione sul ruolo che le IA potrebbero ricoprire in un futuro non troppo lontano, e di come questo ruolo possa influenzare addirittura la gestione del dolore umano.
Trama
La trama di Creep Box è molto semplice: un dottore, o se si preferisce scienziato, ha inventato una scatola che permette di comunicare con la coscienza dei defunti grazie alle IA e questa invenzione lo porterà in un abisso personale.
L’opera si configura come un thriller sci-fi con le classiche implicazioni etiche e morali che l’argomento si porta dietro e che, soprattutto in quest’ultimo periodo, stanno riemergendo nei dibattiti pubblici. Biesemans, però, compie un passo e sposta la questione in avanti. Il problema di Creep Box si trasforma in altro, in una riflessione. Una riflessione sul lutto, sulla perdita e sul ruolo che il dolore gioca nelle vite di ognuno di noi.
Una riflessione mediale
L’opera di Biesemans come detto sviluppa una riflessione non tanto sulle conseguenze dell’utilizzo delle IA, quanto sulle ragioni etiche e morali che spingono questi utilizzi. Sin dai primi momenti infatti Creep Box spinge molto sul concetto di flusso, un concetto caro agli studi mediologici. Secondo gli studi mediologici contemporanei siamo inseriti come società in un flusso mediale che ci bombarda di informazioni e che ci permette di essere collegati in qualsiasi momento con qualsivoglia spazio eliminando di fatto lo stesso concetto spazio-temporale.
Biesemans amplia questa spazialità zero portandoci nell’unico luogo che non possiamo raggiungere: l’aldilà. L’aldilà di Creep Box è un luogo che grazie alla scatola diventa vivo e con il quale possiamo comunicare, intrappolando la coscienza del defunto.
La coscienza intrappolata nell’invenzione diviene così un simulacro con il quale comunicare, quasi fosse un evoluzione tecnologica di una seduta spiritica. Ed è qui che subentra la riflessione sulla perdita e sul dolore. Se le sedute spiritiche basano la loro riuscita sulla fede e sull’impossibilità dell’elaborazione del lutto, la scatola compie la stessa parabola ma facendo perno sulla scienza.
Le candele e la fede religiosa vengono sostituite da un ambiente scientifico e dalla potenza di calcolo dei computer, disumanizzando il rituale spiritico ma allo stesso tempo ancorandolo ad una visione progressista.Questo porterà il dottore a cercare una svolta evolutiva: la ricerca di una consapevolezza delle coscienze imprigionate.
Una realtà mediata
Anche dal punto di vista registico Biesemans compie scelte precise. In Creep Box si susseguono inquadrature di stampo geometrico, spesso incentrate sul protagonista. Questa scelta rende l’atmosfera claustrofobica. Altra forte scelta stilistica è quella di mettere continui ostacoli fra la macchina da presa e le figure umane. Vetri, finestre e oggetti che sembrano quasi filtrare l’immagine creando un rapporto dialettico con gli attori.
Se montaggio e fotografia viaggiano sulla media di produzioni di questo calibro, una grande nota di merito va alla colonna sonora curata da Nick Bohun. La musica è sempre puntuale nello scandire le fasi del racconto, ma soprattutto i rumori ed i suoni vibrano con potenza all’interno dell’opera.
In conclusione
Creep Box è un buonissimo prodotto sci-fi che si aggiunge con personalità in un campo sconfinato senza rubare troppo da altri prodotti dello stesso genere. Biesemans riflette con coraggio sul tema delle IA senza dare risposte o giudizi, ma ponendosi delle domande: cosa ci rende umani? Il nostro corpo o la nostra coscienza?
Tornando così al parallelismo con L’inquilino del terzo piano, una coscienza senza corpo può considerarsi viva? A voi le risposte.
Per saperne di più sul festival e sui film in concorso: https://www.taxidrivers.it/301256/focus-italia/trieste-sciencefiction-festival-annuncia-i-primi-titoli-in-programma.html