Trasposizione dell’omonimo fumetto online di Min Song-ah, Doona! è ideata da Lee Jeong-hyo e Jang Yoo-ha, prodotta da Studio Dragon e Show Runners. Serie divisa in otto episodi, interpretata da Yang Se-jong e dalla cantante sudcoreana Suzy.
IL TRAILER – Doona!
Un Notting Hill in costruzione
Nell’immersione del mare onirico in cui sprofonda l’ex idol Lee Doona, apertura e chiusura dei primi episodi, notiamo l’intento del k-drama distribuito da Netflix . L’uso di un linguaggio tipico del genere per una riflessione più specifica. Quella del peso della fama delle nascenti star del k-pop. Doona!rappresenta in toto le ex popstar allontanate, e in questo caso auto distanziate dalla tossicità del mondo della musica. Ritirate come nel caso di Lee Doona in esilio a Seul, con le sue sigarette e quell’aria in cui si cela un mix perfetto di noia, rimorso e ricordi. Non a caso il regista Lee Jeong-hyo molto spesso ci mostra l’interprete dell’ex idol, Suxy, nel suo lettone con sguardo assorto, perso di profilo nel vuoto del suo cuscino. Tutta questa preparazione del personaggio femminile viaggia di pari passo con quella maschile.
Lee Won-jun è un ragazzo che deve trasferirsi a Seul per frequentare ingegneria civile. Il classico bravo ragazzo bonariamente manipolato dal suo migliore amico pescatore nella comune mitizzazione della band di cui faceva parte Lee Doona. Come Julia Roberts e Hugh Grant nel cult Notting Hill, l’incontro è quello di un ragazzo qualunque e di una star della musica, seppur in pensione forzata. Ma Doona!fa dello scontro tra i due protagonisti il cuore della narrazione, evitando facili banalizzazioni e saldando bene la struttura. Tra Lee Doona e Lee Won-jun, dopo lo stupore iniziale, si istaura un rapporto strano. Perché Doona! incomincia a perseguitare come una stalker qualsiasi il povero studente di ingegneria, unico collegamento e sospensione tra i suoi incubi e il bisogno di affetto e di fiducia.
Rom-com, Friendship-com
Questa lettura e ambiguità, tra commedia romantica e conflittualità dell’amicizia, aiuta la serie a strutturarsi meglio e a creare attorno a sé un teen drama abbastanza corale. Come una classica serie americana, in Doona!, Lee Won-jun deve fare i conti con i suoi coinquilini di Seul, a tutti gli effetti prototipi del college americano. Vi sono l’arrogante studente che mette in mostra il suo talento di sciupafemmine, e il ragazzo più colorito, buffonesco nella sua immedesimazione di un qualsiasi caratterista alla American Pie. Una scelta che potrebbe stonare in un k-drama, ma che è quella migliore per inquadrare meglio e bene Doona! . Il personaggio che dà il nome alla serie sviluppa attorno a sé una vitalità del mito romantico che si frammenta nella figura di Won-jun.
Perché, una volta stabilito il metronomo del rapporto con Lee Doona, amica gelosa e prevedibile interesse romantico orizzontale per tutta la serie, la narrazione fin da subito fa muovere Doona! attraverso il personaggio maschile. Un eroe romantico in costruzione che si deve adattare al nuovo ambiente. Seul non è la periferia coreana, e Won-jun incontra una serie di ostacoli come trovare lavoro da insegnante part-time di ripetizione, che apre la serie alla classica verticalità del teen drama. Si iniziano a scorgere alcune meta trame, soprattutto con l’amica scomparsa da anni e che Won si ritrova a Seul, che costringerà il mito romantico della serie a dividersi in una scelta ben precisa. Prendersi cura dell’acida ex idol o concentrarsi sull’amore mai dichiarato per l’amica ritrovata.
La critica al K-pop
Mentre la serie con un linguaggio abbastanza leggero progredisce verso una commedia tra amore e amicizia ancora in formazione, il secondo episodio permette di disvelarci la componente drammatica con la figura di Lee Doona. Il suo personaggio è scritto come perennemente infelice, silenziosa e sulle sue nella prima parte del primo episodio, ossessiva ed egocentrica nella seconda parte. Ma è col secondo episodio che incominciamo a capire da cosa deriva lo stato di Doona, e le sue boccate di nicotina perse nel vuoto. Siamo al centro del palco durante quello che sarà il suo ultimo concerto, e i rimandi col suo ragazzo/manager, culminano con lo sfasamento di Lee Doona. Lo svenimento è l’apice del giocattolo rotto della bambolina del pop coreano. Un flashback che apre una potente finestra sull’annosa questione delle giovani starlette del k-pop. Contraddistinte da numerosi casi di suicidi stretti nella morsa del peso della macchina dell’industria discografica coreana.
Il punto debole di Doona! potrebbe essere costituito da una troppa aderenza a livello estetico con il suo omonimo Webtoon. Difatti sembra cambiare poco in termini visivi tra i due dispositivi del fumetto e quello seriale. Ma il k-drama Netflix ha dalla sua il dramma dell’ex idol e una stratificazione romantica che promette i classici sussulti del genere. La ricerca della felicità e quella di amarsi.
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