“Se quel giorno del 1966 fossi andata all’appuntamento con Lucio Battisti, che voleva formare un gruppo musicale tutto al femminile, alle ore 17.30 all’ex Trianon di Milano, forse avrei fatto la cantante e non l’attrice… ma questo non lo saprò mai, perché gli diedi buca”.
Si apre con questo gustoso aneddoto il volume Valeria D’Obici Dizionario di un’attrice “sui generis” di Francesco Foschini con Stefano Careddu, per Falsopiano Editore (2023). Gli Autori lasciano che l’attrice rispolveri i ricordi della vita privata con quelli della sua carriera artistica. Emerge il ritratto di una donna timida, ma libera e anticonformista , al punto che, giovanissima, per la passione per Enzo Jannacci andò a vivere a Milano.
Dal teatro al set
Foschini e Careddu lasciano che l’attrice ripercorra le sue esperienze teatrali. Su tutte quelle con Franco Parenti e Eduardo De Filippo, che la scelse per interpretare Natale in casa Cupiello. Il grande drammaturgo la rimbrottò, (“Non si può essere impegnati quando si fa teatro”), per la sua scelta di abbandonare la compagnia per raggiungere il primo marito di cui era innamoratissima.
D’Obici snocciola, poi, gli incontri con Alain Delon, Barbora Bobulova, Vittorio Mezzogiorno, Sergio Castellitto, Giuliana De Sio. Non potevano mancare i commenti di alcuni registi che l’hanno diretta: Pupi Avati, Liliana Cavani, Marco Risi, Peter Del Monte e Maurizio Zaccarro la descrivono, in coro, come un’attrice esemplare e molto professionale.
Gli aneddoti di Valeria D’Obici
La D’Obici svela anche alcuni aneddoti. In Piso pisello di Peter Del Monte (1981), Piero Mazzarella soffriva di narcolessia; ogni tanto s’addormentava sul set e russava durante le pause. In una scena di Uno scandalo perbene di Pasquale Festa Campanile (1984), Ben Gazzara, approfittando che in una scena dovevano baciarsi, le mise la lingua in bocca. In Morirai a mezzanotte di Lamberto Bava (1986) dovettero ripetere una scena perché l’attore che interpretava il cadavere, ignaro del fatto che stavano girando, entrò in campo.
Valeria D’Obici e la Fosca di “Passione d’amore” di Scola
Nel volume, insistiti i riferimenti al ruolo di Fosca che la D’Obici interpretò nel film Passione d’amore di Ettore Scola, grazie al quale si aggiudicò un meritatissimo David di Donatello come miglior attrice protagonista. La stessa D’Obici ricorda come in quel film, per imbruttirla, le applicarono ossa, naso, denti finti e le abbiano rasato i capelli. Anche se Passione d’amore è stato il suo film più importante, e ha finito, in qualche modo, per incatenarla nel ruolo di una donna bruttina e dotata di scarso appeal, la D’Obici considera 45° parallelo di Attilio Concari (1986) il suo preferito.
Dopo aver liquidato in maniera tranchant, Mia moglie è una bestia di Castellano e Pipolo (1988), é troppo severa nel criticare Desiderando Giulia di Andrea Barzini (1986), dove riesce a dar vita al dolente personaggio di Amalia, che s’innamora ricambiata di Stefano (Sergio Rubini), scrittore rampante che, dopo aver raggiunto il successo con il suo romanzo, spezzandole il cuore, si sbarazza di lei, senza troppi scrupoli.
Valeria D’Obici Dizionario di un’attrice “sui generis” è un volume che rende giustamente omaggio a un’attrice poco conosciuta dal largo pubblico, ma che, come tante, ha dovuto fare i conti con un cinema, quello italico, dove i personaggi femminili sono quasi sempre ai margini della narrazione.
Passione d’amore di Ettore Scola in dvd