“L’amore vero non umilia, non delude non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore. L’amore vero non urla, non picchia, non uccide”.
Gino Cecchettin padre di Giulia.
Non è un film la storia di Giulia uccisa per un Amore distorto e gettata in un fosso. E non è un film la vicenda della ragazzina stuprata a Roma qualche tempo fa . Non sono finzioni che guardiamo sullo schermo o che commentiamo con distacco. E non sono storie che hanno un finale ‘espiatorio’. Perchè: giustizia sarà fatta? Il fidanzato accecato da un malsano desiderio di possesso otterrà la giusta pena ? E il Branco colpevole verrà punito adeguatamente per l’efferatezza del gesto o verrà graziato come nei peggiori classici del genere? Non ci sarà nessun giustiziere a salvare la giovane fanciulla e nessuno, come aveva dichiarato con rabbia la regista Emma Dante , potrà cancellare il dolore che ha subito quella piccola anima. Se lo porterà con sè per tutta la vita e sarà morta dentro…
Aldilà delle soluzioni (pur minime) proposte per questi NON esseri umani, dobbiamo sempre ricordare che viviamo in un mondo spesso confuso con la fantasia, ma che non tutto è finzione. Sono quotidiane le storie di Donne, anche invisibili, che vengono maltrattate fra le mura domestiche, costrette a subire molestie sul lavoro , seguite per la strada con atteggiamenti provocatori o semplicemente stalkerizzate su social o al telefono. A volte è solo una scintilla che poi divampa e diventa incendio.
Paradossalmente proprio i Film possono aiutare a comprendere quanto sia dilagante il problema della violenza sulle Donne, molto più spesso culminante nel femminicidio.
Violenza contro le donne. Film per riflettere
Già nel 1919 Il giglio infranto di D. W. Griffith racconta per la prima volta sullo schermo una storia di violenze su una ragazzina da parte di un padre alcolizzato.
Un uomo cerca di salvarla, senza però riuscirci e si farà giustizia da solo. Già a quei tempi sorprese la potenza evocativa del film, capace di trasmettere con efficacia un messaggio importante e piuttosto spinoso all’epoca, senza però dimenticare di evidenziare dell’essere “uomo” la sua duplicità.
I Mostri
La scuola cattolica di Stefano Mordini (2021)
Roma, 1975. Nel quartiere “bene” dei Parioli si intrecciano le vite di un gruppo di ragazzi e delle loro famiglie. Una routine che pare ruotare attorno all’istituto scolastico privato e cattolico San Luigi, luogo di (de)formazione dei futuri membri di spicco di quella comunità. È così che la vita da adolescente come tanti di Edoardo (Emanuele Di Stefano), tra amicizie, feste e cotte adolescenziali, si interseca con un mondo ben più oscuro e brutale, pronto a far esplodere le tensioni sotterranee del quartiere e di quella parte di società che rappresenta.
Una trasposizione complessa, dal libro vincitore del Premio Strega 2016 ispirato al massacro del Circeo.
Una riflessione sui ‘Privilegiati’ , sulla gioventù malata, sulla noia che si trasforma in delirio di onnipotenza. Uno dei più efferati casi di Cronaca che mostra come paradossalmente le ‘cattive’ inclinazioni non provengano solo da ambiti sociali e familiari disagiati ma tutt’altro.
La tredicenne Yara (Chiara Bono) la sera del 26 novembre 2010 non fa più ritorno a casa dopo essere stata nel centro sportivo presso cui si allenava – era una giovane ginnasta – rapita da una misteriosa persona che intuiamo alla guida di un furgone.
Da subito gli inquirenti si mettono alla ricerca della giovane scomparsa. Il caso viene affidato al pubblico ministero Letizia Ruggeri (Isabella Ragonese) che, coordinandosi con i Carabinieri – in particolare con il colonnello Vitale (Alessio Boni) e il maresciallo Garro (Thomas Trabacchi), inizia a indagare.
Il film copre un arco di tempo che arriva sino al 2016, quando la Corte d’Assise di Bergamo condanna all’ergastolo – poi confermato nei successivi gradi di giudizio – Massimo Bossetti (Roberto Zibetti), un muratore della zona, il cui DNA risulta completamente sovrapponibile a quello ritrovato a suo tempo sugli indumenti della povera Yara.
Sarah (una grande Jodie Foster Premio Oscar ) viene stuprata selvaggiamente da tre uomini, in un locale. Il suo avvocato Katherine Murphy (KellyMc Gillis) lotta perchè non siano concesse attenuanti agli stupratori.
Amara e cruda riflessione sulla violenza vissuta come colpa e condanna alla vittima stessa. Una violenza giustificata da una fraintesa ‘disponibilità’ . Su Paramounte Apple Tv+.
Sean, Dave e Jimmy da piccoli erano inseparabili, ma si sono persi di vista dopo un tragico evento che ha cambiato per sempre le loro esistenze: il rapimento di Dave da parte di due pedofili. A riunirli, 25 anni più tardi, è un’altra tragedia: l’omicidio della figlia maggiore di Jimmy. Sean, divenuto detective della polizia, è in servizio nella zona e viene incaricato del caso.
Discesa agli inferi per tutti e tre i personaggi principali interpretati da Sean Penn, Tim Robbins e Kevin Costner. Capolavoro di Clint Eastwood nel raccontare con realismo agghiacciante l’orrore delle mille facce della Violenza. Due Oscar. Su Netflix.
Precious di Lee Daniel (2009)
Nella Harlem povera e disagiata del 1987 vive l’adolescente Precious, obesa e semianalfabeta. Violentata dal padre, ha dato alla luce una bambina con la sindrome di Down e deve sopportare le quotidiane umiliazioni da parte della madre Mary, violenta e disoccupata. Quando la scuola scopre che Precious è nuovamente incinta, la espelle. Grazie all’interessamento della direttrice, la ragazza viene mandata in un istituto per ragazzi con problemi sociali. Lì inizia pian piano a recuperare la fiducia in sé stessa e, grazie all’aiuto di diverse persone, Precious intraprende un percorso verso una vita più umana e felice.
Il soggetto è basato sul romanzo di Sapphire Push – La storia di Precious Jones. Il film è stato presentato al Sundance Film Festival, dove si è aggiudicato diversi premi, e successivamente al Festival di Cannes 2009 nella sezione Un Certain Regard.
Due Oscar 2010, per la miglior attrice non protagonista a Mo’Nique e per la migliore sceneggiatura non originale a Geoffrey Fletcher. Su Apple tv+.
Un Giorno perfetto di Ferzan Ozptek (2008)
Emma (Isabella Ferrari ) torna a vivere dalla madre assieme ai due figli, dopo aver lasciato il marito Antonio, (Valerio Mastandrea) poliziotto. Antonio resta a vivere nella casa dove avevano abitato tutti assieme, non rassegnandosi alla perdita della moglie. Nella palazzina si odono degli spari e qualcuno avvisa la polizia, pronta a irrompere nell’abitazione. Il film prosegue raccontando le ventiquattro ore precedenti a quell’avvenimento. Tratto dall’omonimo romanzo di Melania Mazzucco il film racconta un’ossessione amorosa che termina in tragedia.
AKOSIA BUSIA, DESRETA JACKSON, THE COLOR PURPLE, 1985
Pellicola del 1985 . Il film, ambientato negli Stati Uniti del sud negli anni ’20, racconta il terribile calvario della giovane Celie (Whoopi Goldberg), adolescente di colore violentata prima dal padre e poi dal marito. L’incontro con due donne forti come Sofia (Oprah Winfrey) e Shug (Margaret Avery) renderanno Celie più forte e pronta a combattere. Una vera e propria epopea familiare ma in negativo, il film di Spielberg denuncia il pericolo della violenza domestica ed esalta l’evoluzione della consapevolezza femminile e del desiderio di riscatto nel corso del tempo.
Una storia di sottomissione e di prigionie e un manifesto di femminismo e di lotta. Thelma (Geena Davis) e Louise (Susan Sarandon) sono imprigionate nella loro vita. L’ una incastrata in un matrimonio con un marito/padre padrone violento , l’altra ugualmente compressa in una relazione che la limita. Un viaggio apre loro la porta verso una nuova dimensione di vita e nuove possibilità. Nonostante sia divenuto un film ‘popolare’ la pellicola di Scott è un’opera avveniristica che urla ribellione, amicizia e diritto alla vita.
La vita che verrà di Phyllida Lloyd (2020)
Sandra (Clare Dunne) dopo molto tempo, trova il coraggio di fuggire con le sue due figlie da un marito violento. In lotta contro una società che sembra non poterla proteggere e con l’obiettivo di creare un ambiente accogliente per le bambine, decide di costruire da sola una casa tutta per loro. Non tutto andrà bene ma durante l’impresa troverà la forza di ricostruire la sua vita . il film di Phillyda Lloyd, presentato in chiusura alla Festa del Cinema di Roma ( in collaborazione con Alice nella Città ) è tratto da una storia vera.
La protagonista (Kakha Kintsurashvili) subisce un atto di violenza, che rimetterà in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto e per cui credeva di vivere.
Lungometraggio d’esordio della regista georgiana Dea Kulumbegashvili il film possiede una potenza espressiva non indifferente regalando un forte quadro di denuncia del patriarcato resistente in alcune comunità, della violenza fisica e psicologica perpetrata sulle donne e sul dramma della depressione sulle donne abusate. Potente e necessario. Su Mubi.
C’è ancora domani di Paola Cortellesi (2023)
Chiudiamo con ‘il caso’ cinematografico degli ultimi mesi. Il film esordio alla regia di Paola Cortellesi , record di incassi al Botteghino.
La Cortellesi racconta la storia di Delia, infelicemente sposata ad Ivano (Valerio Mastandrea) – un maschilista cresciuto all’ombra del fascismo – e madre di tre figli, due ragazzini pestiferi e di Marcella fidanzata con un giovane benestante. La famiglia vive in un quartiere popolare. Delia fa piccoli lavoretti e non ha aspirazioni, inserita nei ruoli di moglie e madre che definivano la donna nell’Italia del dopoguerra. L’arrivo di una lettera misteriosa fa capire a Delia che ci può essere una vita migliore. Il film si propone di allargare il discorso di Delia e delle altre donne ad una visione che sia collettiva e che si rivolga a tutte le donne.
È una storia femminista, quella raccontata dalla Cortellesi, …sempre sfumata da una leggera ironia che lascia trapelare però una profonda serietà, vicina ai drammi e alle violenze di ieri, per ricordare anche quelli di oggi, simili seppur diversi per epoca e modalità, ma sempre rivolti ad umiliare e sottomettere tante, troppe donne. (Elisabetta Colla – Taxidrivers).
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