‘Piano piano’ Un delicato ed emozionante racconto di formazione nella Napoli dell’87
Opera d'esordio di Nicola Prosatore, Piano piano è un racconto di formazione semplice ed emozionante, con un cast di altissimo livello, dove fanno la loro comparsa molti volti della serie fenomeno Mare fuori, e ambientato nella Napoli del 1987, alla soglia del primo scudetto.
Dopo la presentzione alla Festa del cinema di Roma, nella sezione Alice nella città, e il passaggio a Locarno, Piano piano sbarca all’Ortigia Film Festival 2023, la cui 15esima edizione si tiene dal 15 al 22 luglio.
Opera d’esordio del napoletano Nicola Prosatore – che lo produce, insieme a una dei suoi protagonisti, Antonia Truppo – il film appartiene al genere del racconto di formazione, nell’espressione più pura del termine. I giovani interpreti, su tutti Dominique Donnarumma, Giuseppe Pirozzi e Massimiliano Caiazzo, ne incarnano la genuinità, donando freschezza e verità al racconto.
Piano piano | La trama
Anna (Donnarumma) è una teenager a cui piace la musica, ballare e truccarsi. Sta scoprendo il potere di essere donna, per cui spesso si atteggia in camera, davanti allo specchio, con una sigaretta tra i denti. Ma deve tenere nascoste queste sue esigenze, alla madre Susi (Truppo) in primis e al resto dei vicini.
La periferia in cui vive, come ogni paesino che si rispetti, è popolata di gente che si impiccia, che sparla e che limita le libertà altrui. In più, le voci che circolano sulla madre non fanno che condizionare l’idea su di lei. Le due abitano un palazzo che sta per essere espropriato, quindi alle difficoltà quotidiane si aggiunge la precarietà del futuro.
Il giorno in cui incontra Peppino (Pirozzi), le cose cominciano a cambiare. Sia perché scopre nuovi desideri, sperimentando le “armi” a sua disposizione, sia perché viene trascinata dentro qualcosa più grande di lei, che la mette in pericolo.
Napoli, 1987
Siamo nel 1987, in uno degli anni più memorabili per chi vive e tifa Napoli, dal momento che la squadra cittadina sta per aggiudicarsi il suo primo scudetto. Diego Armando Maradona sarà il trascinatore di questa incredibile stagione calcistica e l’atmosfera è palpabile in ogni vicolo e in ogni piazza.
Il contesto lavora in profondità sulla narrazione e su chi la popola. Tanto che il finale, completamente virato nei colori del bianco e dell’azzurro, somiglia a una catarsi vera e propria, in grandissimo stile, a coinvolgere tutti i personaggi. Lo spirito partenopeo avvolge e coinvolge, riuscendo a raccontare bene un preciso ambiente.
Massimiliano Caiazzo in Piano piano
Anna, Peppino, Ciro (Caiazzo) sono figli di un mondo che troppo spesso costringe a crescere più in fretta del previsto. Un mondo corrotto, viscido, omertoso, che pilota le azioni e modella le personalità, portando degli adolescenti a trasformarsi in criminali, complici, assassini.
Famiglia e formazione
Se ciò che accomuna i tre adolescenti è il momento che stanno vivendo, ciascuno con i suoi problemi personali da affrontare, differenti sono le famiglie di appartenenza. Peppino ne ha una numerosa, da cui però sembra venir risucchiato e risputato fuori, con grosse responsabilità sulle spalle. Anna ha un rapporto conflittuale con Susi, ma sa di essere amata e protetta, qualunque cosa accada. Ciro, invece, è l’unico che appare solo, nonostante ci sia nella sua vita una figura maschile, assolutamente non positiva, interpretata da Lello Arena.
In una simile situazione, l’entrata in scena di un adulto (a cui presta il volto il bravissimo e carismatico Antonio De Matteo) tanto enigmatico quanto ammaliante, diviene una sorta di catalizzatore degli eventi. Tutti ne usciranno, chi in un modo e chi in un altro, cambiati.
Il passaggio dall’adolescenza all’età adulta si vena di sfumature differenti rispetto ai percorsi più comuni, spingendo a riflettere anche sulle difficoltà vissute da alcuni ragazzi di periferia.
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