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‘Crimes of the future’: un Cronenberg agli esordi, già ossessionato dalle mutazioni corporee

Le mutazioni del corpo erano già ad inizio anni '70 un chiodo fisso nell'immaginazione del giovane Cronenberg, che confeziona sul tema, con pochissimo budget, un mediometraggio inquietante

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L'epidemia e la trasformazione

Su MUBI, tra i film del giorno, Crimes of the future di David Cronenberg, da non confondere con l’omonimo film dello stesso grande autore canadese, girato nel 2022 e presentato in Concorso al Festival di Cannes in quello stesso anno.

Si tratta di un mediometraggio diretto nel 1970, in cui già è presente e forte l’ossessione del grande cineasta per le mutazioni del corpo, tematica che lo ha reso il capostipite del cosiddetto “body horror” nel mondo dell’arte cinematografica.

I misteri della clinica maledetta

Crimes of the future segue le bizzarre vicissitudini di Adrian Tripod, un dottore di una nota clinica dermatologica chiamata “House of skin”, rifugio e sicurezza per i sopravvissuti in seguito a una epidemia che ha decimato tutti gli esseri umani dediti all’utilizzo di cosmetici, e quindi in particolare donne in età fertile.

Una situazione catastrofica che ha stremato e assottigliato la popolazione, mettendo a repentaglio futuri programmi di riproduzione della specie.

Alla ricerca del suo principale collaboratore, il folle ma abile dermatologo Antoine Rouge, suo capo sparito nel nulla, l’uomo vaga tra le avveniristiche architetture del centro di riabilitazione, ormai pressoché deserto, imbattendosi in strani personaggi, tutti di specie maschile, ed esercitando su di loro ogni sorta di perversione legata in qualche modo al corpo, e alla pelle che lo ricopre.

Crimes of the future – la recensione

Sorretto da un io narrante che sostituisce ogni sorta di dialogo, Crimes of the future ci proietta in un mondo apocalittico da incubo nel quale David Cronenberg ci introduce attraverso una delle sue ossessioni più irresistibili ed incontrollate: quella della mutazione del corpo, della mostruosità, della trasformazione come conseguenza di un processo evolutivo nei confronti del quale l’uomo stesso ha perso il controllo della situazione, finendo per divenirne succube e vittima primaria.

ll film, girato con pochi mezzi in una struttura architettonica suggestiva e per l’epoca piuttosto avveniristica, che finisce per divenire la scenografia ideale per la vicenda, è un inno alla sperimentazione e all’approccio verso una narrazione che si libera dei vincoli più tradizionali, esprimendosi più per riferimenti indiretti, che tramite le conseguenze di ciò che ci viene presentato.

Un’opera ambigua, spesso ostica e indecifrabile, in cui tuttavia l’ossessione per la mutazione fisica diviene da quel momento un riferimento quasi inevitabile e primario per il grande regista che si sarebbe formato negli anni a venire.

Interessante il fatto che, cinquantadue anni dopo, lo stesso regista sia tornato a parlarci di mutazioni fisiologiche in un film che, seppur con dinamiche totalmente differenti, presenta non certo a caso lo stesso identico titolo di questo suo secondo lungometraggio.

 

Crimes of the future

  • Anno: 1970
  • Durata: 70
  • Genere: Horror/Fantascienza
  • Nazionalita: Canada
  • Regia: David Cronenberg