Ehi, sto crescendo! Trama, recensione e cast delle Settimane Meravigliose.
Sbarca su Netflix la commedia olandese diAppie Boudellah e Aram van de Rest prodotta nei Paesi Bassi e tratta da Oei, ik groei! un libro scientifico di due medici olandesi (Frans Plooij e Hetty Van de Rijt) che raccontano le prime “meravigliose” settimane dello sviluppo del bambino. La pellicola lo mostra e lo racconta attraverso le storie intrecciate di tre coppie diverse tra loro.
Ehi, sto crescendo: trama e cast
L’avvocato in carriera Anne(Sallie Harmsen) decide di entrare in un gruppo fondato da Kim (Katja Schuurman). Si tratta di “Mamme per le Mamme“, un’associazione per le madri, a metà tra organizzazione privata e setta, dove le donne si aiutano e si spalleggiano a vicenda non senza degli obblighi celati di sottofondo. Anne infatti è appena diventata mamma di Ester con il compagno Barry (Soy Kroon) e, rientrata al lavoro dopo la maternità, si rende conto di quanto sia complicato gestire lavoro e famiglia. Il gruppo le permette di prendere confidenza e scambiare opinioni con altre mamme con l’obiettivo di trovare un posto all’asilo nido per Ester. Kim invece è sposata con Roos (Sarah Chronis). Le donne sono in dolce attesa del loro terzo figlio, grazie al donatore Kaj (Louis Talpe), migliore amico di Roos e padre di tutti e tre i figli, che decide di rivendicare il suo ruolo e viverlo più attivamente, riservandosi qualche pasticcio dalle prime volte.
Infine, la terza coppia, Ilse (Yolanthe Cabau) e Sabri (Ilias Ojja), neogenitori che si scontrano tra tradizioni di vecchie famiglie e libertà della loro nuova appena formata. Entrambi vengono da culture diverse ed è importante mediare per arricchire la crescita del figlio Sami. Tutti i personaggi alla fine costituiscono una comitiva e si ritrovano tra una situazione e l’altra, a partire dagli eventi di “mamme per le mamme” organizzati da Kim, ma non solo. Le famiglie, ma le donne soprattutto, sono prese da dilemmi complicati e scelte da prendere su cosa sia giusto per crescere la nuova vita che tengono tra le braccia.
Settimane Meravigliose
La pellicola diretta da Appie Boudellah e Aram van de Rest è ispirata a un libro scientifico degli anni ’90: The Wonder Weeks, Settimane meravigliose di Frans Plooij e Hetty Van de Rijt. Il titolo del libro, tra l’altro, coincide con quello del film nelle versioni inglese e francese di Netflix, dove è stato lasciato l’originale.
Una teoria alla base di quest’opera che vuole concentrarsi sui primi anni di sviluppo dei bambini. Durante queste settimane avvengono dei cambiamenti di una certa importanza a livello cognitivo e celebrale. Si tratterrebbe dello stesso periodo per ciascun bambino, una decina di giorni in cui questi cambiamenti potrebbero generare una maggiore sensibilità e causare alcune modifiche nel comportamento solito: nel sonno, nella quiete, nel cibo e così via. Questi cambiamenti repentini possono mettere in difficoltà i genitori, anche vedendo le reazioni del figlio o della figlia. Secondo la teoria delle Settimane Meravigliose, periodi come questo sono quelli in cui si verificano importanti progressi per lo sviluppo e la crescita dei piccoli individui. È una prospettiva interessante, ideata da due esperti ma che dunque va sempre contestualizzata e affrontata con professionisti dell’età dello sviluppo.
È quello che sembrerebbe capitare ai giovanissimi protagonisti di Ehi, sto crescendo! Da poco messi al mondo; forse si, sicuramente i loro genitori reagiscono con confusione, causata anche dall’esterno e dal mondo del lavoro, come nel caso di Anne o delle tradizioni familiari di una certa longevità, nel caso di Ilse.
Nel gruppo di Mamme per le Mamme
Conoscere questa teoria delle settimane, anche in maniera molto superficiale come viene esposta qui sopra, magari può aiutare a rendere più comprensibile il significato del film, che si rivela senz’altro una piacevole commedia con dei contenuti che irrompono molto nell’attualità, ma non è intuitiva sulla teoria dei dottori olandesi. In un momento del film vediamo Kaj documentarsi con dei libri sulla crescita e compare proprio il volume di Plooij e Van de Rijt con il titolo originale Oei, ik groei! che la versione italiana traduce alla lettera (Ehi, sto crescendo!), mentre la versione originale (inglese) e francese opta per chiamarlo come il fenomeno raccontato (The Wonder Weeks). Oltre al riferimento diretto però, qualche dialogo in più per contestualizzare il modello, o le varie situazioni che accadono durante la messa in scena, forse avrebbe arricchito e accompagnato la visione del lavoro che racconta bene le sfide, almeno alcuni, del diventare genitori nei nuovi anni ’20.
Ma oltre a intenti pedagogici, il film mostra alcuni problemi purtroppo attuali, insieme ad enigmi antichi e sempreverdi: i ruoli della famiglia, le donne e la carriera, la famiglia da cui si proviene e quella dove si è ora, cosa vuol dire essere padre…
Diversi quesiti che sono all’ordine del giorno e che vengono spontanei quando si guarda Ehi, sto crescendo!
L’associazione di Kim “Mamme per le mamme” nasce proprio con questi scopi, ma come tutti i circoli “privati” degenera presto in un’ambiente gerarchizzato e con delle regole, anche sottintese, da rispettare in un clima di poca spontaneità. Questo mondo di compleanni, baby shower e gender reveal (appuntamenti che vanno forte almeno negli Stati Uniti e ora in auge anche in Italia) è necessario per costruirsi anche un percorso nell’altro mondo, quello fatto di pannolini, ma anche di lavoro, carriere e responsabilità. E gli adulti di Ehi, stiamo crescendo si barcamenano in questi due universi paralleli, cercando di capire anche come crescere al meglio le loro neonate creature. Ci provano, falliscono, imparano e a volte riescono anche a capire i meccanismi della loro vita che sta cambiando. Comprendere questo quando hai di fronte a te anche una vita nuova da plasmare e accudire può essere una difficoltà… oppure una risorsa?