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Cannes

‘The Nature of Love’: amour fou, tra differenze sociali e attrazione fatale.

La regista canadese-tunisina Monia Chokri, presenta a Cannes, nella sezione Un Certain Regard, una commedia che vira al dramma sulla crisi del settimo anno di una coppia borghese e sulle conseguenze di un amour fou con partner di mondi socialmente 'altri'.

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Come recita un verso nella canzone ‘Sara’ di Bob Dylan, dedicata alla moglie del mitico folksinger, l’oggetto del desiderio è ‘so easy to look at, so hard to define’, ed è precisamente questo il tema che fa da sfondo al film The Nature of Love (Simple comme Sylvain), scritto e diretto dalla regista canadese di origini tunisina Monia Chokri, classe 1983, presentato nella sezione Un Certain Regard del 76° Festival di Cannes. Nel 2019, la Chokri (che è anche attrice ed ha lavorato con Xavier Dolan) aveva vinto il Prix coup de cœur della Giuria, sempre nella sezione Un Certain Regard del Festival de Cannes, per il suo primo film La Femme de mon frère.

Presentando il suo nuovo film sul palco della Sala Debussy, la regista – figlia di due genitori militanti comunisti – laddove altri si limitano a ringraziare e salutare, ha voluto leggere un testo ‘impegnato’, a sostegno di un movimento che denuncia con forza i comportamenti illeciti e inadeguati di registi e attori, giustificati in nome della loro genialità: “Il genio può fare capolavori anche rimanendo una persona buona, attenta e premurosa – ha affermato la Chokri – chi ha un certo potere, anche mediatico, ha altrettanta  responsabilità del benessere delle persone con cui lavora”. Dunque un messaggio forte rivolto alle numerose polemiche circolate sui presunti maltrattamenti e/o comportamenti aggressivi tenuti sui set di film selezionati a Cannes.

The Nature of Love: filosofia e differenze di classe 

Una storia ‘semplice’ in apparenza, quella del film. Sophia, professoressa di filosofia quarantenne ancora in attesa di un posto fisso – nel ruolo una più che convincente Magalie Lépine-Blondeau,  attrice e conduttrice televisiva canadese – trascorre una tranquilla vita borghese con il marito Xavier (Francis-William Rhéaume), anche lui professore, in un matrimonio ormai senza più scintille: la coppia frequenta amici intellettuali e le rispettive famiglie benestanti. La vita della protagonista, chiaramente in cerca di qualcosa che scuota la ‘noia’ della sua agiata esistenza, viene sconvolta quando incontra Sylvain (il carismatico attore Pierre-Yves Cardinal), un operaio edile che Sophia ha assunto per rinnovare uno chalet di montagna appena acquistato.

Amore (e tanto sesso) a prima vista, un uragano che travolge tutto, il matrimonio, le amicizie, anche i valori con cui si è cresciuti pur di unirsi ossessivamente all’oggetto del desiderio. Finché dura: presto infatti i nodi verranno al pettine e le voragini sociali fra i due risulteranno evidenti ad entrambi, aprendo le porte ad una nuova solitudine.

Commedia e drammi della classe borghese

Ben confezionato e girato con grande perizia, il film alterna i toni della commedia romantica, tra ironia e comicità, con quelli del dramma, in un mélange che talvolta spiazza lo spettatore lasciandolo nel dubbio se questo tipo di opera si trovi a suo agio nella sezione festivaliera in cui è stato selezionato ed inserito, e su quali ulteriori livelli interpretativi proposti dalla regista si debba ancora riflettere: di certo sono messi in campo i dilemmi della classe borghese in fatto di scelte amorose, e le conseguenze potenzialmente devastanti di un’attrazione travolgente, più fisica che di altro tipo, per un partner appartenente ad un mondo ‘altro’.

L’occhio sensibile della regista si posa, tra una scena di sesso e l’altra, sulle famiglie dei protagonisti, madri e suocere, che non possono neppure  immaginare ciò che accade, nonché sulle differenze di ‘tenuta’ di un matrimonio fra diverse generazioni, laddove la mamma di Sofia è sconvolta perché il marito mostra evidenti i primi accenni di Alzheimer e, dopo tanti tanti anni di matrimonio, dichiara: “come farò… non posso vivere senza di lui”.

Nel cast, oltre alla stessa Chokri – nella parte di un’amica della coppia – ed a Magalie Lépine-Blondeau, da segnalare Steve Laplante, Marie-Ginette Guay, Micheline Lanctôt, Christine Beaulieu, Mathieu Baron, Linda Sorgini, Guy Thauvette, Guillaume Laurin e Karelle Tremblay.

Diversi approcci alla violenza?

“Quando vengo in Francia – ha affermato la regista, sempre in riferimento alle cattive abitudini di alcuni suoi colleghi – ho sempre l’impressione di fare un viaggio nel passato, di tornare indietro di trent’anni su certi argomenti, in particolare quando si parla di violenza contro le donne, di uguaglianza, tolleranza e immigrazione Amo questo paese ma lo trovo violento. In Quebec è molto diverso l’approccio: è denunciabile il comportarsi in maniera autocratica ed il non essere gentili e rispettosi con tutti. Essere gentili nel nostro Paese non significa essere stupidi, come tendiamo a credere in Francia.”

  • Anno: 2023
  • Durata: 110'
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Canada
  • Regia: Monia Chokri