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Alta Marea Festival

Ieri – l’arte come mezzo di salvezza

La poetica riflessione di una malattia che cancella il passato

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Al suo esordio Edoardo Paganelli realizza un prodotto degno di nota. La drammatica vicenda di Fernando, la cui vita viene completamente stravolta dalla malattia, le difficoltà della moglie Mariuccia nell’assisterlo e l’arte come tentativo di salvezza.

Il corto verrá presentato oggi a Termoli grazie ad Alta Marea Film Festival 

Un passato dimenticato

Lo sguardo concentrato di Fernando nel tracciare col pennello linee che ormai non hanno più significato. Poi la tela che viene gettata a terra. La raccoglie la moglie Mariuccia quando ormai il marito ha lasciato lo studio, ma è costretta a tornare in cucina dove Fernando sta aspettando la colazione battendo insistentemente sul tavolo. Azioni quotidiane come questa diventano un fardello insopportabile per entrambi: Fernando non è auto sufficiente e le perdite di memoria gli impediscono di riconoscere nel viso di Mariuccia la compagna di una vita. Ma se da un lato lui non è pienamente consapevole della malattia che lo affligge, dall’altro lei ne accusa tutti i colpi, ogni giorno. Arriva a essere talmente stanca che alle domande della nipote Nadia per assicurarsi stiano entrambi bene, Mariuccia scoppia in lacrime di frustrazione. Quando lui le interrompe affermando di non conoscere la nipote, lei si finge una critica venuta per comprare i suoi lavori; tramite l’arte spera di risvegliare nel nonno delle sensazioni assopite dalla malattia. Ma Fernando ormai non reagisce neppure a questi stimoli.

Mariuccia ripete in modo meccanico le stesse azioni ogni giorno. Vuole prendersi cura di suo marito, ma la convivenza la sta lentamente distruggendo. Una sera è costretta a seguirlo perché, invece di mettersi a letto, è tornato in cucina a battere fastidiosamente la posata sul tavolo. “Mi fai impazzire così Nando!” grida lei in un crescendo di tensione che culmina con uno schiaffo. Mariuccia si pente istantaneamente mentre Fernando mugola come un bambino.

Nella scena successiva ci viene presentata la clinica in cui Fernando è stato condotto. Sua moglie gli fa visita, con sé ha portato tempera e tele per permettergli di dipingere. Le dita di Fernando non riescono a trattenere il pennello, sembra che ormai la malattia non gli conceda neppure questo. Ha in mano la tela. Improvvisamente inizia a batterci con ferocia la testa, fino a squarciala e a immergervisi. Infine il sorriso rivolto alla camera, il primo e l’unico che gli vedremo stampato in viso.

Malattia e arte

Realizzare un prodotto, soprattutto se di tempo limitato, che possa mostrare l’infinita misera che l’Alzheimer porta con sé non è mai semplice. Il pregio di “Ieri” è stato quello di raccontare le conseguenze della malattia attraverso anche il vicolo dell’arte, in una sceneggiatura che prende molto dalla vicenda del pittore inglese William Utermohlen mischiandola all’arguta intuizione di Lucio Fontana. Del primo vi è il chiaro riferimento nella sequenza di autoritratti che dimostrano l’aggravarsi della malattia, dal più vicino alla realtà a quello che Fernando realizza all’ inizio del cortometraggio e composto da sole linee; del secondo abbiamo l’estremo gesto finale, in cui Fernando rompe lo spazio della tela per immergervisi lui stesso.
Una salvezza data dall’arte che rimane però incompleta, poiché è chiaro che la moglie Mariuccia non potrà più avere il Fernando di una volta. L’Alzheimer l’ha strappato da lei definitivamente e anche se lui può aver trovato una sorta di scintilla salvifica, Mariuccia ormai è destinata a vivere con un’amara consapevolezza. Un finale agrodolce, che induce a riflettere e soprattutto rispecchia una condizione tristemente reale che molte coppie anziane si trovano a provare.
Giuliana De Sio e Alessandro Haber regalano un’eccellente performance in grado di commuovere chiunque viva o abbia vissuto situazioni simili. Un lavoro di perfetta armonia dai risultati notevoli, in cui parole e gesti risuonano in modo emotivamente potente.

“Ieri” si avvale di una poetica mai blanda, incantando lo spettatore in un dramma velato di invisibile speranza. Edoardo Paganalli lascia aperta l’interpretazione dell’ambiguo finale che però traccia, in ogni sua possibile lettura, un segno indelebile nella mente dello spettatore.

Il Corto si é aggiudicato meritatamente il Premio Miglior Corto al B.A. Film Festival ex aequo a Ballatoio N.5.

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  • Durata: 13:02
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Edoardo Paganelli