The Consultant è una miniserie di otto episodi disponibile su Prime Video dal 24 febbraio 2023.
Il thriller-dramedy con protagonista Christoph Waltz è creato da Tony Basgallop (la mente dietro il bellissimo Servant, su Apple tv) con l’executive producer e regista del pilota Matt Shakman e i produttori esecutivi Steve Stark, Andrew Mittman e l’attore protagonista Christoph Waltz; e basato sul romanzo omonimo di Bentley Little, del 2015.
The Consultant LA TRAMA
Quando Mr. Sang, il fondatore e CEO ai vertici della CompWare (una grande azienda che sviluppa app e giochi per smartphon e tablet), viene sadicamente ucciso da un bambino in visita negli uffici, improvvisamente si presenta un certo Regus Patoff, che sostiene di essere stato assunto dall’ex capo come consulente.
Carismatico e convincente, Patoff non convince però Craig ed Elaine, che iniziano a notare alcuni comportamenti fortemente sospetti e decidono di indagare su di lui, scoprendo diverse zone d’ombra…
LA RECENSIONE
The Consultant ha un inizio fulminante, come poche volte si è visto negli ultimi anni: ancor prima dei titoli di testa, un avvenimento totalmente fuori dagli schemi rompe la quotidianità lavorativa descritta dalla storia.
Ma ancora meglio il primo episodio fa deragliare da subito alla narrazione, spostando il centro dell’attenzione del misterioso omicidio di partenza alle sue conseguenze aziendali; ma ancora una volta, i binari si muovono con potenza e The Consultant prende una ulteriore piega, colorando di dramedy le tinte thriller dell’inizio.
Fin dalle prime battute, insomma, la nuova serie di Basgallop si mostra per quel che è, uno show di genere che sceglie di scuotere via le incrostazioni da deja-vu dei codici di genere per insinuarsi nelle pieghe di un’apparente normalità e mostrarne così la reale indecifrabilità.
Al centro di tutto c’è ovviamente Christoph Waltz: che è il perno attorno a cui ruota tutto ma anche il buco nero emozionale dal quale e nel quale gemmano e muoiono tutte le componenti psicologiche della storia.
Il ghigno del due volte premio Oscar suggella il racconto con una forza malefica nascosta ma immanente che permea l’atmosfera: e mentre tutto sembra venire inghiottito da un’oscurità sempre più nera, la rete di personaggi e di eventi si stringe e si contorce sotto le sembianze di un thriller quasi satanico, che oltretutto può contare su un andamento narrativo particolarmente accattivante: nessun classico climax ascendente, ma al suo posto un campo silenzioso e ovattato dove tutto accade fuori scena, in un fuori fuoco che contribuisce a rendere ancora più misteriosa e nello stesso inquietante nella misura in cui il personaggio di Waltz procede con imprevedibilità attraversando possibili rivelazioni e colpi di scena.
LAVORO TOSSICO
The Consultant, oltre ad una messa in scena di prim’ordine, può contare su un’ottima sceneggiatura con una scrittura non solo brillante (che si rivela appieno nel fragore scoppiettante dei dialoghi con al centro Patoff) ma anche sottile e sapiente, insinuante e calibrata fino al millimetro. Tanto che il Consulente del titolo sa imporsi con un carattere da villain che nello stesso tempo accarezza con umorismo insolito e un fare agghiacciante, riuscendo a mettere in soggezione non solo i suoi dipendenti ma anche lo spettatore.
Christoph Waltz si produce in una performance talmente mastodontica da fagocitare letteralmente il set e ogni scena nella quale si muove con incredibile magnetismo: oltretutto, il personaggio di Patoff sa metaforizzare il racconto giallo puntando l’attenzione sui problemi nell’ambiente di lavoro.
Di come l’oppressione possa essere esercitata nei confronti di chi quel lavoro non lo vive bene -mettendosi all’ombra, neanche troppo larvatamente, del Covid e dei nuovi comportamenti in ufficio dal 2020 in poi-, e specialmente di come un’ambiente soffocante possa avere gli stessi effetti di un omicidio e di un complotto. Il canone del thriller è rispettato, sfociando nel giallo, con tutte le regole necessarie: frasi con parole importanti, una sigla insospettabilmente rivelatrice, indizi disseminati qua e là. Confermando, con classe e arguzia, che il diavolo è sempre nei dettagli.