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In Sala

Posti in piedi in Paradiso

Le gag e le risate si sprecano soprattutto nella prima parte della pellicola. Sembra di ritornare ai tempi di “Borotalco”, “Bianco Rosso e Verdone” o “Un sacco bello”, a quei livelli di comicità così riuscita da fare la fortuna di un regista esordiente

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Anno: 2012

Distribuzione: Filmauro

Durata: 120’

Genere: Commedia

Nazionalità: Italia

Regia: Carlo Verdone

 

Piace questo nuovo Verdone, più maturo e divertente che mai, nell’ultima commedia Posti in piedi in paradiso, di cui firma sia la regia che la sceneggiatura (quest’ultima insieme a Pasquale Plastino e Maruska Albertazzi). Stavolta l’attenzione del cineasta romano si focalizza su una vera e propria emergenza sociale: quella dei padri separati con figli, che spesso – tra mantenimenti e assegni mensili – non riescono ad arrivare neanche alla terza settimana del mese. Carlo Verdone ne fa una caricatura esilarante, ne esalta il dramma ironizzando sulle loro debolezze, tratteggiando personaggi carichi di umanità e credibilissimi, quasi reali, come solo lui sa fare.

Si tratta di Fulvio (Pierfrancesco Favino), un ex critico cinematografico caduto in disgrazia dopo una tresca con la moglie del caporedattore, motivo per cui ora si occupa solo di gossip e la moglie (Nicoletta Romanoff) lo ha lasciato; di Ulisse (interpretato dallo stesso Verdone), un nostalgico produttore musicale, finito anche lui in rovina dopo il flop di un disco prodotto per l’ex moglie, e oggi titolare di un negozio di musica rock e cimeli di rock star del passato (anche lui con ex moglie e figlia a carico); e infine di Domenico (Marco Giallini), in una brillantissima interpretazione di un ex immobiliarista con trascorsi poco chiari, che per campare e mantenere i vari figli avuti da diverse donne, si prostituisce con signore tanto attempate quanto facoltose.

I tre si ritroveranno a condividere un appartamento a dir poco fatiscente che rispecchia le loro vite disastrate, ma che tutto sommato li aiuterà a unire le forze per cercare di scamparla ancora una volta. Al trio si aggiunge anche una sexy e svampita cardiologa (immancabile, considerato l’abuso di Viagra da parte di Domenico), interpretata dalla bellissima Micaela Ramazzotti, incapace di trovare un po’ di pace in una tormentata vita sentimentale. Per questo l’incontro con Ulisse farà scattare una particolare complicità…

Le gag e le risate si sprecano soprattutto nella prima parte della pellicola. Sembra di ritornare ai tempi di Borotalco, Bianco Rosso e Verdone o Un sacco bello, a quei livelli di comicità così riuscita da fare la fortuna di un regista esordiente. Carlo Verdone è oggi forse un autore più ‘impegnato’ di allora, ma sempre più abile nel dare ritmo ai suoi film e nello scrivere battute memorabili. E poi ritorna l’inimitabile mimica di attore, la visione sorniona e un po’ malinconica della realtà che soggiace sotto il primo strato comico di ogni suo film. Questa volta il lato triste emerge solo alla fine, quando nel chiudere le storie dei protagonisti Verdone lascia intravedere un futuro dove sono i figli a rappresentare il riscatto di padri ormai falliti. Sono le nuove generazioni a salvare le vecchie, così malandate e senza speranza. C’è da dire che nel finale di Posti in piedi in paradiso forse qualche forzatura c’è, insieme a un po’ troppo buonismo. Ma il tratto graffiante del resto del film serve a coprire anche qualche sbavatura.

Ilaria Mariotti

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