‘Corsini interpreta a Blomberg y Maciel’ il fervore del cinema di Mariano Llinás
Corsini interpreta a Blomberg y Maciel, documentario di Mariano Llinás, è un omaggio alla musica di Ignacio Corsini e un viaggio nella storia del paese attraverso il cinema anarchico e senza limiti del regista argentino
Corsini interpreta a Blomberg y Maciel. “Troppi nomi”, dice Llinás. Urge una prima delucidazione. Ignacio Corsini è stata una delle grandi voci della musica popolare argentina, attivo soprattutto tra gli anni ’20 e ’30 del Novecento. A lui contemporanei furono Hector Pedro Blomberg, poeta, paroliere e commediografo, e Enrique Maciel, chitarrista e compositore, che insieme scrissero alcune canzoni affidate a Corsini, raccolte in seguito in un album intitolato proprio Corsini interpreta a Blomberg y Maciel. Llinás è invece Mariano Llinás, uno dei registi argentini più acclamati negli ambienti cinefili e festivalieri, autore nel 2018 del fluviale La Flor e sceneggiatore con e per Santiago Mitre dei recenti Argentina, 1985 e Petite fleur, visti ai Festival di Venezia e Torino.
Sempre al Torino Film Festival è stato presentato il suo nuovo documentario, prodotto come di consueto da El Pampero Cine, collettivo cinematografico e casa di produzione indipendente fondata nel 2002 da quattro amici, tra cui proprio Llinás. Il motto di El Pampero è “El fervor de filmar como se te canta“, il fervore di filmare come si canta, ed è esattamente l’approccio che caratterizza Corsini interpreta a Blomberg y Maciel. Anche se forse in questo caso sarebbe più adeguato il suo contrario, il fervore di cantare (e di pensare alla musica) come si filma.
Viaggio musicale
Il documentario è un omaggio a Corsini, il secondo cantante più importante argentino dopo Carlos Gardel. Anzi, il più grande è proprio lui, e l’idea di Mariano Llinás è quella di raccontarlo e introdurlo al mondo, insieme al direttore della fotografia Agustín Mendilaharzu (anch’egli membro del collettivo El Pampero), attraverso l’ascolto delle canzoni dell’omonimo album, la lettura e l’analisi dei testi e la registrazione dal vivo dei brani del disco, con l’aiuto di un gruppo di chitarristi e del cantante Pablo Dacal. Il titolo più adatto sarebbe, quindi, Llinás, Mendilaharzu y Dacal interpretan a Corsini interpreta a Blomberg y Maciel. Ma poi i nomi diventerebbero ancora di più.
Le canzoni di Blomberg e Maciel riportano alla metà dell’Ottocento, durante gli anni del governatore di Buenos Aires Juan Manuel de Rosas (El Restaurador), leader politico e per alcuni sanguinoso dittatore. Raccontano romantiche e malinconiche storie di bellissime ragazze, dei loro amori, di gelosie e talvolta della loro violenta fine, con sullo sfondo la contesa tra federalisti e unionisti. Il viaggio musicale diventa così per Llinás un viaggio per l’Argentina e la sua storia, esplorando le radici e la geografia del paese, delineata dal confine tra passione e violenza.
Sul racconto si aprono innumerevoli finestre e parentesi, che si rincorrono e si rilanciano come interludi in un brano musicale. Perlustrazioni in auto per Buenos Aires alla ricerca dei luoghi citati nelle canzoni, definizioni per il pubblico internazionale di termini come pulpera, mazorquero, payadores, visite al Museo storico nazionale dell’Argentina e al Museo di Rosas (ma solo dall’esterno), intervallate da disquisizioni sulla tirannia (o no?) di Rosas e sui cieli infernali (o invernali?) cantati da Corsini.
Accompagnato da un’ironia e da ritmi calibrati alla perfezione, Corsini interpreta a Blomberg y Maciel si dirama come il passato che riporta alla luce, rivelandosi un film che ne include altri e che commenta sè stesso, anarchicamente e senza limiti. Un cinema veemente e vitale che si fonde alla musica e alla storia come in un unico flusso e che dona tridimensionalità alle canzoni che racconta, con quel fervore, quella passione, quella leggerezza e quel senso di improvvisazione che animano El Pampero Cine. Tanto nel filmare, quanto nel guardare alla musica.