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In Sala

‘Santa Lucia’ Il primo riuscito lungometraggio di Marco Chiappetta

Il giovane regista sa rendere i segreti della mente in maniera sobria, misurata ed efficace

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Il film Santa Lucia di Marco Chiappetta, al suo primo lungometraggio, uscirà in sala il 3 novembre; a Roma e a Napoli un giorno prima. Produzione Teatri Uniti, Riverstudio, con il contributo del Ministero della Cultura e il sostegno di Regione Campania. Distribuzione Double Line.

Santa Lucia La trama

La storia di uno scrittore cieco che dopo quaranta anni di esilio in Argentina, torna a Napoli per la morte della madre e intraprende col fratello musicista un viaggio della memoria nei luoghi della sua giovinezza che non può più vedere, alla ricerca del vero motivo del suo addio (dal sito Filmitalia).

Santa Lucia Un ritorno tardivo come quello di Martone e di Ermanno Rea

Dopo Nostalgia, di Mario Martone, e il romanzo di Ermanno Rea da cui è tratto, con il film di Marco Chiappetta (girato prima, bisogna assolutamente dirlo!), un altro rientro a Napoli, passati quarant’anni di lontananza. In questo caso il dolore del ritorno (di cui è carico il termine nostalgia) è ancora più struggente e non se ne cerca l’origine. Finché non arriva da sé.

Il personaggio di Felice (Pierfranceso Favino) sa quali ragioni lo hanno spinto a fuggire nell’adolescenza; Roberto (Renato Carpentieri) deve rivedere il fratello, dialogare con lui, stare alle sue battute di scherno, recuperare ricordi e il comune linguaggio, prima dell’improvvisa rivelazione. Prima che riemerga tutto il materiale introiettato, soffocato, messo a tacere per decenni che, tanto più a lungo è stato rimosso, tanto più sconvolgente sarà quando riaffiora alla coscienza.

La Napoli che fa da sfondo alla storia è livida e deserta, vista attraverso lo sguardo del ricordo e resa all’inizio con panoramiche sui palazzi e una luce chiara, quasi sbiadita. Il quartiere di Santa Lucia, del resto, non è quello della Sanità, chiassoso e spesso buio attraversato da Favino.

Santa Lucia

Set di “Santa Lucia”, regia di Marco Chiappetta. Nella foto Renato Carpentieri. Foto di Serena Petricelli.

Santa Lucia Un luogo reso dalla memoria

È la Napoli del ricordo e dell’immaginazione, percepita attraverso tutti i sensi, tranne la vista. D’altra parte Roberto è diventato cieco nel tempo, per cui ha in mente la sua Napoli e vuole darle quella luce di cui non gode più. Ostinatamente.

Santa Lucia è un film…..che colpisce anche per la rappresentazione di una Napoli inedita, quasi dal taglio ‘impressionista’ nella scelta degli ambienti e della fotografia: dice il distributore del film.

Sono quindi i luoghi dell’anima che riappaiono allo sguardo spento del protagonista: la città “come un enorme, silenzioso cimitero, popolata solo da fantasmi e visioni di un passato lontano, insieme meraviglioso e terribile” (Marco Chiappetta).

Santa Lucia nel passato e nel presente

I tempi del racconto passano fluidamente dal passato al presente, alternando al girovagare di Roberto e Lorenzo (Andrea Renzi) le scene che si affollano nella mente del protagonista. La mamma giovane e loro bambini, i dispetti di Lorenzo che vuole ritagliarsi un ruolo importante, perché pare che la madre sia più attenta a Roberto, tra i due, il più fragile. Ma è davvero così?

Santa Lucia

La scena di un ricordo. Materiale ufficiale del film

Per quello che ci viene detto in questo presente così denso, sembrerebbe sia stato Roberto a realizzarsi di più nella vita. Lorenzo è un musicista che ha fallito; ora ostenta disimpegno e finta allegria. Non ha avuto nemmeno la pazienza di leggere Cent’anni di solitudine, un regalo del fratello lasciato a impolverarsi nei decenni. Così come non ha letto neanche un libro di Roberto. Per pigrizia o per mantenere ancora vivi i dispetti dell’infanzia?

Sul palcoscenico di questa recita, in cui i due si prendono in giro, affettuosamente, non si sa quanto le battute di dialogo esprimano davvero le loro verità o siano piuttosto proiezioni della mente. Un gioco delle parti che li vede uno l’ombra dell’altro. L’ombra intesa alla maniera di Jung: come la parte scissa del Sé che non si è voluta ascoltare.

Roberto l’ha ignorata per quarant’anni e ora, con la morte della madre, evento tra i più traumatici per chiunque, sente il bisogno di integrarla, di scendere a patti con tutto ciò che il fratello significa per lui. Una storia profondamente psicologica, Santa Lucia, che non lascia chiusure o aperture verso il futuro, ora non più così importante. “A me piace il passato perché sta lì, fermo immobile, e non mi può fare del male. Il futuro invece è sempre in agguato, mi mette pressione”.

Santa Lucia

Set di “Santa Lucia”, regia di Marco Chiappetta. Nella foto Andrea Renzi e Renato Carpentieri. Foto di Serena Petricelli.

Il film condensa un processo interiore, quasi un flusso di coscienza, dalla durata insolita. Soli settantasei minuti, di analisi e  sintesi, a restituire la memoria. Il sapore della pizza, l’odore del mare, la voce di Lorenzo e le sue provocazioni (tu non sei cieco, tu non vuoi proprio vedere!), le risposte di Roberto soprattutto a se stesso. I fantasmi, tanti,  che popolano la sua mente.

Santa Lucia il merito del giovane regista

Un’altra prova magistrale, quella di Renato Carpentieri, se ce ne fosse bisogno, in sintonia con l’intensa recitazione di Andrea Renzi, nel rendere una svagatezza di facciata.  Teatro, con parti della visione sostituite dal tatto, dal parlato e da silenzi calibrati, quelli che bastano per caricarli di attesa.

Ma soprattutto una bella prova per Marco Chiappetta, perché ha saputo descrivere come i sentimenti trascurati troppo a lungo possano annidarsi nella profondità dell’anima e li ha rappresentati nelle sue sfumature.

In apertura di queste riflessioni, abbiamo paragonato il suo film a Nolstalgia, ma solo perché l’eco del film di Martone è ancora molto recente. In realtà, lo ripetiamo, Santa Lucia è stato girato prima, e lo spunto è personalissimo. Il regista ci tiene a raccontare che è nato quando, vivendo all’estero, ha cominciato a sentire il peso della distanza e, chiudendo gli occhi, immaginava che la Senna fosse il fiume della sua città.

Marco Chiappetta ha solo trentun anni. Il film è stato girato in piena pandemia, quindi quando ne aveva ventinove. Giovanissimo per scandagliare la mente di una persona anziana, coglierne  la sofferenza, senza un attimo di compiacimento. Santa Lucia è girato dal primo all’ultimo frammento con misura e sobrietà: lezioni che di solito si acquisiscono col tempo.

Auguriamo al regista il successo per questo film e per quelli a venire.

Santa Lucia è stato presentato al Torino Film Festival (2021), all’Ischia Film Festival (2022), e all’Edera Film Festival (2022) in cui è stato valutato come migliore lungometraggio.

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Santa Lucia

  • Anno: 2021
  • Durata: 76 minuti
  • Distribuzione: Double Line
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Marco Chiappetta
  • Data di uscita: 03-November-2022