Scamarcio: un perfetto Caravaggio su Netflix. La recensione
Arriva su Netflix "L'ombra di Caravaggio" di Michele Placido che al di là degli epigonismi riesce ad esplorare la materia umana con 14 miliardi spesi in gusto visivo.
“L’ombra di Caravaggio” di Michele Placido è stato presentato in anteprima mondiale alla 17° edizione della Festa del Cinema di Roma. È finalmente disponibile su Netflix.
La sinossi di “L’ombra di Caravaggio”
Italia 1600. Michelangelo Merisi è un artista geniale e ribelle nei confronti delle regole dettate dal Concilio di Trento. Quest’ultimo aveva il potere di tracciare le coordinate esatte nella rappresentazione dell’arte sacra.
Dopo aver appreso che Caravaggio nei suoi dipinti sacri si avvaleva di prostitute, ladri e vagabondi, Papa Paolo V decide di commissionare a un agente segreto del Vaticano una vera e propria indagine. Concedere o meno la grazia che il pittore chiedeva dopo la sentenza di condanna a morte, per aver ucciso in duello un suo rivale in amore, è la scelta che spetta al pontefice.
Così l’Ombra, questo il nome dell’investigatore, avvia le sue attività di inchiesta e spionaggio per indagare sul pittore che – con la sua vita e con la sua arte – affascina, sconvolge, sovverte. Un’Ombra che avrà nelle sue mani potere assoluto, di vita o di morte, sul destino di un genio
La recensione
‘Voi applaudite l’ovvio’
dice l’iconoclasta Caravaggio (Scarmarcio) rivolgendosi alla pittura canonica del Baglione, acerrimo nemico ed epigono del pittore, fatta da consuetudini di angeli e santi che svolazzano in cielo.
Il rischio in effetti di fare la stessa cosa, cioè apprezzare il già visto, nel film di Michele Placido si è corso dato che, di film su Caravaggio, se ne ricordano tanti.
Dietro Caravaggio, dentro Caravaggio, fuori Caravaggio, l’ombra di Caravaggio… da qualsiasi angolazione si prenda, Caravaggio tira. E rimane moderno nel far capire agli artisti, in qualsiasi campo essi lo siano: attori, scrittori, poeti, registi, di cercare il punto di rottura per rimanere nella storia. Questo forse il messaggio più vitale ed organico della pellicola che però non viene seguito alla lettera creando un film classico.
Il film è visivamente perfetto, gli attori ben diretti, i volti credibili, il casting ottimo, tutto scorre tranne l’essere un po’ troppo ridondante ed auto-celebrativo. Mancare di quel guizzo contemporaneo che lo stesso Caravaggio inoltrò nella pittura secentesca fino ai giorni nostri è forse il neo maggiore. Niente di nuovo insomma nel film, ma di sicuro un prodotto elegante e popolare che potrà piacere alle masse.
Interessante la visione tra spirito e carne, tra vangeli e implicazioni sessuali forti, la dualità per non dire scissione, che accompagnò l’intensa vita di Caravaggio: sia erotica, sessuale che pittorica. Portare l’umano, il povero, i sentimenti nei quadri fu anch’essa un’innovazione che assieme alla tecnica dei fondi neri, sconvolse l’universo preesistente e futuro.
Il rapporto conflittuale con Giovanni Baglione, suo epigono
In seguito al grande successo della pittura di Michelangelo Merisi da Caravaggio che, proprio nel 1600, aveva completato la decorazione della Cappella Contarelli nella Chiesa di San Luigi dei Francesi con il Ciclo di San Matteo, Baglione abbandonò il suo stile tardo-manierista a favore di quello caravaggesco. La sua adesione allo stile naturalista e reale di Merisi, provocò lo sdegno di Caravaggio che, com’è noto, non gradiva essere imitato. Questo portò ad offese che finirono per l’ennesima volta in tribunale.
Il trailer ufficiale deL’ombra di Caravaggio, il film di Michele Placido in sala dal 3 novembre.
Riccardo Scamarcio è Caravaggio. Gli interpreti
Ottima la Mise–en–scène, costumi accuratissimi sontuosi ed eleganti, luoghi, cappelli studi, tutto ricostruito per un costo totale di 14 miliardi. Tanto è costato Michele Placido ai produttori internazionali tra cui il gusto francese che non manca mai con Le Pacte.
La rinnovata scelta di Riccardo Scamarcio, risulta adatta per un artista perfettamente inquieto come lo fu Caravaggio. A lui si legano Louis Garrel, Isabelle Huppert, Micaela Ramazzotti,Tedua, Vinicio Marchioni, Lolita Chammah in una produzione che ben respira internazionalmente. I protagonisti di “L’ombra di Caravaggio”, tutti con volti antichi, contribuiscono perfettamente ad immergere nell’atmosfera post tridentina del film.
Oltre a Scamarcio nei panni del celebre pittore, che dice di essersi ispirato a Elvis Presley, troviamo Isabelle Huppert in quelli della marchesa Costanza Colonna, l’enigmatico personaggio dell’Ombra interpretato da Louis Garrel, Micaela Ramazzotti nel ruolo di Lena, la prostituta e Vinicio Marchioni nei panni dell’acerrimo avversario di Caravaggio, il Baglione.
L’intricata e avventurosa esistenza di Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, già un mito del suo tempo, è raccontato nelle profonde contraddizioni e nelle oscurità del suo impenetrabile tormento.
Ribelle e inquieto, devoto e scandaloso, indipendente e trasgressivo, è il Caravaggio di Placido.
La produzione di “L’ombra di Caravaggio”
Il film è realizzato con il contributo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo – Direzione Generale Cinema Regione Lazio.
Federica Vincenti,Goldenart Production, Rai Cinema in una coproduzione italo-francese con Charlot, Le Pacte, Mact Production. Inoltre la collaborazione con Film Commission Regione Campania e QMI.
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