L’evento glamour di Venezia 79 è stata la proiezione Fuori Concorso di Pearl, reboot horror dell’apprezzato X di Ti west.
X: A Sexy Horror Story Chi ha paura del cinema porno?
La serata, affollata di pubblico in Sala Grande ed in presenza della bellissima attrice di origini brasiliano-canadesi Mia Goth e del regista horror statunitense Ti West, ha visto concludere la proiezione con calde ovazioni da parte di tutti i presenti.
Peral, una Mia Goth sensuale e micidiale
A fine anni ’10, la giovane Pearl, con un marito impegnato in guerra in Europa nelle fasi finali del Primo Conflitto Mondiale, un padre paralizzato e ridotto allo stato larvale, una madre dispotica e bigotta che la opprime continuamente, mentre guarda i filmati di balletti al cinematografo sogna una vita di soddisfazioni e di successo come ballerina,
Una volta resasi conto che i desideri che coltiva rimarranno sogni nel cassetto, Pearl inizia a reagire in modo sempre più violento, sbarazzandosi di chiunque consideri ostacolo al suo sogno di gloria.
Tanto, come ben sa chi ha visto X, a darle una mano a smaltire i rifiuti ingombranti ci pensa il suo amico e socio coccodrillo della vicina palude.
Pearl – la recensione
L’idea di sviluppare il personaggio dell’ anziana Pearl, la vecchia pazza che dà del filo da torcere ad una troupe improvvisata di filmaker a luci rosse verso fine anni ’70 in X – A sexy horror story, uscito nelle sale un paio di mesi orsono, è nata proprio in concomitanza delle riprese di quest’ultimo film.
Pearl è prodotto e sceneggiato dal regista West e dalla Goth, che in X interpretava sia la protagonista sia l’ anziana psicopatica che dà il titolo a questo secondo horror, com’ era peraltro già successo proprio con Mia Goth in Suspiria di Guadagnino ( ove l’attrice si prodigava in ben tre ruoli differenti, due dei quali risultando irriconoscibile). Il film è un horror in costume che inizia con un paesaggio bucolico quasi incantato, in grado di dipingere i colori falsati di una realtà che poi si rivela di tutt’altro tenore. La miseria, le malattie, non ultima la pandemia, la cosiddetta “spagnola”, che colpì nel primo ventennio del secolo scorso lasciando vittime in ogni casa.
La follia della protagonista, che matura poco per volta mentre lo spettatore impara a conoscerla, consente a Mia Goth di addentrarsi nella definizione di un personaggio che non smette di stupire, nel candore quasi innocente, ma anche assai letale, con cui finisce per affrontare le situazioni avverse, riuscendo sempre a spuntarla in modo egregio.
Un’ ironia ben dosata e una buona costruzione di racconto, coadiuvate da una valida base scenografica, rendono Pearl un horror derivativo interessante in grado di tener testa al film capostipite, approfondendo tutto ciò che nel primo episodio non era possibile trattare per non sviare l’attenzione sul massacro che sta al centro della vicenda di partenza.
Sala Grande – Lido di Venezia: Mia Goth e Ti West ricevono uno scroscio di applausi da parte della sala al completo, dopo la proiezione di mezzanotte.
Pearl è un film che è stato concepito in quanto desiderato e pensato fino in fondo: tutto ciò emerge chiaramente anche dal trasporto della Goth nell’affrontare la sua parte.
L’attrice non si accontenta di interpretare un ruolo: il suo personaggio stavolta finisce per appartenerle forse più di ogni altro fino ad oggi interpretato.