Volami via è una divertente e leggera commedia francese del 2021. Un “instant-remake” del film di successo tedesco
Conta su di me, diretto da
Marc Rothemund, a sua volta tratto dal romanzo omonimo di
Daniel Meyer e
Lars Amend, che si sono ispirati alla storia vera del loro incontro.
Il film è stato recentemente rilanciato su
Raiplay. Vi basterà iscrivervi gratuitamente per vederlo.
“Volami via”: la trama
Il “figlio di papà” venticinquenne Thomas, viziato e nullafacente al punto da costituire un cruccio per il genitore che non ha molto tempo per cercare di raddrizzarlo, riesce, con il suo comportamento irresponsabile, a superare ogni limite di tolleranza, quando si catapulta ubriaco nella piscina della villa paterna con la sua rombante auto sportiva, di ritorno da una notte di bagordi.
L’episodio induce il padre, fino a poco prima sin troppo paziente e permissivo, a tagliare i fondi al ragazzo, inducendolo a prestare un servizio di assistenza ai giovani pazienti che lo stimato dottore ha in cura.
Tra questi figura il giovane e smilzo dodicenne Marcus, affetto da una grave malformazione che lo costringe a trascorrere molte ore nel centro specializzato diretto dal celebre padre di Thomas.
Tra i due nascerà, un po’ a stento, ma con effetti incredibilmente solidi, un’amicizia che riuscirà a sconvolgere, in termini decisamente positivi, entrambe le esistenze.
Commento al film
Dal regista
Christophe Barratier, in Italia noto soprattutto per il suo film d’esordio in regia, ovvero
Les choristes, del 2004, questo remake ha un po’ sofferto per i numerosi rimandi causati dall’evento pandemico, ma ha avuto successivamente riscontri di gradimento piuttosto evidenti, soprattutto in territorio francese.
La regia spigliata punta sul ritmo e sui sentimenti per avvincere lo spettatore con una alternanza piuttosto saggiamente studiata di comicità e questioni di cuore, che fungono da ricatto emotivo assai efficace per accontentare l’esigenza del pubblico di commuoversi e sorridere nella frazione di poche inquadrature.
E se da un lato bisogna dare atto al giovane rampollo e nipote d’arte Victor Belmondo (erede di cotanto Jean-Paul), di risultare piuttosto disinvolto e simpatico, dall’altro non si può non trovare stucchevole il sentimentalismo spicciolo e fragilissimo che si cela dietro le pur rispettabili dinamiche della malattia congenita che affligge il povero, ma non arrendevole altro protagonista, interpretato con una certa ironia dal giovane attore di colore Yoann Eloundou.
Attore, quest’ultimo, dotato pure lui di empatica spigliatezza, che si rivela ingrediente prezioso alla dinamica narrativa, ma che non riesce a scalzare dalle situazioni più drammatiche costantemente a portata di narrazione, quella spiacevole sensazione di ricatto emotivo che si cela sempre in agguato come una trappola implacabile.
Fra il cast non può non citare la presenza di un interprete famoso e di grande charme come è ancora pienamente Gérard Lanvin, qui impegnato nei panni del padre del protagonista, nonché medico emerito e dal cuore d’oro.