Mubi, propone ai suoi abbonati il film The Fighters – Addestramento di vita, opera prima del giovane francese Thomas Cailley ed asso pigliatutto della Quinzaine 2014, ove trionfò con titolo originale de Les combattants nell’edizione 2014.
Un film che, se non ha costituito l’esordio, certamente ha dato una svolta importante alla giovane attrice francese Adéle Haenel, proprio in questi giorni al centro di articoli e polemiche dopo la decisione di lasciare il cinema, o tutto quel cinema in cui, a dire della talentuosa e determinata interprete, il ruolo della donna non sia definitivamente reso estraneo da quel “sessismo sistemico” che pervade e detta legge nell’ambito dell’industria cinematografica legata all’economia di sistema.
The fighters – Addestramento di vita: la trama
L’opera prima del regista Thomas Cailley narra la storia di un amore contrastato tra un giovane ventenne artigiano del legno, Arnaud (Kevin Azais), che manda avanti un’ impresa familiare assieme al fratello, ed una bella ragazzona dal fisico prorompente. L’ incontro con la bellissima e “strana” Madeleine (una Adèle Haenel poco più che agli esordi), statuaria coetanea appartenente ad una famiglia benestante (a cui i due fratelli eseguono un lavoro di pavimentazione e sistemazione del giardino) determina per il ragazzo una svolta alla routine di ogni giorno fatta di lavoro e svago con i soliti buffi e camerateschi amici.
Intanto i due giovani si frequentano, nel disagio di una classe sociale che li separa non poco quanto ad interessi ed attitudini, e Arnaud viene convinto a seguire un corso di sopravvivenza che l’esercito pubblicizza ed organizza poco distante nel sud della Francia.
Quello che matura poco per volta tra i due sarà un’amore contrastato da caratteri antitetici, tra teorie balzane su tecniche di forza e sopravvivenza miste a ipotesi nefaste sulla fine del mondo. Idee che inquietano la ragazza e lasciano indifferente il ragazzo, decisamente più solare, sereno e più propenso a lasciarsi distrarre dalla bellezza travolgente della sua bizzarra e scostante amica.
Fino a che un campo di sopravvivenza li metterà alla prova, catapultandoli dalla teoria alla schietta realtà dei fatti.
The fighters – Addestramento di vita: la recensione
L’esordiente Cailley pare azzeccare la giusta vena che esalta il pubblico, riuscendo già alla presentazione del film a Cannes nel 2014, a guadagnarsi apprezzamenti pressoché unanimi da parte della platea e a convincere buona parte della critica.
Certo il film, strutturato come un romanzo di formazione dai toni altalenanti che mai si riescono a prendere veramente sul serio, si fissa su una storiella d’amore priva di un vero filo conduttore che non sia l’atipicità dei due giovani protagonisti. Differenti per carattere e per ceto di appartenenza, i due vengono incoraggiati a scoprirsi vicendevolmente e a gettare la basi di una storia d’amore che tocca i suoi modesti vertici di originalità laddove le circostanze portano la storia ai confini del surrealismo.
La commedia poi risulta, almeno in parte, afflitta e succube di situazioni macchiettistiche da caserma ( soprattutto quando si affronta l’argomento del campo di sopravvivenza con il sin troppo tempo speso a sviscerare la snervante disciplina imposta dai superiori ) e la narrazione si perde a descrivere gli allenamenti alla “Soldato Jane” a cui devono sottoporsi le reclute.
Il più genuino valore aggiunto del film risiede probabilmente, oltre che nella simpatia ironica e contagiosa di parte della gioventù che lo popola senza interpretarlo veramente, nella prorompente bellezza appena sbocciata e turgida di Adèle Haenel. Un’ interprete di carattere, come dimostrava già a quei tempi, che ci capiterà di rincontrare in seguito, diretta da registi maggiormente esperti e di polso. Coi Dardenne sarà magnifica ne “La ragazza senza nome” (2016) che premierà il lato espressivo e l’innata personalità dimostrata anche con le proprie scelte tutt’altro che consuete e prevedibili.