Machan (Med Film Festival 2008)

Rubato dal vero e girato fedelmente in quattro settimane, merito anche di una straordinaria troupe, Machan (lett. amico mio) è la storia di un’amicizia tra Manoj e Stanley, due giovani cingalesi che sognano un futuro lontano dagli slum. Ambientato nella popolosa città di Colombo, nello Sri Lanka, il film, partendo da un fatto realmente accaduto, illustra come il desiderio di sottrarsi alla miseria possa aggirare caparbiamente difficoltà oggettive quali il conseguimento di un visto per l’espatrio.

L’obiettivo da raggiungere è dato dall’Occidente, un luogo pieno di opportunità capace di ribaltare qualunque situazione e dove ricostruire una nuova vita partendo da zero. Per arrivarci va bene qualunque escamotage legale o illegale perché la meta va raggiunta ad ogni costo. Dopo averle provate tutte, infatti, i due protagonisti decidono d’iscriversi ad un fortuito torneo di pallamano organizzato in Germania e, spacciandosi per una truffaldina nazionale dello Sri Lanka, mettono su la peggio assortita fra le squadre mai viste, pur di giocarsi l’unica chance rimasta.

La riuscita dell’impresa dipenderà solo dal loro ingegno e dalla voglia di collaborare che, tra divertenti imprevisti e cambi di programma, sarà messa a dura prova. Dal produttore di Full Monty, Uberto Pasolini, una piccola favola dei nostri giorni che insegna con un sorriso l’importanza di valori ormai sbiaditi, per un film, fatto da persone vere prese per lo più dalla strada, che fa meditare. Curiosità: in casa ha già ottenuto un successo paragonabile a quello di Titanic.

G. M. Ireneo Alessi