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Catherine Spaak: una vita nel cinema

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Il nostro saluto a Catherine Spaak, attrice che saputo portare nella settima arte la classe che le apparteneva, in cui si è distinta in ogni ruolo che ha interpretato.

Anche sceneggiatrice per il teatro, cantante e presentatrice, è stata protagonista per ben venti anni del cinema italiano, lasciandoci personaggi che mostrano l’evoluzione della società e del femminile nel cinema.

Figlia dell’attrice Claudie Clèves e dello sceneggiatore Charles Spaak, è stata una delle protagoniste del cinema italiano dagli anni ’60, 70 e 80.

La sua attività nel cinema comincia a soli quindici anni. Recita nel film francese  Il buco di Jacques Becker, e negli italiani Il carro armato dell’8 settembre di Gianni Puccini e Dolci Inganni di Alberto Lattuada, nel ruolo della protagonista, Francesca.

Il successo

Dopo Lattuada, torna al cinema francese e recita ne Le puits aux trois vérité di  François Villiers e nel 1961 è scelta da Luciano Salce per La voglia matta. Scritto dal regista con Franco Castellano e Giuseppe Moccia, il film si avvale delle musiche di Ennio Morricone e vede nel cast, accanto alla Spaak, Ugo Tognazzi e lo stesso Luciano Salce. La Spaak interpreta Francesca, giovane musicista incontrata da Antonio (Tognazzi). La commedia subì la censura, ma lanciò definitivamente la carriera dell’attrice.
Dopo La voglia matta, segue Diciottenni al sole e, nel 1962, uno dei capisaldi della commedia italiana : Il Sorpasso di Dino Risi.

Ne Il Sorpasso, è Lilly, la figlia di Bruno Cortona (Vittorio Gassman), raggiunta dal padre con il suo nuovo amico Roberto. Nonostante dovesse condividere la scena con un gigante come Gassman, la Spaak riuscì nel suolo ruolo, contribuendo a ricreare il particolare rapporto tra la ragazza e il padre.

Gli anni ’60 proseguono lavorando con registi come Sergio Sollima, Damiano Damiani, Marco Ferreri, Mauro Bolognini e Luigi Comencini. 

Nel 1966 è nel cast di un altro gioiello della commedia: L’armata Brancaleone di Mario Monicelli. L’attrice parlava così dell’esperienza :«Già studiare il copione era per me molto difficile, quando arrivavo sul set venivo poi accolta con prese in giro e parolacce. All’inizio trattenevo a stento le lacrime ma capivo il loro divertimento e non potevo rovinargli la festa. È anche così che ho appreso il rigore e lo spessore del grande cinema italiano».

Omaggio a Catherine Spaak

Gli anni ’70

Archiviata l’esperienza con Monicelli, la carriera della Spaak cresce lavorando in Intrighi al Grand Hotel, nei film di Pasquale Festa Campanile, Nanni Loy e nel 1971 recita in Il gatto a nove code di Dario Argento.
I “suoi” anni Settanta confermano un’attrice capace, dedita al lavoro e al confronto con diversi generi. Alterna infatti la commedia al dramma, l’horror al western, fino al 1976, anno in cui reciterà in Febbre da cavallo.
Ritrovato Salce in Rag. Arturo De Fanti, bancario precario , commedia composta da triangoli d’amore, nel 1980 recita nel film di Alberto Sordi : Io e Caterina. La Spaak interpreta con Valeria Valeri e Edwige Fenech, il mondo femminile di Enrico (Alberto Sordi), un uomo vittima del suo stesso maschilismo.

 

la vacanza iannaccone

La televisione e gli anni 2000

Dopo l’esperienza con Sordi, negli anni Ottanta, recita per Squitieri, Dino Risi e nel 1990 in  Scandalo segreto di Monica Vitti. Tra gli anni ’80 e ’90 il suo lavoro è in televisione, dove prende parte a diversi episodi di mini serie e film per tv e, nel 2000, torna al cinema nel film di Lucio Pellegrini, Tandem. Tra televisione, cinema e teatro (scrive e interpreta ben due spettacoli) nel 2019 esce il suo ultimo film, La vacanza di Enrico Iannaccone. Qui è Carla, una donna ancora bellissima che inizia a manifestare i primi sintomi di Alzheimer ma con una travolgente voglia di vivere.

 

 

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