Presentato al 12esimo Rendez Vous Festival, nella sempre calorosa cornice del Nuovo Sacher di Roma, Le monde après nous di Louda Ben Salah-Cazanas è un’opera prima intensa e attualissima. Dopo il passaggio fuori concorso alla 39esima edizione del Torino Film festival, la pellicola approda nella kermesse capitolina con tutta la sua carica di emozioni e con un bel messaggio finale.
Le monde après nous | La trama
Labidi (Aurélien Gabrielli) è un giovane scrittore, in procinto di concludere il suo primo romanzo. Dal suo lavoro dipende una serie di questioni, tra cui la stabilità economica che gli permetterebbe almeno di offrire un pranzo alla ragazza dei suoi sogni, Elisa (Louise Chevillotte). La vita a Parigi era infatti talmente cara da spingerlo a tornare a Lione, dove vivono i suoi (Saadia Bentaïeb e Jacques Nolot), gestori di un locale ben avviato.
Messo alle strette dal suo editore, Labidi inizia a dedicare sempre più tempo alla scrittura. Quest’ultima diventa, tutto a un tratto, una valvola di sfogo per ciò che non va nella sua esistenza. Un modo per fuggire dalla realtà, ma anche strumento di comprensione e di autoanalisi. Man mano che le cose con Elisa si fanno serie, la relazione porta altre difficoltà da affrontare e Labidi dovrà fare i conti prima di tutto con se stesso.
Il gusto e la poetica d’oltralpe che accomuna una generazione
Selezionato per rappresentare il meglio del cinema francese, Le monde après nous rispecchia alla perfezione il classico gusto e la poetica della settima arte d’oltralpe. Il realismo e la malinconia ne sono gli ingredienti principali. Prendendo come protagonista un giovane comune, alle prese con i problemi, le delusioni e i sogni che accomunano gran parte di quella particolare generazione, viene facile parlarne e coinvolgere chi ha attraversato simili momenti.
La precarietà del lavoro contamina ogni sfera dell’esistenza, a partire dal rapporto con un partner e con i propri genitori, sino ad arrivare all’idea che si ha di se stessi. Labidi avrebbe tutte le carte in regola per affermarsi: tempo, intelligenza, abilità, di certo non gli mancano. Eppure sembra bloccato in una sorta di limbo/purgatorio, probabilmente creato da lui stesso. Irrisolto, insoddisfatto, continuamente alla ricerca di qualcosa che dia un senso alle sue azioni, alle sue idee, ai suoi errori, il protagonista non riesce a godere neanche di quei pochi frutti che ottiene.
Le monde après nous invita alla riflessione
La storia d’amore con Elisa, ancora di salvezza (?) a cui aggrapparsi saldamente, rischia di soccombere davanti all’insicurezza e ai rimpianti che lo attanagliano. Il confronto con la relazione dei suoi genitori gli provoca invidia e, soprattutto, sconforto. Sarà mai capace di amare così? Di trovare quella persona a cui dedicare la vita (e la fede) come ha fatto il padre con la madre?
Spero di imparare ad amare come lui.
Labidi conosce i suoi limiti, ma non le sue potenzialità. Solo attraverso la scrittura, imparerà a conoscere l’uomo che è. Il fatto che il nome rappresenti per lui l’unico legame con le sue origini, testimonia quanta importanza abbiano lettere e parole. Come fosse un percorso di scoperta e condivisione, Le monde après nous invita a riflettere e a porsi domande, a immedesimarsi e a trovare risposte.
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