Emily inParis 2, seconda stagione del serial di successo firmato Netflix, non tradisce in parte le attese e ci porta in una surreale Parigi no Covid 19.
Ancora Lily Collins protagonista della serie che questa volta lascia però ampio spazio anche agli altri personaggi di questa frizzante e molto social Vie en rose.
La prima stagione del serial si era conclusa con la bella Emily tormentata dai sensi di colpa dopo aver ceduto alla tentazione di lasciarsi andare con Gabriel, fidanzato dell’amica Camille. Il ragazzo decide di restare a Parigi per Emily e di lavorare come chef nel nuovo ristorante . La giovane e confusa Emily non riesce però a lasciarsi andare a questa improvvisa folie sentimentale. Intanto la sua storica amica Mandy cerca di affermarsi come cantante ma non sarà così semplice come sperato.
Per dimenticare la notte di fuoco con Gabriel niente di meglio di una fuga a Saint-Tropez (nella realtà Villefranche-sur-Mer) con Mathieu Cadault ( Charles Martins ) nipote dell’ eccentrico stilista di cui Emily ha conquistato la fiducia. Peccato che le cose non vadano esattamente come previsto .Tra un giro in yacht, ‘modeste’ feste esclusive, serate nel club più quotato della Costa Azzurra, la nostra giovane influencer se la caverà comunque alla grande. A suon di look curatissimi e nuovi clichè la parola d’ordine sarà: : «il weekend è sacro, non si lavora».
Emily in Paris 2. Quando si dice : ‘Che stile’!
A Saint-Tropez si solidifica ‘la guerre à coup de style’ tra Pierre Cadault e Grégory. La causa è un trolley enorme con stampato sopra il volto di Pierre, un nuovo prodotto che Emily ha il compito di far apprezzare. Risultato: una nuova querelle fra marketing e social dilemma. Chi la spunterà? Ovviamente sarà tutto tranne che un vero, aspro conflitto. La leggerezza che sta alla base del serial mantiene i toni sempre molto soft e i contrasti sono vissuti ogni volta nella maniera più ‘delicata’ possibile. Nel mondo di Emily, come già era accaduto nella prima stagione, non c’è mai spazio per il dramma vero e proprio. Ogni situazione di scontro viene trattata con una joie de vivre che dissipa ogni eccessiva pesantezza. Abiti, arredi di scena, paesaggi da favola fanno da cornice a quella che è la parola d’ordine del serial: stile glam ottimista. A tutto c’è rimedio se accompagnato da un buon pain au chocolat con vista sulla Tour Eiffel e anche il triangolo amoroso più spinoso può diventare una nuova sfida da raccogliere. Siamo a Parigi, la città dell’amore, non dimenticatelo!
L’evoluzione dei personaggi
Nota positiva di questa seconda stagione di Emily in Paris è l’approfondimento di alcuni personaggi . Non soltanto Emily al centro delle storyline più importanti della nuova stagione dunque e largo spazio anche alle altre donne del parterre.
Mindy, la vivacissima coinquilina e amica di Emily, scappata dalla Cina dopo il flop ad un reality show, in questa seconda stagione sorprende tornando a cantare. Prima in un locale di drag queen, dove fa la ‘dame pipi’ ( una delle scene più divertenti del serial) e poi per le strade di Parigi insieme a una band di busker. Super trendy, ironica e ‘tostissima’ la ragazza riesce spesso a rubare la scena ad Emily. Ashley Parker con la sua interpretazione colpisce e convince tanto da far pensare ad un possibile serial tutto suo.
Accanto a lei (ma distante anni luce ) c’è Sylvie ( Philippine Leroy-Beaulieu). La Boss del Savoir, con la sua aria di perenne disprezzo verso Emily e il suo mondo, è davvero travolgente e nasconde molti segreti in parte poi svelati in questa seconda stagione. Dal passato in Costa Azzurra alle sue temporanee passioni, dai croissant che porta in ufficio quando la notte prima si è ‘divertita’, Sylvie è il personaggio meno politically correct del serial. La sua presenza è una fortuna per la serie poiché riesce a mediare la quantità eccessiva di zucchero contenuta nelle storie rendendole più realistiche.
Nuovi arrivi nel mondo di Emily
Nel cuore di Emily fa capolino un nuovo uomo? Forse si forse no. Mentre la ragazza cerca di trovare una soluzione per uscire dall’amletico dubbio che la tormenta ( solidarietà femminile con Camille – Camille Razat o abbandonarsi alla passione per Gabriel-Lucas Bravo ?) ecco spuntare un terzo incomodo. Arriva Alfie ( Lucien Laviscount) che con il suo accento molto British è uno schiaffo morale alla Ville Lumière. Ovviamente detestato inizialmente, il bancario inglese è l’opposto della nostra protagonista. É a Parigi solo per lavoro e per niente ammaliato dalla città. La descrizione del personaggio ( presentato come uno che passa tutto il suo tempo nei pub a bere e a guardare partite di calcio ) avrebbe prodotto molte proteste, allineandosi alle critiche ‘storiche’ mosse al serial di rappresentare in modo stereotipato molti personaggi.
Come ben sappiamo però il confine tra odio e amore è naturalmente labile ed Emily si ritroverà ad un nuovo bivio: terza stagione in arrivo?
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